tag:blogger.com,1999:blog-1797179738981060272024-03-13T18:52:16.183+01:00Blog do Padre GilbertoBlog de divulgação e defesa da Fé Católica Apostólica Romana. Textos, palestras, artigos, Novena dos namorados e filosofiaPadre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.comBlogger248125tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-38018558864848793112016-02-15T02:51:00.001+01:002016-02-15T02:52:12.564+01:00Novidades do blog<table border="1" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoTableGrid" style="border-collapse: collapse; border: none; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-padding-alt: 0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 548px;"><tbody>
<tr style="height: 1pt;"><td colspan="2" style="border: none; height: 1pt; padding: 0cm 5.4pt; width: 373.95pt;" valign="top" width="499"><br /></td></tr>
<tr style="height: 1pt;"><td style="border: none; height: 1pt; padding: 0cm 5.4pt; width: 373.95pt;" valign="top" width="499"><br /></td></tr>
<tr style="height: 1pt;"><td style="border: none; height: 1pt; padding: 0cm 5.4pt; width: 373.95pt;" valign="top" width="499"><br /></td></tr>
<tr style="height: 1pt;"><td style="border: none; height: 1pt; padding: 0cm 5.4pt; width: 373.95pt;" valign="top" width="499"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b>Nosso blog está sendo atualizado.</b></span><br />
<div>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
<div>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b>Em breve novas postagens... AGUARDE!</b></span><br />
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span>
<span style="color: #cc0000; font-size: large;"><b><br /></b></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-55308969648169991482014-10-28T01:16:00.001+01:002014-10-28T01:16:37.479+01:00XXX Domenica del Tempo Ordinario<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span lang="IT" style="font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT;">(Es 22, 20-26; Sl 17(18);1Ts 22,
34-40; Mt 22, 34-40)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-x2Itsw8eGW8/VE09ahY4agI/AAAAAAAABTE/LDGE5EJelDc/s1600/9316319_92DrZ.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-x2Itsw8eGW8/VE09ahY4agI/AAAAAAAABTE/LDGE5EJelDc/s1600/9316319_92DrZ.jpeg" height="256" width="400" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span lang="IT">“Amerai!”<o:p></o:p></span></i></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Carissimi
fratelli e sorelle, la liturgia d’oggi ci pone davanti all’essenza della nostra
fede: l’amore! Nella nostra meditazione cercheremo di affrontare di quale amore
ci parla Dio, quale misura, quale modo e a chi deve essere destinato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> <i>“I farisei avendo udito che Gesù aveva
chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore
della Legge, l’interrogò per metterlo a prova: Maestro, nella Legge, qual è il
grande comandamento”. (Mt 22, 34-36)</i>. Qui possiamo vedere una volta più
un’attitudine d’ironia, la domanda fatta dal dottore non cerca un insegnamento,
ma mettere a prova Gesù, che pena! Perché la domanda è veramente buona e ci
permette un questionamento profondo sull’autenticità della fede. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Là
risposta di Gesù rimette all’amore. La domanda riguarda il comandamento più
importante e la risposta di Nostro Signore all’essenza della vera religione. Infatti,
gli ebrei erano curatissimi nell’osservare la legge, però il legalismo in cui
erano caduti, loro avevano portato a una chiusura di cuore all’amore vero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> L’amore,
appunto, implica là libertà, nessun può amare autenticamente se non lo fa
liberamente. La legge, quindi, deve educare il cuore umano e predisporlo
all’amore, però mai, portare a chiusura interiore. Allora questo ci permette
concludere che la legge, ancora che importantissima, non ha il potere in sé
stessa, di fare che nessuno venga ad amare. Una persona può essere strettamente
legalista, compiere tutte le regole e leggi, però questo non implica
necessariamente sappia amare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> È
molto interessante pensare che l’inverso non occorra spesso, di solito, la
persona che veramente ama, impara a compiere la giustizia, perché la carità che
ci porta ad andare all’incontro dell’altro e offrire ciò che abbiamo e siamo di
meglio implica sempre riconoscere quello che è dell’altro. Questo vuoi dire
dunque che quello che sa amare veramente sempre sia giusto, ma il giusto non
necessariamente sappia amare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Qui
ci domandiamo: lo scopo della nostra fede è farci giusti o caritevoli? La risposta è data da Gesù: <i>“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo
cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente e amerai il tuo prossimo
come te stesso” (cfr. Mt 22,37-39).</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Cari
Fratelli e sorelle mai diventa esaustivo domandarci, il mio rapporto con Dio mi
porta ad amarLo sopra tutte le cose e ad amare il prossimo? La mia vita
sacramentale, la mia vita di pietà mi porta a vedere Dio come un Padre amoroso
e ad amare chi è accanto a me? Ho, infatti, uno sguardo d’amore verso le altre?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> La
risposta questa domanda non deve essere soltanto teoretica, ma pensiamo: Io,
infatti, riesco a vedere che Dio è sempre con me, nella mia casa, nella mia
famiglia, nel mio lavoro e anche presente nel mio rapporto con le persone? La
mia condotta cerca veramente Dio?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Ci
può aiutare tanto a rispondere, analizzando il tempo che riserviamo alla
preghiera personale, sia come sia, al dialogo profondo e intimo con il Nostro
Signore. Dopo pensare, le mie parole e il mio atteggiamento verso le altre
abitualmente producono amore, perdono, riconciliazione oppure odio, gelosia, invidia,
chiacchera, intriga?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> È
molto vero che possiamo facilmente cadere in un’attitudine di giudizio
temerario verso le altre persone, specialmente chi è accanto a noi e hanno un
temperamento molto diverso del nostro, che non comungano della nostra fede,
oppure semplicemente non sono d’accordo con la nostra forma di vedere il mondo.
Qui siamo invitati a un vero compito: evangelizzare con la nostra vita, con le
nostre parole, ma anche con il nostro atteggiamento verso loro. Trattare queste
persone come Cristo, perdonando e dimostrando che il perdono e la misericordia è
soltanto quello che può cambiare una vita. Ancora che abbiamo la responsabilità
di correggere ed esortare i nostri figli, amici, colleghi, possiamo sempre fare
questo con vero spirito d’amore, così come Dio fa con noi ogni volta che ci avviciniamo
al sacramento della riconciliazione, perdonandoci e dandoci la grazia per
rincominciare di una forma diversa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Infatti,
come dice il salmo, <i>“grandi cose ha fatto
il Signore per noi” (Sl 17(18), 3).</i> Conviene dunque sempre pensare quante
volte abbiamo peccato e quante volte ci ha perdonato Gesù. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Di
solito una persona che non riesce a vedersi come peccatrice perdonata da Dio,
anche non riesce a perdonare le altre. Era questa l’attitudine di alcuni
dottori della legge, sapevano tanto bene la Legge giusta, ma dimenticavano
sempre della loro infedeltà e del perdono dato da Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> L’apostolo
Paolo aveva sempre questo in mente, si ricordava sempre dei suoi errori, però
non per accusarti infecondamente, ma per esaltare la grande misericordia di Dio
verso Lui ed esortava sempre alle comunità cristiane che era la loro
conversione che portava ai pagani alla conversione, <i>“Infatti, per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto
in Macedonia e in Acàaia, ma là vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto.”
(1Ts 1, 8)</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Se
il mondo in cui viviamo e specificamente la nostra famiglia e i diversi
ambienti in cui siamo non sono migliori, forse sia perché dobbiamo riflettere
più l’amore e la misericordia di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT"> Finiamo
chiedendo alla Madonna, madre della misericordia, che ci aiuti sempre ad amare
Dio e al prossimo come noi stessi e a portare la pace e concordia a tutte i
nostri.<o:p></o:p></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-24860768830136362562014-10-28T01:16:00.000+01:002014-10-29T22:34:47.329+01:00XXX Domingo do tempo Comum<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 8.0pt; line-height: 115%;">(Ex 22, 20-26; Sl 17(18); 1Ts 22,
34-40; Mt 22, 34-40)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 8.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-x2Itsw8eGW8/VE09ahY4agI/AAAAAAAABTE/LDGE5EJelDc/s1600/9316319_92DrZ.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-x2Itsw8eGW8/VE09ahY4agI/AAAAAAAABTE/LDGE5EJelDc/s1600/9316319_92DrZ.jpeg" height="256" width="400" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 8.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-size: 8.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><i><span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">“Amarás”</span></i></b><span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Caríssimos irmãos e irmãs, a liturgia de hoje nos coloca diante da essência
da nossa fé: o amor! Em nossa meditação buscaremos tratar de qual amor Deus nos
fala, em que medida, de que maneira e a quem deve ser destinado.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<i><span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">“Os fariseus ouviram dizer que
Jesus tinha feito calar os saduceus. Então eles se reuniram em grupo, e um doutor
da Lei perguntou a Jesus, para experimentá-lo: ‘Mestre, qual é o maior
mandamento da Lei’?”</span></i><span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> (Mt 22,
34-36). Aqui podemos ver mais uma vez uma atitude irônica, a pergunta feita
pelo doutor da Lei não busca ensinamento, mas sim colocar Jesus à prova, que pena!
Porque a pergunta realmente é muito boa e nos permite um questionamento
profundo sobre a autenticidade da fé.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">A resposta de Jesus nos remete ao amor. A pergunta refere-se ao
mandamento mais importante e a resposta de Nosso Senhor à essência da
verdadeira religião, notamos que a resposta de Jesus vai numa dimensão muito mais profunda. De fato, os hebreus eram extremamente cuidadosos na
observância da lei, porém o legalismo em que tinham caído levou-os a fechar o
coração ao verdadeiro amor.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">O amor, de fato, implica liberdade, ninguém pode amar
autenticamente se não o fizer livremente. A lei, portanto, deve educar o
coração humano e predispondo-o ao amor, mas nunca deve levar a um fechamento em si mesmo.
