Introduzione alla Bioetica (Amore e Responsabilità)

Studio etico



Amore e Responsabilità è l’opera filosofica di Karol Wojtyla, dove possiamo trovar le caratterische principale del suo pensiero, in essa anche possiamo capire bene lo svillupamento dei altri operi di quelle chi ha diventato papa senza lasciare di essere anche filosofo.
L’articolazione delle idee hanno trovatto una prima espressione in forma di conferenze nell’anni di 1958/59 nell’Università Catolica de Lublin, dopo ha presso la forma di libro, pubblicato dalla Società Scientifica della stessa università in 1960. Il libro ha sua propria storia “Habent sua fata libelli...”, e anche del suo autore.
Per una migliore comprensione del lavoro, nostro professore Robert Gahl ha suggerito rispondere alle 3 importanti domande: 1. Quale tipo di impostazione?; 2. Quale ruolo ha il bene comune nel suo pensiero? 3. Quale rapporto tra unione e procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla?

1.       Quale tipo di impostazione?

L’opera presenta una importazione ética eudaimonica, però possiamo dire anche attraverso di un nuovo sguardo personalista.
Possiamo afermare che l’impostazione etica è eudaimonica, sia nel suo contenuto essenziale, poiché presenta una visione dell’ética come ordinamento della condotta verso il bene della vita umana considerata nella sua totalità,[1] sia per le diversi referenze ai pensatori classiche presenti in tutta l’opera. Ecco aspetti generali che condivide con l’antropologia agostiniana o tomista:  una visione realista e metafisica dell’uomo e del mondo; la persona è spirituale e libera, aperta al mistero e alla trascendenza.
Possiamo giustificare che tale visione eudaimonica é fatta attraverso un nuovo sguardo personalista per le diversi caratteristiche che ci sono presenti: le distinzione netta fra persone e cose, la persona à analizzata con categorie filosofiche proprie; la persona è stata nel centro della riflessione filosofica; la centralità del cuore, la dimensione essenziale affettiva della persona, alla pari dell’intelletto e della volontà; la persona si realizza nei rapporti interpersonali, dialogo, dono e comunione; trattamento esplicito della corporeità e della sessualità, l’uomo è visto come spirito incarnato e sessuato; la riflessione sulla persona è sviluppata interagendo con la realtà culturale e sociale.
Egli pretende togliere la “crosta” oggettivista al pensiero di San Tommaso depositata su di esso dallo scolasticismo, esponendo i contenuti del tomismo a partire dell’esperienza esistenziale del soggetto. Così, la comune esperienza morale sarà il punto di partenza per la riflessione etica. Tuttavia, l’esperienza del soggetto non è il fondamento della verità, ma un luogo privilegiato della sua manifestazione.
Egli parte dall’etica all’antropologia, le sue riflessioni sulla domanda circa la vita buona, lo portano ad approfondire i fondamenti antropologiche dell’etica.
Dunque il libro non è destinato a stabilire nuove norme morali, né meno per ad abbandonare l’etica aristotelico-tomista (eidaimonica) catolica e si raccontarla di una forma che possa rispondere i desideri dell’uomo hodiernal  e dei nuovi problemi della morale sessuale catolica che sono nati nel secolo scorso. Nelle parole dello stesso autore nel prefazione della prima edizione in portoghese:

“(...)porque estas normas apresentam muitas vezes a oposição, mais na prática que na teoria, (...)O presente livro surgiu em grande parte da necessidade de justificar as normas da ética sexual católica, e de justificá-las da maneira mais definitiva possível, apelando para as verdades morais mais elementares e indiscutíveis e para os valores ou bens mais fundamentais. Tal bem é a pessoa, e a verdade moral mais estritamente relacionada com o mundo das pessoas é o mandamento do amor.[2]

