Introduzione alla Bioetica (Amore e Responsabilità)
>> sábado, 13 de abril de 2013 –
Outros Estudos
Studio etico
Amore e Responsabilità
è l’opera filosofica di Karol Wojtyla, dove possiamo trovar le caratterische
principale del suo pensiero, in essa anche possiamo capire bene lo
svillupamento dei altri operi di quelle chi ha diventato papa senza lasciare di
essere anche filosofo.
L’articolazione delle idee hanno trovatto una
prima espressione in forma di conferenze nell’anni di 1958/59 nell’Università
Catolica de Lublin, dopo ha presso la forma di libro, pubblicato dalla Società
Scientifica della stessa università in 1960. Il libro ha sua propria storia “Habent sua fata libelli...”, e anche del
suo autore.
Per una migliore comprensione
del lavoro, nostro professore Robert Gahl ha suggerito rispondere alle 3 importanti domande: 1. Quale tipo di
impostazione?; 2. Quale ruolo ha il bene comune nel suo pensiero? 3. Quale
rapporto tra unione e procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla?
1.
Quale
tipo di impostazione?
L’opera presenta una
importazione ética eudaimonica, però possiamo dire anche attraverso di un nuovo
sguardo personalista.
Possiamo afermare che
l’impostazione etica è eudaimonica, sia nel suo contenuto essenziale, poiché presenta
“una visione
dell’ética come ordinamento della condotta verso il bene della vita umana
considerata nella sua totalità,”[1] sia per le
diversi referenze ai pensatori classiche presenti in tutta l’opera. Ecco
aspetti generali che condivide con l’antropologia agostiniana o tomista: una visione realista e metafisica dell’uomo e del
mondo; la persona è spirituale e libera, aperta al mistero e alla trascendenza.
Possiamo giustificare che tale
visione eudaimonica é fatta attraverso un nuovo sguardo personalista per le
diversi caratteristiche che ci sono presenti: le distinzione netta fra persone e cose, la persona à
analizzata con categorie filosofiche proprie; la persona è stata nel centro
della riflessione filosofica; la centralità del cuore, la dimensione essenziale
affettiva della persona, alla pari dell’intelletto e della volontà; la persona
si realizza nei rapporti interpersonali, dialogo, dono e comunione; trattamento
esplicito della corporeità e della sessualità, l’uomo è visto come spirito
incarnato e sessuato; la riflessione sulla persona è sviluppata interagendo con
la realtà culturale e sociale.
Egli pretende togliere
la “crosta” oggettivista al pensiero di San Tommaso depositata su di esso dallo
scolasticismo, esponendo i contenuti del tomismo a partire dell’esperienza
esistenziale del soggetto. Così, la comune esperienza morale sarà il punto di
partenza per la riflessione etica. Tuttavia, l’esperienza del soggetto non è il
fondamento della verità, ma un luogo privilegiato della sua manifestazione.
Egli parte dall’etica all’antropologia, le sue
riflessioni sulla domanda circa la vita buona, lo portano ad approfondire i
fondamenti antropologiche dell’etica.
Dunque il libro non è
destinato a stabilire nuove norme morali, né meno per ad abbandonare l’etica
aristotelico-tomista (eidaimonica) catolica e si raccontarla di una forma che
possa rispondere i desideri dell’uomo hodiernal e dei nuovi problemi della morale sessuale
catolica che sono nati nel secolo scorso. Nelle parole dello stesso autore nel
prefazione della prima edizione in portoghese:
“(...)porque estas normas apresentam muitas vezes
a oposição, mais na prática que na teoria, (...)O presente livro surgiu em
grande parte da necessidade de justificar as normas da ética sexual católica, e
de justificá-las da maneira mais definitiva possível, apelando para as verdades
morais mais elementares e indiscutíveis e para os valores ou bens mais
fundamentais. Tal bem é a pessoa, e a verdade moral mais estritamente
relacionada com o mundo das pessoas é o mandamento do amor.”[2]
2.
Quale ruolo ha il bene comune nel suo
pensiero?
Il bene comune ha
ruolo fondamentale nel pensiero di Karol Wojtyla, già che “Ogni arte e ogni indagine, come pure, ogni azione e scelta, a
quanto si crede, persegue un qualche bene, e per questo il bene è stato
definito, in modo appropriato, come ciò cui tutto tende”[3], tuttavia lascia chiaro che questo bene comune
deve essere anche il bene della persona. L’uomo non è un “che”, ma un “chi”, non è soltanto un individuo della sua
specie. La persona è più della semplice individualità materiale, è unica e
insostituibile.
Nell’atto libero,
l’uomo non solo desidera qualcosa, ma anche determina se stesso, perche le sue
scelte esprimono la propria visione esistenziale. Nell’autodeterminazione si
esprime una trascendenza “orizzontale” verso qualche valore o fine, ma anche
una trascendenza “verticale” verso la propria verità come persona.