Então podemos concluir que a lei, ainda que muito importante, não tem, em si
mesma, o poder de fazer que alguém venha a amar. Uma pessoa pode ser
extremamente legalista, cumprir todas as regras e leis, mas isso não implica
necessariamente que saiba amar.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">É muito interessante pensar que o contrário não ocorre com
frequência, geralmente, a pessoa que ama de verdade, começa a fazer justiça,
porque a caridade nos leva a caminhar de encontro ao outro e oferecer aquilo
que temos e somos de melhor e implica também reconhecer sempre aquilo que pertence ao
outro. Isso significa que aquele que sabe amar verdadeiramente sempre é
justo, mas não necessariamente o justo sabe amar.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Aqui nos questionamos: o propósito da nossa fé é sermos justou ou
caridosos? Jesus nos dá a resposta: <i>“Amarás
o Senhor teu Deus de todo teu coração, com toda tua alma e com a tua mente e
amarás ao próximo como a ti mesmo” (cfr. Mt 22, 37-39).<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Queridos irmãos e irmãs nunca será demais nos questionarmos: a
minha relação com Deus me leva a amá-Lo sobre todas as coisas e a amar o
próximo? A minha vida sacramental, a minha vida de oração me leva a ver Deus
como um Pai amoroso e a amar quem está perto de mim? Tenho, de fato, um olhar
de amor para com o outro?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">A resposta a essa pergunta não deve ser apenas teórica, mas
pensemos: eu, de fato, consigo ver que Deus sempre está comigo, na minha casa,
na minha família, no meu trabalho e ainda presente no meu relacionamento com as
pessoas? A minha conduta busca realmente a Deus?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Podemos nos ajudar a responder, analisando o tempo que reservamos
para a oração pessoal, seja como for, ao diálogo profundo e íntimo com Nosso
Senhor. Depois pensarmos, as minhas palavras e atitudes para com os outros
normalmente geram amor, perdão, reconciliação ou ódio, ciúmes, inveja, fofoca,
intriga?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">É verdade que podemos facilmente cair numa atitude de juízo
temerário em relação às outras pessoas, especialmente quem está perto de nós e
têm um temperamento muito diferente do nosso, que não comungam da nossa fé, ou
simplesmente não estão de acordo com nosso modo de ver o mundo. Então, somos
convidados a um verdadeiro desafio: evangelizar com a nossa vida, com as nossas
palavras, mas também com nossas atitudes em relação ao outro. Tratar essas
pessoas como Cristo, perdoando e demonstrando que o a misericórdia é a
única forma de mudar uma vida. Ainda que tenhamos a responsabilidade de
corrigir e exortar nossos filhos, amigos, colegas, que sempre possamos
fazê-lo com verdadeiro espírito de amor, assim como Deus faz conosco a cada vez
que nos aproximamos do sacramento da reconciliação, perdoando-nos e dando-nos a
graça de recomeçar de outra maneira.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">De fato, como diz o salmo, <i><span style="background: yellow; mso-highlight: yellow;">“grandes coisas fez o Senhor por
nós” </span></i><span style="background: yellow; mso-highlight: yellow;">(Sl
17(18), 3). </span></span><span style="text-indent: 35.45pt;">É comum que uma pessoa que não consiga ver-se como pecadora perdoada
por Deus, também não consiga perdoar os outros. Essa era a atitude de alguns
doutores da Lei, conheciam bem a Lei, mas esqueciam sempre das suas
infidelidades e do perdão dado por Deus.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">O apóstolo Paulo tinha isso sempre em mente, por isso recordava-se sempre
dos seus erros, mas não para acusar-se à toa, mas para exaltar a grande
misericórdia de Deus para com ele e exortava sempre às comunidades cristãs que
era a conversão de vida que levava os pagãos à verdadeira fé, <i>“Em verdade, partindo de vós, não só ressoou a palavra do Senhor pela
Macedônia e Acaia, mas também se propagou a fama de vossa fé em Deus por toda
parte, de maneira que não temos necessidade de dizer coisa alguma”</i> (1Ts
1,8).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Se o mundo no qual vivemos e, especificamente a nossa família, bem como os
diversos ambientes que frequentamos não são melhores, talvez seja porque
devemos refletir mais o amor e a misericórdia de Deus.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Cambria","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Terminemos pedindo a Nossa Senhora, Mãe da Misericórdia, que nos
ajude sempre a amar a Deus e ao próximo como a nós mesmos e a levarmos a paz e
a harmonia a todos os nossos.<o:p></o:p></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-82938509012936021572014-07-07T20:48:00.000+02:002014-07-07T20:48:42.030+02:00Dogmas Marianos<div class="MsoTitle">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><b>INTRODUÇÃO<span id="goog_919557193"></span><span id="goog_919557194"></span></b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoTitle">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-8cND-Xr68u4/U7rqyg33s0I/AAAAAAAABSs/9CFxZgD6hCY/s1600/lippi-madonna.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-8cND-Xr68u4/U7rqyg33s0I/AAAAAAAABSs/9CFxZgD6hCY/s1600/lippi-madonna.jpg" height="320" width="234" /></a></div>
<br /></div>
<h1 style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Toda a Mariologia parte de um
princípio fundamental, que Maria é Mãe de Deus feito homem. É dessa proposição
que vem todos os demais títulos de Nossa Senhora: a sua Imaculada Conceição, a
Assunção corpórea e também sua virgindade perpétua.<o:p></o:p></span></h1>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Antes de
aprofundar em cada um destes dogmas da nossa fé é necessário ter presente que eles
salvam a fé do racionalismo e que devem ser entendidos na analogia da fé, sem
deixar de lado as demais verdades cristãs, sobretudo que Jesus Nosso Senhor é
verdadeiro Deus e verdadeiro homem.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<h2>
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">1.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">VIRGINDADE
PERPÉTUA DE MARIA<o:p></o:p></span></h2>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Consiste em afirmar que Maria é<b> aeiparthénos</b>, sempre virgem (no
sentido físico). Essa verdade foi professada pela Igreja em 07/VIII/ 1555 pelo
papa Paulo IV: “<i>A bem-aventurada Virgem Maria foi verdadeira Mãe de Deus, e
guardou sempre íntegra a virgindade, antes do parto, no parto e constantemente
depois do parto” (DS nº 1880[993]).<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 39.0pt; mso-list: l0 level2 lfo6; tab-stops: list 39.0pt; text-align: justify; text-indent: -19.5pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">1.1<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Na Escritura<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Os Evangelhos sempre afirmam que Maria concebeu Jesus sem a intervenção
de José. Tenha-se em vista, por exemplo, o texto de Mt 1,18-20.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 6.0pt; margin-left: 35.45pt; margin-right: 0cm; margin-top: 6.0pt; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">“Deu-se
assim a concepção de Jesus Cristo: Maria, sua mãe, estava desposada com José. <b>Antes,
porém, da habitarem juntos, achou-se grávida pelo poder do Espírito Santo</b></span></i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyTextIndent" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Além dessa passagem encontram-se outra inúmeras, como se vê também
claramente em Lc 1,26 e em outras que aparece implícita ou explicitamente (Mt
1,1-17;Lc 1,34 etc...)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">No antigo testamento pode-se notar o famoso texto de Is 7,14, a apalavra
hebraica ‘almah significa apenas jovem na flor de seus anos, sem alusão direta
à virgindade, porém o mesmo termo é usado na Bíblia para designar uma donzela virgem
(cf. Gn 24,43; Ex 2,8 ; Sl 68,26). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Além disso, S. Mateus citou a profecia de Isaias em sua forma grega
dando-lhe interpretação cristã: a <i>parthénos </i>ou virgem é Maria e seu
Filho Emanuel é o Cristo Jesus. Assim a própria Escritura explica a Escritura.
Nesse texto também deve-se aplicar o “sensus plenior”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 39.0pt; mso-list: l0 level2 lfo6; tab-stops: list 39.0pt; text-align: justify; text-indent: -19.5pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">1.2<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Na Tradição e no Magistério da Igreja<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 19.5pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Entre tantos textos pode-se citar o de S. Inácio de Antioquia (+110) “o
Filho de Deus...verdadeiramente nasceu de uma virgem” (Aos Esmirnenses 1,1)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">O magistério também sempre ensinou o mesmo como se vê, por exemplo, no
credo niceno-constantinopolitano
“Encarnou-se de Maria <b>Virgem</b>, por obra do Espírito Santo”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Como antes foi citado, também o papa Paulo IV em 1555 professou que
Maria é virgem, antes, durante e constantemente depois do parto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 19.5pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 39.0pt; mso-list: l0 level2 lfo6; tab-stops: list 39.0pt; text-align: justify; text-indent: -19.5pt;">
<!--[if !supportLists]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">1.3<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Significado antropológico e
escatológico da virgindade de Maria<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 19.5pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Além de salvaguardar o mistério do Deus Homem, a virgindade perpétua de
Maria também revela o valor da virgindade da alma e do corpo para Deus,
superior inclusive à instituição do matrimônio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A virgindade perpétua faz de Maria o símbolo vivo da ordem nova
instaurada pelo Espírito Santo, o símbolo excelso do Reino de Deus e da
existência escatológica, “pois na ressurreição, nem eles tomarão mulher, nem
elas marido, serão como anjos no céu”<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Certamente nem todos entendem esta linguagem senão aqueles a quem foi
concedido</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">2.