2.       Quale ruolo ha il bene comune nel suo pensiero?

Il bene comune ha ruolo fondamentale nel pensiero di Karol Wojtyla, già che “Ogni arte e ogni indagine, come pure, ogni azione e scelta, a quanto si crede, persegue un qualche bene, e per questo il bene è stato definito, in modo appropriato, come ciò cui tutto tende[3],   tuttavia lascia chiaro che questo bene comune deve essere anche il bene della persona. L’uomo non è un “che”, ma un “chi”, non è soltanto un individuo della sua specie. La persona è più della semplice individualità materiale, è unica e insostituibile.
Nell’atto libero, l’uomo non solo desidera qualcosa, ma anche determina se stesso, perche le sue scelte esprimono la propria visione esistenziale. Nell’autodeterminazione si esprime una trascendenza “orizzontale” verso qualche valore o fine, ma anche una trascendenza “verticale” verso la propria verità come persona.
Nell’autodeterminazione dell’uomo si esprime una trascendenza “orizzontale” verso qualche valore o fine, ma anche una trascendenza “verticale” verso la propria verità come persona.
Questo bene comune della persona è l’amore, però non qualche amore. Lui distingue moltíssimo bene le false idee dell’amore. “Parla d’amore come una forma del vivere umano, che dovrebbe essere subordinato ad amore come virtù.”[4] e presenta “il comandamento d’amore” come espressione più perfetta su di esso, dunque “a rigore di termini, il comandamento dice cosi: ama la persona (...) (essa) è un bene di cui solo l’amore rappresenta il rapporto proprio e pienamente valido.[5]
Come conseguenza, la libertà è al contempo un dono e un compito da realizzare nell’agire proteso verso la verità dell’essere persona. E dalla libertà viene la responsabilità. Dunque “la responsabilità per l’amore è ridotta alla responsabilità per la persona. È nata di essa e ritorna ad essa. Ma puoi comprenderla soltanto quelo che há piena coscienza del valore della persona.[6] Dice anche “L'uomo desidera l'amore di più che la libertà: la libertà è un mezzo, l’amore è un fine[7]

3. Quale il rapporto tra unione e procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla?

Il rapporto tra unione e procreazione nella morale sessuale di Karol Wojtyla puoi essere capito nella subordinazione dell’impulso sessuale verso l’esistenza dell’uomo, che si esprime attraverso la partecipazione di questo impulso nella generazione di una nuova vita personale. Questa postura e decisione e la loro importanze è facilmente percepibile e ha una importanza particolarmente significativa quando l’esistenza della persona umana è vista nella prospettiva metafisica come opera-dono della incessante iniziativa creatrice dello AMORE PERSONALE di Dio.
Nel suo libro, Karol Wojtyla richiama l'attenzione sul fatto che il legame tra l'unione e la procreazione nel contesto etico-sessuale è l’amore, però non qualche amore, è l’amore in senso pieno.
Quindi presenta i vari aspetti dell'amore umano fino a arrivare nel suo senso più completo e definitivo, partendo dell’amore come piacere, passando per l’amore come concupiscenza, benevolenza, reciprocità, amicizia, fino a raggiungere un amore sponsale,  reflesso di Dio, che è Amore.
In questa linea, la morale sessuale ottiene nuove luci, senza perdere il suo significato essenziale. Non è semplice esperienze sessuali bilaterale, in cui la donna cede il suo corpo per l’uomo in senso di posse, di forma che entrambi possono sentire il massimo piacere sensuale, ma precisamente nel generoso impegno appartenenza reciproca delle PEERSONE tra loro. Ecco l'espressione piena dell'amore sponsale.
In questa comprensione, l'impulso sessuale sta intimamente legato all’unione e procreazione, come una “orientazione specifica di ogni essere umano risultante dalla divisione del genere umano in due sessi (...), il fine ultimo dell’impulso sessuale è l'esistenza della specie umana.”[8] Questo permette all’uomo l’opportunità di vivere la sessualità come espressione di una unione intima e verdadera, espressa pienamente nel matrimonio.
La comprensione del significato pieno di amore è la chiave di lettura per capire l’intimo rapporto tra l’unione e procreazione come uno riflesso del proprio Dio, che da all’uomo l’opportunità di vivere e partecipare del suo amore, che anche è capace di unire e generare.
Cosi Karol Wojtyla vuole rispondere alle nuove domande che ci sono venute nel contesto dell’amore umano, specialmente quelle che ci sono ligati delle da unione tra uomo e donne e anche la procreazione nella morale sessuale. Tale domende hanno venute soprattutto dopo lo sviluppamento delle idee derivate dall’illuminismo e abbandono della filosofia medievale, in particolare nel XX secolo, specialmente l’utilitarismo.[9]
Dunque, la libertà è al contempo un dono e un compito da realizzare nell’agire proteso verso la verità dell’essere persona.






[1] Cfr. LUÑO, Angel R., Etica General,  4ª edición, EUNSA, Pamplona, 2001, p. 18.
[2] WOJTYLA, Karol, Amor e Responsabilidade, Edições Loyola, São Paulo, pag. 10.
[3] Aristotele, Etica a Nichomache, I, 1, 1094a 1.
[4] WOJTYLA, Karol, Amor e Responsabilidade, Edições Loyola, São Paulo, Pag. 47. (traduzione personale).
[5] Ibidem, Pag. 39.
[6] Ibidem, pag 114.
[7] Ibidem, pag. 118.
[8] Ibidem, pag. 237.
[9] Cfr. Ibidem, pag. 33. 

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