Nell’autodeterminazione
dell’uomo si esprime una trascendenza “orizzontale” verso qualche valore o
fine, ma anche una trascendenza “verticale” verso la propria verità come
persona.
Questo bene comune
della persona è l’amore, però non qualche amore. Lui distingue moltíssimo bene
le false idee dell’amore. “Parla d’amore
come una forma del vivere umano, che dovrebbe essere subordinato ad amore come virtù.”[4] e presenta “il comandamento d’amore” come espressione più perfetta su di
esso, dunque “a rigore di termini, il
comandamento dice cosi: ama la persona (...) (essa) è un bene di cui solo
l’amore rappresenta il rapporto proprio e pienamente valido.”[5]
Come conseguenza, la libertà è al contempo un dono
e un compito da realizzare nell’agire proteso verso la verità dell’essere
persona. E dalla libertà viene la responsabilità. Dunque “la responsabilità per l’amore è ridotta alla responsabilità per la
persona. È nata di essa e ritorna ad essa. Ma puoi comprenderla soltanto quelo
che há piena coscienza del valore della persona.”[6] Dice
anche “L'uomo desidera l'amore di più che
la libertà: la libertà è un mezzo, l’amore è un fine”[7]
3. Quale il rapporto tra unione e
procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla?
Il rapporto tra unione
e procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla puoi essere capito nella
subordinazione dell’impulso sessuale verso l’esistenza dell’uomo, che si
esprime attraverso la partecipazione di questo impulso nella generazione di una
nuova vita personale. Questa postura e decisione e la loro importanze è
facilmente percepibile e ha una importanza particolarmente significativa quando
l’esistenza della persona umana è vista nella prospettiva metafisica come
opera-dono della incessante iniziativa creatrice dello AMORE PERSONALE di Dio.
Nel suo libro, Karol Wojtyla
richiama l'attenzione sul fatto che il legame tra l'unione e la procreazione nel contesto etico-sessuale è l’amore, però non
qualche amore, è l’amore
in senso pieno.
Quindi presenta i vari aspetti dell'amore umano fino a arrivare nel suo senso più completo e
definitivo, partendo dell’amore come piacere, passando per l’amore come
concupiscenza, benevolenza, reciprocità, amicizia, fino a
raggiungere un amore sponsale, reflesso
di Dio, che è Amore.
In questa linea, la morale sessuale ottiene nuove luci, senza perdere il suo significato essenziale. Non è semplice esperienze sessuali bilaterale, in cui la donna cede il suo corpo per l’uomo in
senso di posse, di forma che entrambi possono sentire il massimo piacere sensuale, ma
precisamente nel generoso impegno appartenenza reciproca delle PEERSONE tra
loro. Ecco l'espressione piena dell'amore sponsale.
In questa comprensione, l'impulso sessuale sta
intimamente legato all’unione e procreazione, come una “orientazione specifica di
ogni essere umano risultante dalla divisione del genere umano
in due sessi
(...), il fine ultimo dell’impulso sessuale è l'esistenza della specie umana.”[8] Questo permette all’uomo
l’opportunità di vivere la sessualità come espressione di una unione intima e verdadera,
espressa pienamente nel matrimonio.
La comprensione del significato pieno di amore è la
chiave di lettura per capire l’intimo rapporto tra l’unione e procreazione come
uno riflesso del proprio Dio, che da all’uomo l’opportunità di vivere e partecipare
del suo amore, che anche è capace di unire e generare.
Cosi Karol Wojtyla vuole rispondere alle nuove
domande che ci sono venute nel contesto dell’amore umano, specialmente quelle
che ci sono ligati delle da unione tra uomo e donne e anche la procreazione
nella morale sessuale. Tale domende hanno venute soprattutto dopo lo
sviluppamento delle idee derivate dall’illuminismo e abbandono della filosofia
medievale, in particolare nel XX secolo, specialmente l’utilitarismo.[9]
Dunque, la libertà è
al contempo un dono e un compito da realizzare nell’agire proteso verso la
verità dell’essere persona.
[2] WOJTYLA, Karol, Amor
e Responsabilidade, Edições Loyola, São Paulo, pag. 10.
[3] Aristotele, Etica a Nichomache, I, 1, 1094a 1.
[4] WOJTYLA, Karol, Amor
e Responsabilidade, Edições Loyola, São Paulo, Pag. 47. (traduzione
personale).
[5] Ibidem, Pag. 39.
[6] Ibidem, pag 114.
[7] Ibidem, pag. 118.
[8] Ibidem, pag. 237.
[9] Cfr. Ibidem, pag. 33.