MATERNIDADE DIVINA<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">2.1 Na Sagrada Escritura<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A fonte para se afirmar que Maria é mãe de Deus no Antigo Testamento
podem ser encontradas de forma velada no estudo das mulheres que antecedem
Maria e a ela fazem referência, começando por Eva “mãe de todos os viventes”</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">, e
passando por Judite, Débora, Rute, Éster e muitas outras, Finalmente vários
profetas falam simbolicamente de uma “Filha de Sião” que representa o mistério
do povo de Israel nos três aspectos, Esposa, Mãe e Virgem, que se realizarão
plenamente no mistério de Maria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">No Novo testamento a maternidade divina de Maria é afirmada <b>implicitamente
</b>toda vez que dela fala como “Mãe de Jesus”, o qual declarou sem sombra de
dúvidas como Deus. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">O texto mais primitivo é o de<i> Gálatas 4,4-5, </i>o qual foi estudado
neste curso em aula expositiva, no texto o apóstolo menciona Maria sem a
nomear. De Jesus diz que foi <i>“Nascido de mulher”</i>. Marcos chama Jesus
“Filho de Maria” e “Filho de Deus”</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Em Mateus e Lucas emprega-se a palavra Mãe tanto no relato da concepção
como no Nascimento</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">; na
Anuncuação a Maria o Anjo lhe diz: <i>“conceberás e darás à luz um <b>filho</b>,
a Quem porás o nome de Jesus”</i></span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt;">[5]</span></b></span><!--[endif]--></span></i></span></a><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Além de todas esses indícios implícitos, o Novo Testamento da evidências
explícitas no famoso texto de Lucas 1,31: <i>“o Santo que nascerá de ti será
chamado Filho de Deus”, </i>e também o de Mateus que afirma que o filho de
Maria será chamado de <i>“Emmanuel...Deus conosco”</i></span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn6" name="_ftnref6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt;">[6]</span></b></span><!--[endif]--></span></i></span></a><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">.<o:p></o:p></span></i></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">2.2 Na Tradição<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Julga-se que o título <b><i>Theotókos</i></b>, Mãe de Deus, aparece pela
primeira vez na literatura Cristã nos escritos de Orígenes (+250) e foi
solenemente proclamado pelo Concílio de Éfeso (431).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">2.3 Significado da Maternidade Divina
de Maria<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Predestinada a ser mãe de Deus, Maria tinha também que ser predestinada
a ser digna Mãe de Deus</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn7" name="_ftnref7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Na lógica divina era necessário que no coração de Maria houvesse um
afeto que ultrapassasse o âmbito natural, em virtude da sua missão que também
ultrapassava a de qualquer outra pessoa, dar a luz ao Filho de Deus, Salvador
da humanidade. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Daí que Deus a cumulou do mais alto grau da Graça, a fim de que tivesse
com o seu Filho os sentimentos próprios de uma mãe de Deus para um Filho de
Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="mso-outline-level: 1; page-break-after: avoid; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Do mistério da plenitude da Graça em Maria têm-se salientado, entre
outros, três aspectos:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 2.0cm; mso-list: l2 level1 lfo2; tab-stops: list 2.0cm; text-align: justify; text-indent: -21.25pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">a)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A total ausência de pecado e a perfeição de todas as virtudes na alma de
Maria.</span><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn8" name="_ftnref8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 2.0cm; mso-list: l2 level1 lfo2; tab-stops: list 2.0cm; text-align: justify; text-indent: -21.25pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">b)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">O que S. Tomás chama <i>refluentia</i> da graça da alma sobre a
materialidade do corpo de Maria, que sempre de algum modo misterioso para nós –
“introduzida” na vida íntima da Trindade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-left: 2.0cm; mso-list: l2 level1 lfo2; tab-stops: list 2.0cm; text-align: justify; text-indent: -21.25pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">c)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Como conseqüência do anterior, Maria é, de certo modo, fonte de Graça
para os homens (em união, subordinada, por participação, de Cristo).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">3.
IMACULADA CONCEIÇÃO<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Por ser Mãe
de Deus, Maria recebeu de Deus graças muito singulares, entre elas a Imaculada
Conceição. Para ser digna Mãe de Jesus, Ela foi isenta de todo pecado ou
imaculada.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">3.1 Solução das dificuldades teológicas<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Uma das
dificuldades levantada por alguns teólogos antes da declaração dogmática da
Imaculada Conceição era a da <b>universalidade da redenção</b> operada por
Cristo. Como explicar a que Maria não tinha pecado original e que tinha
necessidade de ser redimida como todos os homens?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A resposta
do magistério é clara: Maria não é uma criatura isenta de redenção, pelo
contrário: é a primeira redimida por Cristo e o foi de um modo eminente em
atenção aos méritos de Jesus Cristo Salvador do Gênero Humano.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn9" name="_ftnref9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></a>
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">E daí lhe
vem toda esta resplandecente santidade completamente singular com que foi
“enriquecida desde o primeiro instante de sua concepção”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn10" name="_ftnref10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></a>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A
dificuldade acerca de como podia uma pessoa ser redimida sem ter contraído, ao
menos por um instante, o pecado original, responde-se com a distinção entre
“redenção liberativa” e “redenção preservativa”. A primeira é a que se aplica a
todos nós com a “lavagem da regeneração batismal”. E esta última foi a que
aconteceu em Maria ainda antes que pudesse incorrer em pecado.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">3.2 Na Sagrada Escritura<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Depois da
queda de Adão, Deus fala à serpente: <i>“porei inimizade entre ti e a mulher e
entre a tua posteridade e a posteridade dela...”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn11" name="_ftnref11" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt;">[11]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i>Não
poucos Santos Padres e Doutores aplicam esse texto a Virgem Maria.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Assim como
da primeira Eva partiu a ruína do gênero humano, da nova surge a redenção,
Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Os Padres,
para isto, baseiam-se nas palavras do Anjo Gabriel que diz na Anunciação “em
nome e por ordem de Deus” em tão singular e solene saudação, nunca ouvida até
então: <i>cheia de graça</i><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn12" name="_ftnref12" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[12]</span></span><!--[endif]--></span></a><i>.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Contudo
pode-se afirmar que na Escritura não há algum texto que fale explicitamente da
Imaculada Conceição de Maria, o que não significa que isso não é verdade
revelada. Sabe-se que foi crescendo aos poucos na Igreja a compreensão mais
profundas dos dados implícitos na Escritura, é o que se chama “desdobramento
homogêneo do dogma”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 35.25pt; text-indent: -35.25pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-font-weight: bold; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">3.3<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Significado da Imaculada Conceição<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-indent: 35.25pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Quando a
Igreja define um dogma não obedece apenas a um capricho dogmatista, muito menos
por uma razão meramente estética, Apesar de autoridade para tanto, a Igreja
sempre fundamenta os dogmas na Sagrada Escritura, na Tradição apostólica, além
disso não o faz sem levar em conta a piedade de seus fiéis, ou seja, a “sensus
fidei”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">As razões
mais claras que a Igreja encontrou para explicar o desígnio de Deus sobre o
mistério da Imaculada Conceição são os seguintes:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 2cm; text-indent: -21.45pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">1)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A
Maternidade divina, Maria foi “dotada por Deus com dons à medida duma missão
tão importante”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn13" name="_ftnref13" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt;">[13]</span></span><!--[endif]--></span></a>
pois essa vocação, a qual não parece existir outra à altura, exige plenitude de
graça divina e imunidade de qualquer pecado na alma, visto que trás consigo a
maior dignidade e santidade, depois da de Cristo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 2cm; text-indent: -21.45pt;">
<!--[if !supportLists]--><i><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: minor-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">2)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-style: normal;">
</span></span></i><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">O amor de Deus a sua mãe, <i>convinha, Deus podia faze-lo e por
isso fez<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn14" name="_ftnref14" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt;">[14]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoBodyText" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">4. ASSUNÇÃO<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoBodyText" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A assunção
corporal de Maria é uma graça estritamente associada à Imaculada Conceição, da
qual decorre logicamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">4.1 Na Sagrada Escritura<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Pio XII quis
fundamentar a definição dogmática deste dogma sobre a Sagrada Escritura lida na
Tradição dos Padres e teólogos da Igreja e o fez a partir das seguintes
passagens:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">- Gn 3,15, e
situou Maria como Nova Eva, que acompanhou o Novo Adão em sua vitória sobre
pecado e a morte. Em conseqüência disso também compartilhou do triunfo de
Cristo sobre a morte, escapando da deterioração do sepulcro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt;">-<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Lc 1,28:
Maria é cheia de graça. Assim, a glorificação corporal de Maria, superando o
poder da morte e é o coroamento da graça apregoada pelo anjo Gabriel.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt;">-<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Ap 12,1: A
mulher revestida de sol representa o povo de Deus que gera o Messias e que tem
a promessa da glória eterna; nesse povo Maria brilha como figura primacial que
dá a luz o Messias e é gloriosa por Graça de Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 36pt; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt;">-<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;">
</span></span><!--[endif]--><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Entre outras
como Ex 20,12; Lv 19,13 além de muitos textos litúrgicos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">4.2 No Magistério<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A
promulgação do dogma data de 1 de Novembro de 1950 por Pio XII através das
seguintes palavras: <i>“Pronunciamos, declaramos e definimos ser dogma
divinamente revelado: que a Imaculada Mãe de Deus, sempre Virgem Maria,
cumprindo o decurso da sua vida terrena, foi assunta em corpo e alma à glória
celeste”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn15" name="_ftnref15" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt;">[15]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>.<o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<b><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">4.3 Significado da Assunção de Maria<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Maria
exaltada na glória celeste é protótipo e representa desde já aquilo que tocará
a cada cristão na consumação da história, desperta e aviva em cada filho a
esperança, põe em relevo nítido o que é seguir o Cristo passo a passo na Terra
até provar o cálice da morte com Ele.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">A Assunção
recorda também o poder de intercessão de Maria e convida cada fiel a um culto
de petição. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Além disso a
Imaculada Conceição de Nossa Senhora é o ponto de convergência de várias
verdades de fé. É a reafirmação da gratuidade da salvação dada por Deus e
percorre de modo peculiar cada um dos artigos do credo católico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="page-break-after: avoid; text-indent: 35.45pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText">
<br /></div>
<div class="MsoTitle">
</div>
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. Mt
19,12.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. Gn
3,15.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. Mc
1,1; 12,6-8; 13, 22; 15,19.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn4">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. Mt 1
e Lc 2.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn5">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></a> Lc 1,31.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn6">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref6" name="_ftn6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. Mt
1, 23.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn7">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref7" name="_ftn7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. LG
56; <o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn8">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref8" name="_ftn8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. LG
53.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn9">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref9" name="_ftn9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></a><span lang="EN-US"> InD, DS 2803; LG 53.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn10">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref10" name="_ftn10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></a> LG
53,56.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn11">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref11" name="_ftn11" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[11]</span></span><!--[endif]--></span></a> Gn 3,15.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn12">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref12" name="_ftn12" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[12]</span></span><!--[endif]--></span></a> Lc
1,28.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn13">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref13" name="_ftn13" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[13]</span></span><!--[endif]--></span></a> LG 56.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn14">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref14" name="_ftn14" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[14]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf.
Duns Escoto, In III Sententiarum, dist. III, q 1.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn15">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Artigos%20e%20Palestras/Dogmas%20marianos%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref15" name="_ftn15" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[15]</span></span><!--[endif]--></span></a> MS, DS
3900-3904.<o:p></o:p></div>
</div>
</div>
<div>
<div id="ftn15">
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-65353916062605398832014-07-06T01:57:00.000+02:002014-07-06T01:57:08.437+02:00Descartes - Terza Meditazione Metafisica<div style="text-align: center;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "MS Mincho"; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-fareast; mso-hansi-theme-font: major-latin;">(la prova
dell’esistenza di Dio in Cartesio)</span></b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "MS Mincho"; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-fareast; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-qkpmFfrkoos/U7iIokKU3VI/AAAAAAAABSI/AzFeqRaCoq4/s1600/Frans_Hals_-_Portret_van_Ren%C3%A9_Descartes.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-qkpmFfrkoos/U7iIokKU3VI/AAAAAAAABSI/AzFeqRaCoq4/s1600/Frans_Hals_-_Portret_van_Ren%C3%A9_Descartes.jpg" height="320" width="261" /></a><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><span style="font-family: Calibri, sans-serif;"> </span>Prima
di tutto dobbiamo aver in conto il modo di Cartesio fare filosofia è molto
particolare e diverso ad esempio, di Platone, Aristotele, S. Tommaso ecc., che sono
più realistico, cosi bisognammo soffermarci un può sul suo pensiero. Già nel
primo paragrafo della Terza meditazione possiamo vedere il suo atteggiamento,
lui non parte dalla realtà oggettiva, dalle cose date dai sensi, ma da un
dubbio metodico. Nell’opera Meditazioni Metafisiche, anche tradotta come
Meditazioni sulla filosofia Prima, Cartesio cerca di dimostrare l’esistenza di
Dio e la distinzione reale tra mente e corpo. L’opera è stata scritta in 1641 e
in essa troviamo lo stesso sistema filosofico presentato nel Discorso sul
Metodo. Come sappiamo l’insieme dell’opera di Cartesio è di molta importanza
per la filosofia, già che inaugura un nuovo atteggiamento metafisico e questa è
la prima osservazione che vorrei fare dalla lettura del testo, poiché quando si
parla di Metafisica qui, non dobbiamo aver in mente lo stesso che troviamo
quando leggiamo gl’autori classici e medievali. Abbiamo anche in conto che se
da un lato lui viveva in un contesto simile al nostro nel senso di una mancanza
de in riferimento filosofico chiaro, un scetticismo dominante, da altro lato
oggi abbiamo in conto la decadenza della scolastica, dopo Duns Scoto e Suares,
che sono gli autori che hanno influenzato Cartesio. Dunque il suo pensiero non
viene di quella scolastica tomista. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Cartesio è un cristiano
cattolico, che ha avuto una formazione gesuitica. È anche un matematico, e
piuttosto voglia scapare di questo, specialmente la sua mentalità matematica,
gli fa desiderare la certezza assoluta, e proprio per quello vuole una scienza
universale, che sia assolutamente chiara, affidabile. Dunque per capirlo
dobbiamo fare sforzo, già che utilizza una terminologia molto particolare.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">L’opera è composta di sei meditazioni, in cui l’autore
mette in dubbio ogni credenza che non sia assolutamente certa, reale, fattuale
e da qui cerca di stabilire quello che è possibile sapere con sicurezza. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Cartesio ha deciso di scrivere
quest’opera dopo essere molto criticato a causa del <i>Discorso del Metodo</i>, con lo scopo d chiarificare un può ciò che era
in sintesi il suo pensiero. La terza meditazione, che è proprio quella che ci
proponiamo ad analizzare, presenta il tema di Dio, concludendo che esiste. Ci
sono 42 paragrafi, che presento qui con il seguente schema: <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div style="border: solid windowtext 1.0pt; margin-left: 18.0pt; margin-right: 0cm; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-element: para-border-div; padding: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt;">
<div class="MsoListParagraphCxSpFirst" style="border: none; line-height: 115%; margin-left: 18.0pt; mso-add-space: auto; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-list: l1 level1 lfo1; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify; text-indent: -18.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">1.<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Introduzione,</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> §1-4 riassunto delle meditazioni
precedenti, §5. La questione di Dio e §6-9 discriminazione dei dati dal
problema; <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="border: none; line-height: 115%; margin-left: 18.0pt; mso-add-space: auto; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-list: l0 level1 lfo2; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify; text-indent: -18.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">A)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Primo cammino</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">, §10-14 per giudicare il valore
oggettivo dell’idee (senso comune); <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="border: none; line-height: 115%; margin-left: 18.0pt; mso-add-space: auto; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-list: l0 level1 lfo2; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify; text-indent: -18.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">B)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Secondo cammino</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">, § 15-29 dove presenta i principi di
causalità e corrispondenza, le condizioni per riconoscere il valore oggettivo
di una idea, l’esami dei diversi specie di idee e la prima prova dell’esistenza
di Dio <b><o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoListParagraphCxSpMiddle" style="border: none; line-height: 115%; margin-left: 18.0pt; mso-add-space: auto; mso-border-alt: solid windowtext .5pt; mso-list: l0 level1 lfo2; mso-padding-alt: 1.0pt 4.0pt 1.0pt 4.0pt; padding: 0cm; text-align: justify; text-indent: -18.0pt; text-justify: inter-ideograph;">
<!--[if !supportLists]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: Calibri; mso-bidi-theme-font: major-latin; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">C)<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; font-weight: normal; line-height: normal;">
</span></span></b><!--[endif]--><b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Seconda prova dell’esistenza di Dio</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">,
§§ 29-42.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div class="MsoListParagraphCxSpLast" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Nell’introduzione ci sembra
chiaro il cambiamento d’impostazione di Cartesio in paragone con gl’autori
precedenti, specialmente Aristotele e S. Tommaso, che partono dell’analisi
della realtà per arrivare al soprasensibili, lui invece parte dall’auto
analisi, dalla coscienza (io) per arrivare all’osservazione del mondo, la ponte
del passaggio piuttosto non ci lascia chiaro. Dopo, dal §5 al §9 paragrafo pone
la questione dell’esistenza di Dio e la discriminazione dei dati del problema.
Il suo schema è questo, dato che sta sicuro che non può confidare nei sensi,
mostra che dubita di un’idea (Y) nella misura in cui suppone un Dio ingannatore
(genio malvagio), però quando torna a quello che pensa conoscere chiaramente si
persuade a pensare che non è possibile che sia ingannato in (Y), poiché si
fossi così non riuscirebbe concepire di un’altra forma. Allora cerca di
esaminare due cose: <b>se Dio c’è e se Egli
è ingannatore,</b> già che da queste risposte dipendono le certezze future.
Così divide il suo pensiero in generi per poter verificare si in essi si trova
verità o falsità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> L’idea è rappresentazione,
classifica 3 tipi di idee (<i>Innatae,
adventitiae, factitiae</i>) e nel
soggetto è sempre volontà, affezione o giudizio e per l’azione dello spirito
aggiunge qualcosa all’idea che c’è della cosa, esempio, io voglio, io affermo,
io temo. Le idee in se stesse non possono essere false, anche non possono
essere false nell’affezione e nella volontà, già che quando si vuole una cosa è
vero che si vuole. Nel giudizio invece l’errore sta nel considerare uguali le
cose esterni simili all’interni. Dunque la verità o la falsità si trova nel
giudizio. Allora se le idee fossero pensieri senza relazioni con la <i>res</i> esterna, mai si cadere in errore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">A) Il primo cammino</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> per l’esami del valore oggettivo
dell’idee è il senso comune. Cartesio si domanda, perché si deve credere che le
idee sono simile alle sue cause esterni? La sua risposta è che essa somiglianza
sembra essere data per la natura (§10) e queste idee non dipendono dalla
volontà, allora sono differenti di chi le sentono (§13). Allora il senso comune
pensa che la cosa esterna sempre stampa all’idea la sua somiglianza. Lui critica
fortemente il senso comune per 3 motivi, per l’impossibilità di confidare in un
istinto naturale, perché nulla si può concludere nell’assenza di una idea
chiara e distinta e principalmente, perché suppore che un’idea ci sia infatti
per origine una causa esteriore non risulta piuttosto che gli sia somigliante.
Esempio, suppore che A sia causa di B non autorizza mai un giudizio che A sia
somigliante a B. Dunque la via del senso comune non ci serve.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">B) Il secondo cammino</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> è costituito dai principi di causalità
e corrispondenza: afferma che attraverso la luce naturale si sa che deve aver
tanta realtà nella causa efficiente quanto nell’effetto (§16) allora si conclude non soltanto che il
nulla non può produrre qualcosa, anche che ciò che è il più perfetto contiene
in sé più realità e non può essere un risultato nemmeno una dipendenza di
quello che è perfetto dimeno. Da questo nuovo prisma Cartesio cerca di fare un
esami delle differenti specie di idee e tra queste c’è l’idea di Dio. Lui cerca
le idee chiare e distinte, perciò esclude le idee delle qualità sensibili e
corporee, allora resta l’idea di Dio e bisogna sapere se questa non è stata
creata da me stesso (§22). Ma conclude che le qualità di Dio sono eminenti
dipiù per essere originate dal proprio “io” (<i>res cogitans</i>), quindi il massimo di realità oggettiva che c’è
l’idea di Dio implica, al meno, il massimo di realità formale per la causa di
questa idea. Dunque Dio esiste, perché soltanto sarebbe possibile aver idea di
una sostanza infinita se qualche sostanza infinita l’ha avessi causato. Allora
l’esistenza di Dio distrugge l’ipotesi del Grande Ingannatore e ci porta
all’esistenza di un Dio che ci
garantisce la verità delle idee chiare e distinte della <b><i>res cogitans</i></b>. Questa è la
prima prova.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">C) La seconda prova</span></b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">: Cartesio è già arrivato alla certezza
del “<i>cogito ergo sun</i>”, allora bisogna
sapere se posso “io essere per me stesso” (§31) e conclude che questo è
impossibile perché “Chi può il più, può il meno”, allora come non posso
produrre il “meno” (le perfezione di cui ho l’idea), non posso produrre il
“più” (essere l’autore del mio essere). Dunque l’ipotesi è assorda (§32). Ammettiamo
un’altra ipotesi, che io esista senza causa, la discontinuità e l’indipendenza
dei momenti del tempo invalidano subito quest’ipotesi, poiché implicano la
necessità per me di essere conservato, in ogni instante, per una causa
(§§33-34). Arriviamo dunque al secondo momento della prova, “<i>io so che dipendo di qualche essere diverso
da me</i>” e questo essere non potrà essere qualcosa diverso da Dio. Se questa
causa strana a me esiste per sé, deve causarsi con tutte le perfezioni di cui
c’è lo idea, dunque è Dio, è proprio Lui che conserva l’io nel tempo (§36).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Dal § 36 al §42, Cartesio cerca di riflettere sulle
conseguenze di questa conclusione: tutte le cose create si assomigliano al suo
creatore, almeno in quanto sono, come lui, sostanza; quanto più essere gli sono
state concessi, tanto più si assomigliano al creatore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Una critica che possiamo fare a Cartesio, è proprio a
mancanza di analogia, vorrei anche dire il suo atteggiamento troppo teoretico,
lui non parte dal reale, e questo ci sembra proprio uno sbaglio nel senso che
il pensiero umano può, senza dubbio, arrivare ad una realtà ideale, però non
come punto di partenza, già che non è possibile all’uomo pensare fuori dalla
realtà temporale. Nel suo volere una conoscenza scientifica, lui si sofferma
troppo su di sé. Sembra rinegare la caratteristica fondamentale umana di
domandare sul che è una cosa, infatti, le prime domande che fa un bambino è
domandare cos’è questo, quello. Lui invece parte delle idee, senza considerare
che qualsiasi idea non può venire senza una esperienza. Forse questo se da
perché non fa uso dell’analogia, prende l’essere in senso univoco, proprio come
Duns Scoto e Suares.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">È vero che si deve cercare di scapare dei pregiudizi
delle autori diversi, ma non si può semplicemente disprezzarle, ci sembra
importante al fare metafisica, conoscere quello che dicono le diversi autori,
il loro punto di partenza, ancora che dopo non ci sia d’accordo. Sicuramente
possiamo credere nella onestà intellettuale di Cartesio, il suo desiderio di
scapare dall’errore, dalla confusione, un sentimento che è ancora tanto
attuale, ma la sua impostazione, ci sembra un può ingenua. Al considerare il
mondo interiore (<i>res cogitans</i>) non è
molto preciso, non fa anche la distinzione delle facoltà (sensazione,
intelligenza, ecc.), considera tutto in modo un può confuso, dunque se è vero
che fa un’antropologia, non è una buona antropologia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="western" style="line-height: 115%; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Soltanto attraverso i suoi paradigmi sembra sempre molto difficile sapere
cosa è il reale. Il suo pensiero preso in senso assoluto si arriva con facilità
ad un panteismo, che è proprio quello che ha fatto Espinoza, Leibnitz???
Un’osservazione interessante, ci sono diversi commentatori che dicono che la
prova di Cartesio dell’esistenza di Dio è la stessa di Sant’Anselmo, il così
chiamato argomento ontologico, però se guardiamo bene, piuttosto il
ragionamento sia molto simile, Sant’Anselmo dice che Dio è quel “<i>Essere di cui non si può pensare nulla più
grande</i>”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/7.%20Terza%20meditazione.%20Cartesio(filo%20moderna).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-size: 11pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>,
Cartesio invece dice che l’idea dell’infinito non può essere pensata, dunque
c’è qui qualche distinzione sulla prova di Cartesio e quella di Sant’Anselmo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Per capire Cartesio, bisogna entrare proprio nel suo
sistema logico, fare lo stesso itinerario di lui, e sicuramente si può imparare
tanto con lui e con le conclusioni che arriva. Il suo pensiero c’è la sua
bellezza, come l’dea di infinito per esempio, anche la conclusione che arriva
che per poter pensare si deve aver nell’orizzonte l’infinito, vediamo anche una
coerenza quando dalla sua prova dell’esistenza di Dio, finisce la terza
meditazione in una specie di lode a Dio, a partire di questa scoperta, ma come
tutte i filosofi c’è anche i suoi limiti. Purtroppo si deve fare un constante
impegno di non confondere i suoi concetti, perché quando utilizza diversi
termini comune alla filosofia precedenti, non parla delle stesse cose, ad
esempio (reale, formalità, oggetto, sostanza, ecc). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Il dubbio come metodo ci
sembra non essere valido, da altre motivi, anche perché, l’astrazione non è
possibile senza l’esperienza sensibile.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: 305.5pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">Concetti fondamentale in Cartesio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: 305.5pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: 305.5pt;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">** a professora quer encontremos no texto a
partir de onde Cartesio coloca o termo causalidade e como considera la cosa, eu
digo, a partir do § 16-17.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; tab-stops: 305.5pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;">** le nozione di
formalità (ciò che intendiamo per reale, l’entità di una cosa, ciò che è
obbiettivo e attuale. pag. 39 italiano, nota de rodapé) e oggettività (ciò che
identico a sé) dell’idee.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="western" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/7.%20Terza%20meditazione.%20Cartesio(filo%20moderna).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 8.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8pt;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 8.0pt; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-hansi-theme-font: major-latin;"> Cfr. ANSELMO, Sto., <i>Menológio</i>.
Col. Os Pensadores. São Paulo. Nova Cultural. 2a. Ed. 1973. pag. 15-16.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoFootnoteText">
<br /></div>
</div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: major-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "MS Mincho"; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-fareast; mso-hansi-theme-font: major-latin;"><br /></span></b></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-25255623709628973292014-07-06T01:53:00.001+02:002014-07-06T01:53:50.788+02:00Heidegger - Lettera sull’umanismo IIResumo II<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span lang="IT">Avendo presente lo schema del mio elaborato
precedenti, vorrei sottolineare qualche aspetti che mi sembrano evidenti nella
continuazione della lettura della Lettera sull’umanesimo di Heidegger.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span lang="IT">Quello che ci salta vista è che l’autore sembra
avere una visione molto negativa della situazione in cui c’era il mondo. Che
lui chiama di tempo indigente, di oblio dell’essere e anche di povertà
culturale. Secondo lui questo accade perché è una epoca di predominio
(egemonità) della scienza e della tecnica<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>,
dove l’ente viene compresso come un presupposto non pensato, ma invece molto
oggettivato. </span><span lang="IT">Heidegger guarda con molta nostalgia il periodo presocratico,
in cui per lui, l’essere è cercato, dopo questo periodo lui identifica un
progetto iniziato da Platone che è concluso in Nietzsche<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>.
</span><span lang="IT">In linea di massima, per lui l’ente viene ontificato dopo i
presocratici.</span><span lang="IT"> Dunque per lui, se uno vuoi capire il progetto
metafisico dell’occidente deve studiare soprattutto Nietzsche. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-dRQLvb40IfM/U7iN-HdPs5I/AAAAAAAABSc/V2q89k5VAgY/s1600/Heidegger.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-dRQLvb40IfM/U7iN-HdPs5I/AAAAAAAABSc/V2q89k5VAgY/s1600/Heidegger.jpg" height="320" width="232" /></a><span lang="IT">Dunque se abbiamo appunto in mente la
modernità (Cartesio e Hegel), il punto di partenza è la coscienza di sé, questo
non c’è nessuno contenuto, è soltanto pensiero di pensiero. Cosi in questo
contesto il vero deve essere oggettivo e corrispondere a certi parametri, ma il
problema è chi definisce questi criteri. Per Cartesio queste criteri è la
chiarezza e distinzione (certezza). Ma il problema è che la coscienza ha
definito queste criteri da sé stessa e questi sono criteri di coscienza. Altro
problema che il processo in cu si svolge questo è la logica. Ora ciò che dice
Heidegger è che questa modernità ciò che fa nel confronto della realtà è imporsi
e non aprirsi. Dunque non riconosce la realtà, e stabilisce i suoi comandamenti
da sé e cosi se arriva ad una ontologia (logica del logos). Secondo lui, perché
<b>l’ontologia</b>, la metafisica e la
cultura occidentale si fondano nella <b><i>logica del logos</i></b>, non sono altro che
una volontà di potenza. Secondo Heidegger, Nietzsche volendo scapare di questa
tradizione non è altro che il culmine di questa impostazione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span lang="IT">Questo non mi sembra sbagliato ma
sembra che lui non vede in S. Tommaso una rottura di questo quadro e in
Cartesio una rottura a S. Tommaso, anche
di non avere una concezione chiare dell’essere a partire della creazione. Anche
ha avuto il problema di voler allungare troppo la sua critica, che se infatti è
molto importante, ridurre troppo tutta la tradizione precedenti. Applica una
critica eccessiva, intuisce il problema, ma non lo risolve.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span lang="IT">L’essere nel mondo dell’uomo di
Heidegger implica sempre la libertà, un decidere, un progettarsi, ma sempre in
un mondo storico in cui ci sono possibilità-eredità, un mondo nel quale
possibilità-eredità implica anche un destino. “<i>Ed è proprio perché si tratta di pensare l’e-sistenza dell’esser-ci che
in Sein und Zeit è così essenziale per il pensiero che si esperisca la
storicità dell’esserci</i>”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a> Dunque ogni autenticità significa allora la
consapevolezza della finitezza, del progettarsi secondo un’eredità tramandata,
ricevuta, ma sempre scelta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span lang="IT">La critica di Heidegger a Cartesio è
molto valida, giusta e buona, ma il suo pensiero c’è qualche limite, assenze.
Davanti una realtà storica specifica, manca qualcosa per uscire di là, cosa
manca? Manca la trascendenza (Dio), e manca un’etica di contenuto, un’etica
dell’autenticità e dell’inautenticità. E perché manca queste cose? Forse perché
l’analisi di Heidegger è troppo fenomenologica, ma poco ontologica. E si non
c’è ontologia, ossia, se la fenomenologia non c’è ontologia, non ci porta ad
una costituzione, la consapevolezza della finitezza senza trascendenza, manca
di criteri oggettive per giudicare la realtà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Come abbiamo visto nell’ultima lezione,
possiamo dire che lui è proprio un ermeneuta, forse il padre dell’ermeneutica
che dopo sarà trasmessa e sviluppata da Gadamer. Quello che possiamo affermare
con sicurezza, è che lui non è un esistenzialista, nemmeno un metafisico, lui è
un ricercatore dell’essere, un fenomenologo (è stato discepoli di Husserl), più
ancor, un fenomenologo molto profondo. Lui propone un linguaggio non rigoroso alla
filosofia, ma più “poetico”.</span><span lang="IT" style="color: #333333; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a><span lang="IT"> Cfr. HEIDEGGER, M. <i>Lettera sull’umanesimo</i>. p. 293.<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Cfr. Ibidem. p. 291.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/11.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20II%20(Filo%20Contemp).docx#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Ibidem, p. 289.<o:p></o:p></div>
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-88561669495733826882014-07-06T01:53:00.000+02:002014-07-06T01:53:38.731+02:00Heidegger - Lettera sull’umanismo I<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Resumo I</span><br />
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">La lettera sull’umanismo è stata pubblicata da
Heidegger subito dopo la II Guerra mondiale come una forma di risposta al
filosofo esistenzialista francese Jean Beaufret che le ha chiesto sul futuro
dell’umanismo dopo guerra. L’autore mai si ha considerato un esistenzialista e
ha rinegato fortemente questa classificazione, anche abbordando direttamente a
Sartre. L’opera è considerata di passaggio dal così detto primo al secondo
Heidegger. Vorrei sottolineare in questo piccolo elaborato alcune degl’aspetti
che considero più importante nella filosofia dell’autore che mi parre chiaro
come piano di fondo di quest’opera. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Infatti Heidegger è considerato uno dei
principali autori del XX secolo e ha avuto un influsso importantissimo in tutta
la filosofia posteriore, e il suo pensiero, se da un lato c’è il merito di
fuggire dal razionalismo moderno tanto criticato da lui, d’altro lato lascia
qualche lacune, che secondo Romera, in linea di massima sono tre, la
limitazione d’impostazione che deriva dall’aver esteso la critica dello
sviamento moderno alla totalità metafisica occidentale, l’unilateralità
eccesiva della sua filosofia dell’essere e la carenza di comprensione dell’uomo
come essere personale<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/10.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20(Filo%20Contemp).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>.
Secondo me, queste carenze possono essere intesi soprattutto considerando una mancanza
di contenuto metafisico per un’etica della autenticità e dell’inautenticità,
che parla tanto in quest’opera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-5BueYqupiYc/U7iMSyS04DI/AAAAAAAABSU/Hu7gS5Xp9TI/s1600/Heidegger.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-5BueYqupiYc/U7iMSyS04DI/AAAAAAAABSU/Hu7gS5Xp9TI/s1600/Heidegger.jpg" height="320" width="232" /></a><span lang="IT">Nella <i>lettera sull’umanesimo</i>
appare specialmente la sua visione di uomo, che fondamentalmente è <u>l’essere-nel-mondo</u>
(<i>Dasein</i>). </span><span lang="IT">L’essere nel mondo dell’uomo implica sempre la
libertà, un decidere, un progettare, sempre in un mondo storico in cui ci sono
possibilità-eredità che implica anche un destino. Così dice già nel primo
paragrafo “<i>portare a compimento
significa: dispiegare qualcosa nella pienezza della sua essenza, condurre-fuori
a questa pienezza, ‘producere’. Dunque può essere portato a compimento in senso
proprio solo ciò che già è. Ma ciò che prima di tutto ‘è’, è l’essere.</i>”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/10.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20(Filo%20Contemp).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span lang="IT" style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Lui
critica la tradizione di un umanismo bassato in una metafisica ricevuta da
Aristotele e Platone, che secondo lui è troppo logica e non si domanda sulla
verità dell’essere in se stesso, invece per lui l’umanità dell’uomo sta nella
sua essenza, ossia, “<i>ex-sistenza</i>”
dell’uomo. Ma principalmente rifiuta l’umanismo di Sartre, che pensa essere un
umanismo l’esistenzialismo, il titolo proprio di quest’opera è come che una
risposta a Sartre, come si volessi dire, questo è parlare “<i>sull’umanesimo</i>”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Dunque
ogni autenticità significa allora la consapevolezza della finitezza, del
progettarsi secondo un’eredità tramandata, ricevuta, ma sempre scelta. Questo è
proprio una caratteristica dell’uomo perché gl’animali hanno un altro senso di
temporalità, perché non hanno a possibilità di progettarsi nel senso pieno
della parola. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Dunque il
termo temporalità per Heidegger c’è questo senso nel contesto dell’uomo, ma la
temporalità dell’uomo porta ad un’altra temporalità, quella del mondo, della
storia. Ogni mio progettarmi è nella storia, ogni mia scelta implica un senso
unico nella storia, deve essere coerente con il contesto assunto e ereditato. Per
lui bisogna considerare l’esistenza dell’uomo nella sua fattualità, nella
quotidianità, nella lettura di questa prima parte dell’opera possiamo osservare
che lui cerca di uscire completamente di una analisi troppo teorica, proprio
perché intende l’uomo come distinto d’altre modalità di essere, perché a lui
appartiene l’esistenza (vita terrena). L’essere umano nella sua immediatezza si
presenta come essere di rapporti e questa è giustamente la sua condizione
originaria, i rapporti sono con se stesso e con le altre.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Allora si
consideriamo i rapporti con l’io stesso, ciò che è in gioco è l’esistenza, ciò
che rende importante l’esistenza è il
tema della propria esistenza, ossia, quale è il tema della mia vita? Per questo
motivo l’io è sempre in rapporto con me stesso e con l’alterità (uomini e
mondo). Questo vuoi dire che l’uomo si trova sempre nell’ambito della
comprensione del senso dell’essere, che implica sempre una comprensione dal
contesto, perciò l’uomo è l’essere-nel-mondo (essere qui, li), “<i>Dasein</i>”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.3pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT" style="color: #333333; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">Presento qui un
piccolo schema per facilitare un può ciò che ho tentato spiegare in questo
elaborato:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.3pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">Esistenza </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"> essere nel mondo </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"> cura (rapporto congruente) </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"> decidere </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"> quotidianità: caduta </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ apertura – comprensione | |<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_essere – sempre – mio progetto inautenticità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ essere con - essere presso |<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 35.4pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">| le altre | le cose temporalità
intrinseca (della libertà umana)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 35.4pt; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ essere gettati |_articolare il tempo (passato,
pres. e fut.)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoListParagraph" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: -18pt;">
<!--[if !supportLists]--><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Wingdings; mso-fareast-font-family: Wingdings;"> è<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt;"> </span></span><!--[endif]--><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">Essere per la morte </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;"> nullità – negatività<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ possibilità vita |<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ riprendersi |_ essere colpevole<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ trovare soluzione |_ angoscia<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0.0001pt 36pt; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-size: 9.0pt; mso-ansi-language: IT;">|_ autenticità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Come
critica possiamo considerare che davanti una realtà storica specifica, abbiamo
in conto specialmente il suo contesto nel nazionale socialismo nazista, manca
qualcosa per uscire di là, cosa manca? Manca la trascendenza (Dio), e manca
un’etica di contenuto, un’etica dell’autenticità e dell’inautenticità. E perché
manca queste cose? Forse perché l’analisi di Heidegger è troppo fenomenologica,
ma poco ontologica. E si non c’è ontologia, ossia, se la fenomenologia non c’è
ontologia, non ci porta ad una costituzione, la consapevolezza della finitezza
senza trascendenza, manca di criteri oggettive per giudicare la realtà.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Sembra
che Heidegger ebbe problema di cogliere l’essere perché non aveva una
concezione chiara dalla creazione, ancor se è stato conoscitore di questo, nel
suo percorso filosofico sembra aversi allontanato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT">Vediamo
anche l’attualità di Heidegger e la sua influenza nei nostri giorni quanto ci
troviamo con il suo linguaggio particolare molto presente nel dibattito
contemporaneo e spesso nella vita comune di ogni persona, per esempio,
“condizione originaria”, “progettarsi” nel mondo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<span lang="IT" style="font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;">Possiamo dire che lui è proprio un ermeneuta, forse
il padre dell’ermeneutica che dopo sarà trasmessa e sviluppata da Gadamer.
Quello che possiamo affermare con sicurezza, è che lui non è un
esistenzialista, nemmeno un metafisico, lui è un ricercatore dell’essere, un
fenomenologo (è stato discepoli di Husserl), più ancor, un fenomenologo molto
profondo. Lui propone un linguaggio non rigoroso alla filosofia, ma più
“poetico”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.3pt; margin-bottom: 12.0pt; text-align: justify; text-indent: 1.0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
</div>
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/10.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20(Filo%20Contemp).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 8.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="IT" style="font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT;">Cfr. Romera, L. <i>Finitudine e trascendenza</i>. Ed. Università della Santa Croce. Roma.
2006. pag. 83-85<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/10.%20Lettera%20sull'manismo.%20Heidegger%20(Filo%20Contemp).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 8.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span lang="IT" style="font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT;"> Heidegger, M. <i>Lettera sull’umanesimo</i>.</span><span lang="IT"> <o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
<div>
<div id="ftn2">
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-45533438121747195022014-07-06T01:47:00.000+02:002014-07-06T01:47:34.378+02:00Aristóteles - A política<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">(Resumo feito a partir das aulas
expositivas e das obras citadas na bibliografia)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">1. <b>Introdução</b></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<b><a href="http://3.bp.blogspot.com/-pcHsPxC3ky4/U7iFSSeoK6I/AAAAAAAABSA/mSLEyaGKkSs/s1600/Arist%25C3%25B3teles+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pcHsPxC3ky4/U7iFSSeoK6I/AAAAAAAABSA/mSLEyaGKkSs/s1600/Arist%25C3%25B3teles+2.jpg" height="200" width="175" /></a></b></div>
<b><o:p></o:p></b><br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A Política é a
ciência e objeto de si mesma. É uma espécie de reflexão sobre suas práticas,
não bastando apenas regras de conduta de vida, a política só se caracteriza
quando há uma reflexão sobre essa conduta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Para os gregos o que
caracterizava uma comunidade política era a “pertença” (cultura). Numa mesma
cidade grega havia “povos” que falavam dialetos diferentes, cultuavam diferente
deuses, mas, independente disso, pertenciam a uma mesma comunidade política. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Os gregos não
entendiam o conceito de política como hoje entendemos, por exemplo, hoje vemos
qualquer relação como sendo política, a de um seminarista com o seu reitor, do
chefe com um subordinado, mas na antiga Grécia seria considerada apenas uma
relação privada. Fazendo uma análise de nossa atual sociedade, percebemos que
hoje há uma inversão desse conceito, pois cada vez mais o privado é tornado
público. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Vernant, nos dá
algumas razões para a predominância da vida pública:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">O homem é virtuoso
somente quando é reconhecido como tal (visibilidade-Kalós);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ninguém possui, a
priori, o poder, uma vez que todos cidadãos, já o possui, mas sim o que ocorre
é uma luta pela persuasão. Sempre lembrando que os cidadãos eram apenas os
Homens adultos e que não eram estrangeiros.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Na Grécia antiga a
pólis era a coisa mais importante para os povos, ou seja a vida coletiva era
muito mais importante do que a individual.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Portanto,
analisaremos a constituição da Pólis para compreendermos melhor a Política
segundo a visão de Aristóteles.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify;">
<b><span style="font-family: "Arial","sans-serif";">2. A Política,
Aristóteles trata da natureza da Pólis; isto é, da sua origem, desenvolvimento
e finalidade.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: -1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Na obra, A Política,
Aristóteles trata da natureza da Pólis devido à sua relevante importância na
constituição da filosofia grega, sobretudo a ateniense, por isso o aparecimento
da Pólis, representa um fato decisivo para todo o pensamento grego.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A Pólis, na antiga
Grécia, é instrumento primordial para o exercício da política, por ser a chave
de toda a autoridade no Estado, ou seja, de uma certa forma, é através dela que
se constitui a soberania.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A palavra passa a
ser o principal objeto no debate, discussão e argumentação de questões que
visam o bem comum da Pólis, e por ser o principal objeto de persuasão, quem
possui a <i>“thémis” </i>é quem fará prevalecer o seu ponto de vista e como
toda essa discussão era feita na Pólis, sem ela não haveria política nem filosofar,
o que faz com que haja a necessidade de se compreender a Pólis para analisar
toda a política grega.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Como sabemos e
estudamos, Aristóteles utiliza o método indutivo, isto é, vai da parte para o
todo, o que nos leva a analisar a Pólis, principal instrumento político dos
antigos gregos, desde sua constituição até o seu fim último para que assim
possamos fazer uma leitura precisa da Política, como sugere Aristóteles.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Considerando então o
método indutivo aristotélico, analisaremos a Pólis da parte para o todo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A cidade é
constituída de famílias e mesmo esta, também tem uma certa hierarquia, ou seja,
dentro dela há partes que se isoladamente estudadas, levará a compreensão do
todo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A família é uma
parte da cidade, o homem constitui o cume da hierarquia da família, seguido da
mulher, formando com o homem um casal, que por sua vez fará filhos. Além desses
componentes há também os escravos, os animais e os bens.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Para Aristóteles é
necessário que um homem se una a uma mulher, tendo em vista a procriação. O
raciocínio é simples, uma cidade é constituída de vilarejos, os vilarejos, de
famílias, estas de pessoas e para que haja pessoas se faz necessário a geração
de novos seres vivos humanos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Portanto, a união
entre homem e mulher é naturalmente necessária para a constituição de cidades.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Aristóteles coloca
que é necessidade absoluta que um homem e uma mulher procriem para que hajam
lares e conseqüentemente cidades. A união entre homem e mulher aqui, não é do
ponto de vista da moral, mas num sentido estritamente político e não religioso,
pois como sabemos, para Aristóteles, o amor se dá apenas entre seres em
igualdade de condições, ou seja, entre os homens.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Não queremos
discutir aqui, essa questão, mas talvez o erro de Aristóteles foi não
considerar homem e mulher como seres em igualdade de condições, mas isso é
absolutamente compreensível devido ao contexto histórico-cultural da época. A
analise filosófica leva a não analisar os fatos com visões etnocentristas, mas
enxergá-las a partir de seus próprios pontos de vistas, não vendo-os como
errados, mas sim como diferentes. Seguindo este princípio, não correremos o
risco re chegar a um resultado enviesado.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Voltando a nosso
objeto inicial de análise , o fim necessário do casal, então, é a procriação,
pois sem esta não há cidade. Portanto é impossível conceber, para um grego, um
casal sem filhos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A cidade tem por
objetivo dois fins, o devir e o existir.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">O devir é um fim
necessário, absoluto, enquanto o existir é contingente e no caso, é fazer o
homem feliz.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">É bom ressaltar que
a união entre homem e mulher também é necessária para outros fins, como a
administração dos bens.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">O homem difere do
animal irracional também nesse sentido de que um casal não é apenas necessário
para a procriação,l mas também para outros fins, tais como a administração de
bens e etc.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Como vimos a união
do homem e da mulher é uma realidade necessária para a constituição da família
e a procriação é necessária porque visa a constituição da cidade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ainda na antiga
Grécia, havia uma característica muito interessante; era a diferenciação do que
era de domínio público e o que era de domínio privado, o casamento por ser
necessário para a constituição da família é do domínio privado, portanto era
irrefletido, pois para eles sé se refletiam questões de domínio público.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Do ponto de vista do
<i>“eidós” </i>(idéia) a condição necessária para a manutenção da espécie era a
reprodução. Os cachorros existem porque se reproduzem. Portanto do ponto de
vista biológico o casal é autárquico . No caso do homem, a geração é necessária
não apenas para manter a espécie, mas também para que haja a sua infinitude.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Ainda em sua obra de
Aristóteles cita que a felicidade consiste em viver junto, portanto concluímos
que o viver junto para o homem juntamente com a constituição e progresso da cidade
implica também nele a felicidade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Agora procurarei
desenvolver o tema da cidade, tendo em vista o seu fim último, para tanto
continuarei utilizando o método de aristotélico a partir de premissas.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Consideremos então
que a cidade tem por finalidade o soberano bem.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Analisemos as
seguinte premissas:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A cidade é um certo
tipo de comunidade;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Toda comunidade tem
em vista um certo bem;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">De todas as
comunidades, a cidade é a mais soberana.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Logo, chegamos a
consideração inicial, de que a cidade tem por finalidade <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">o soberano bem. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Na primeira premissa
Aristóteles tenta mostrar a diferença entre comunidade política e as demais
comunidades (sociedades). <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Umas das diferenças
entre as diversas comunidades políticas é a causa formal de cada uma delas. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A comunidade política
se diferencia também das outras comunidades por possuir uma constituição ou
regime, que seria a sua causa formal, chamada politéia, que é uma ordem
instituída entre as pessoas da comunidade. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Existe ainda uma
causa final, que nas condições de Aristóteles é causa mais importante, que
seria o viver bem. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A cidade é um ser
natural e por isso desenvolve-se a partir das pessoas que dela fazem parte, aí
é que entra a questão que antes abordamos sobre a procriação, necessária
portanto, para o desenvolvimento espontâneo da cidade. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A comunidade
política se diferencia também por possuir, philia, ou seja, relação. Além disso
ela (comunidade política) funda-se na justiça, sendo nesse caso, não uma
virtude comum de qualquer comunidade e sim da comunidade política. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Na segunda premissa
Aristóteles expressa que a cidade como um ser natural tem como finalidade o
bem, podendo ele ser único, universal e eterno. Sem o bem comum não há
comunidade, poderíamos dizer que é não um agrupamento comum, mas um agrupamento
em vista de um determinado fim. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">As duas primeiras
premissas não carecem de uma demonstração por serem claras e óbvias. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Na terceira
premissa, Aristóteles mostra como a comunidade política é superior em relação
às outras quantitativamente e paralelamente, ou seja, é um instrumento pelo
qual se realiza o Bem de todos (universal) o que nos leva a concluir que a
felicidade não ocorrerá na família e no exército que são outros tipos de
comunidades que não são políticas para Aristóteles. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Vejamos mais um
exemplo através de premissas. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Se a comunidade um
visa um certo bem um. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Se a comunidade dois
visa um certo bem dois. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Se o bem dois é
qualitativamente superior ao bem um. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A comunidade dois é
superior à comunidade um. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">E se assim
considerarmos que cada comunidade é superior à anterior, a última comunidade
será superior às outras e visará o bem superior. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Portanto
considerando que a Pólis é essa comunidade política, tem por finalidade o
último e soberano bem, o universal. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Aristóteles em sua
obra, A política, vai em busca do justo regime, no livro primeiro, aborda
questões especulativas, no segundo, questões práticas, analisando a essência e
as questões práticas do regime político. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">No livro terceiro,
Aristóteles para analisar qual é o melhor regime define que é preciso saber
como é distribuído o poder em cada um deles e é por isso que ele estudou e
classificou tão minuciosamente todos os tipos de governo, monarquia, democracia
etc.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Observamos que já em
Platão não importa o tipo de governo, pois o quem governa é a sabedoria,
enquanto para Aristóteles o que importa é a finalidade do governo, se a
aristocracia visa o bem do povo, é ideal, da mesma forma a monarquia e outros
tipos de governo, embora percebamos uma certa preferência de Aristóteles pela
democracia.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">A Política vai
responder as três seguintes perguntas:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Quem governa?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Pra quem governa?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Pra quê governa?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";">Num bom governo quem
governa é a politéia e não as pessoas, governa para o povo e visando o bem
dele.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif";"><br /></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<b><span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt;">Bibliografia<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 1cm; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<span style="font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt;">ARISTÓTELES,
<b>A Política</b>, Os Pensadores, Editora Nova Cultural, São Paulo, 1996 <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="text-indent: 1cm;">
</div>
<div class="MsoBodyText" style="margin-left: 18pt; text-align: justify; text-indent: 1cm;">
<br /></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-8495976307644796612014-06-05T18:57:00.000+02:002014-06-05T18:57:06.486+02:00S. Tomas - Comentário ao De Anima (Livro II) de Aristóteles<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-pVTjrSP_yZI/U5Cfjo-hkXI/AAAAAAAABRY/q33o-pyuOxM/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-pVTjrSP_yZI/U5Cfjo-hkXI/AAAAAAAABRY/q33o-pyuOxM/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" height="320" width="242" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Em seu comentário
ao Livro II da obra de Aristóteles S. Tomás de Aquino segue a concepção do
filósofo e busca aprofundá-la a partir de uma metafísica baseada no autor,
porém mais rica e detalhada. Assim trata por exemplo da diferença entre corpos
naturais e artificiais, tendo que o corpos naturais são mais substância que os
artificiais porque o são não apenas por parte da matéria, mas também da forma.
Trata ainda de especificar a diferença entre os corpos naturais, já que alguns
apresentam vida e outros não, sendo que os que tem vida se caracterizam por se
alimentatem, aumentarem e diminuirem, mas também por sentirem, inteligirem e
por exercerem as demais funções vitais.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> O santo doutor apresenta ainda uma
definição de natureza da vida como sendo <i>“algo
que é apto a mover-se por si mesmo, entendendo movimento de forma ampla, pela
qual as operações intelectuais podem ser chamadas de movimento”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[1]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i>.
Em sua definição do que é a alma, afirma que é <i>“forma substancia do corpo físico, tendo potência à vida”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[2]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>.</i>
Explicando ainda a concepção de Aristóteles, trata de especificar que o mesmo
pensa a alma como forma, mas em sentido de forma substancial, para que não se
pense que a alma seja ato do mesmo modo que a forma acidental o é. O Doutor
angélico deixa ainda claro como a vida do corpo depende da sua união com a
alma, bem como a possibilidade de existência da alma sem estar unida ao corpo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> S. Tomás de Aquinho comentando o
capítulo terceiro do Livro II, procura ainda clarificar o plano para o restante
da obra, bem como demonstrar como as diferentes partes (faculdades) da alma se
ordenam consecutuvamente entre si. Aborda ainda a questão da imaginação e a
ordem que deve ser seguida na determinação da natureza de cada parte da alma.
Por fim apresenta uma conclusão pessoal.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Resulta muito claro que a simples
definição do que é alma não é sufuciente, mas a compreensão de cada uma de suas
partes não é menos importante. O doutor angélico trata de encontrar a razão
(causa) para as diversas partes da alma se ordenarem entre si consecutivamente.
A faculdade sensitiva não pode se dar sem a vegetativa, mas a vegetativa pode
se dar sem a sentiva (plantas), da mesma forma todos os sentidos dependem do
tato para exisitir, como também a faculdade motora não seria posssível sem a
sensitiva, o que também é facilmente entendido pela observação e pelo senso
comum. Demonstra que as substâncias separadas consideram inteligivelmente per
se as coisas per se e por isso não necessitam dos sentidos, porém os mortais
que possuem intelecto, isto é, os homens, necessitam que todas as faculdades
estejam plenamente ordenadas hamornicamente entre si. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Ainda
sobre a insparabilidade da alma e do corpo e da importância da relação entre as
faculdades da alma para a atividade inelectiva, própria da alma, o santo
destaca com exemplos simples como a operação intelectual necessita do corpo ou
como objeto ou como instrumento. <i>“a
intelecção de fato não se realiza pelo órgão corporal, mas necessita do órgão
corporal. Desta maeira os fantasmas (fantasia)<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[3]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>
estão para o intelecto assim como as cores estão para a vista. De ond se segue
que o intelecto é uma operação própria da alma e não necessita do corpo senão
enquanto objeto, mas ver as demais operações e paixões não são apenas da alma,
mas conjuntas com o corpo”</i><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a><i>.</i><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a> S.
Tomás de Aquino, <i>Comentário ao De Anima</i>,
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">liv. 2, 3.</span><o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a> <i>Ibidem</i>, <span style="font-family: "Times New Roman","serif";">liv.
2, 4.</span><o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 7pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"> Imaginação,
atividade intelectiva (sinônimos)</span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt;"><o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn4">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/De%20anima%20S.%20Tomas%20Livro%20II%20(Medieval).docx#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 7pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"> S. Tomás de
Aquino, <i>Comentário ao De Anima</i>, Liv.
II, 3.<o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-65841971230895619722014-06-05T18:56:00.001+02:002014-06-05T18:56:41.744+02:00S. Tomas - Comentário ao De Anima (Cap 3-4) de Aristóteles<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-ZyuGPjxswGQ/U5CfNQKMoQI/AAAAAAAABRQ/4mAZfxhr3rY/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-ZyuGPjxswGQ/U5CfNQKMoQI/AAAAAAAABRQ/4mAZfxhr3rY/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" height="320" width="242" /></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Ambos os textos tem como objeto de
análise a alma humana, ainda que sob perspectivas diversas. Podemos notar uma
relação mais direta entre os textos de Aristóteles e S. Tomás, o que é óbvio,
uma vez que o santo comenta justamente a obra do filósofo. Podemos, porém notar
uma certa continuidade e mesmo um certo aprofundamento realizado por Edith
Stein, dado o seu diverso contexto, meios e finalidade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
terceiro capítulo de <i>De Anima</i>
Aristóteles continua a tratar a natureza da alma em diálogo com os filósofos
precedentes. A perspectiva da análise da alma humana é o <i>movimento</i>, na verdade o filósofo se propõe a investigar a
possibilidade ou não de movimento da alma, destacando a quais tipos de
movimento se refere: deslocação, alteração, perecimento e crescimento, verificando
se alguns deles se aplica a alma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Assim,
primeiramente relata as opiniões dos outros filósofos mostrando quais deles
mantiveram um método para investigar a alma e posteriormente mostra de que modo
diversos filósofos chegaram a diferentes opiniões sobre a alma. Aristóteles
procura verificar se o movimento é caraterística da alma, e se sim, se é por
essência que a alma se move ou faz mover o corpo, bem como as consequências
dessa constatação, como por exemplo, no caso do movimento pertencer a alma por natureza,
implica que esta ocupe um lugar, espacial. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Não
concorda com a concepção de que a alma se move a si mesma por essência, bem
como não está de acordo em ser a alma a mover o corpo, dadas as consequências
de tais afirmações, como por exemplo o fato de que em tal caso a alma ao se
mover ou mover o corpo e deslocar-se implicaria, sair e entrar novamente no
corpo, porém ao sair implicaria a morte do “animal” e ao re-entrar a sua
ressurreição, o que resulta a tese absurda, ao mesmo tempo nos faz pensar a profundidade
de sua análise que como pano de fundo traz uma certa ideia de que a alma seja
um princípio que informa ou dá a vida ao corpo. Então conclui que a alma não
possui um movimento próprio por natureza, mas por acidente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
que se refere ao método, nos fica evidente a abordagem dedutiva do filósofo,
partindo da observação, contemplação da realidade, bem como o sua forma
dialógica de fazer filosofia, sempre considerando a opinião dos filósofos
anteriores. Podemos notar, como em suas outras obras, como Aristóteles é um
modelo de filósofo como também de mestre, considerando sempre o contexto em que
se movia seus discípulos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Nessa perspectiva segue o comentário
de S. Tomás à obra de Aristóteles, afirmando que <i>chegamos ao conhecimento do que é imanifesto através daquilo que é
manifesto</i>, dizendo serem dois os manifestos pelos quais os animados se
distinguem dos inanimados, a saber, o <i>sentir</i>
e o ser <i>movido</i>. Destaca que, segundo
Aristóteles, os filósofos antigos se dividiam em diversas opiniões sobre como
chegar ao conhecimento da alma, resumindo em dois caminhos: através do
movimento e através da sensação (cognição). Assim a análise da natureza da alma
segue a partir da perspectiva do movimento. Entre os filósofos que trataram a
natureza da alma a partir do movimento, apresenta a opinião de Demócito, o qual
dizia <i>“ser a alma um certo fogo ou calor”</i>,
para em seguida apresentar a opinião dos pitagóricos, para os quais a alma são
corpos indivisíveis e infinitos ou aquela virtude que move aqueles corpos
indivisíveis e infinitos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Passando a comentar a opinião de
Anaxágoras, que tomará a maior parte do terceiro capítulo, S. Tomás não apenas
expõe sua opinião como a utiliza para contrapor àquela de Demócrito, para quem
a alma e o intelecto são o mesmo. No fim do capítulo o doutor angélico diz que
Aristóteles mostra em que se distinguia Anaxágoras e Demócrito, considerando a
opinião de Anaxágoras e reprovando aquela opinião.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Como
foi visto, Santo Tomás no terceiro capítulo trata do conhecimento da alma a
partir do movimento, já no quarto o conhecimento da alma vem analisado a partir
da sensação ou cognição e isso de dois modos: demonstrando em que concordam os
filósofos que consideraram a alma a partir da sensação e em que divergem.
Considerando a sensação todos reconhecem a alma a partir de princípios, porém
para alguns os princípios são muitos e para outros um único princípio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> A semelhança da coisa conhecida se
dá no cognoscente, então a tese se desenvolve a partir da ideia de que se a
alma tudo conhece é porque possui nela própria a semelhança de tudo conforme o
ser natural. Contudo, para o doutor angélico, os filósofos não distinguiram o
modo pelo qual uma coisa se distingue apenas no olho ou intelecto ou na própria
coisa (<i>in se ipsa</i>). Considerando
especialmente a opinião de Empédocles, a alma humana seria constituída de
elementos, que são também princípios, e para ele são propriamente seis, 4
materiais (terra, água, ar e fogo) e 2 ativos-passivos (amizade e desavença).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Em seguida detendo-se sobre os
discursos de Platão, segue-se uma tentativa exaustiva de descrição sobre o
processo de conhecimento da alma e afirma que o filósofo também considerava a
alma a partir de princípios, dos quais seguem-se dois elementos ou princípios
das coisas, o <i>mesmo</i>, do qual advém os imateriais e o <i>diverso</i>, do qual advém os materiais, de
ambos procede a alma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">A
partir da análise do segundo discurso de Platão estabelece que as realidades
inteligíveis são por si subsistentes e separadas sendo sempre em ato e
principalmente, a ideia de que são a<i>
causa</i> da cognição e <i>ser</i> das
coisas sensíveis, que segundo Tomás, para Aristóteles constitui o intelecto
agente. Então existe um duplo modo de abstração através do intelecto, dos
particulares aos universais e matemática das coisas sensívies. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Analisando
o terceiro discurso trata das potências da alma para apreensão do ente:
intelecto (apreensão), ciência (1ª dualidade), opinião (1ª trindade), sensação
(1ª quaternidade). Já no final do quarto capítulo afirma que existiram os
filósofos que chegaram à cognição da alma a partir do movimento e da sensação
simultaneamente.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Uma semelhança significativa que nos
salta aos olhos entre Aristóteles e S. Tomás de Aquino é que ambos, antes de
apresentar teorias sobre quaisquer temas, sempre parte primeiro de uma pesquisa
sobre o que estudou outros filósofos, buscando ser intérprete fiel, bem como
analisando concordâncias e contradições em cada pensamento, para depois sim,
apresentar uma visão que lhes sejam próprias.<o:p></o:p></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-53626236463257929432014-06-05T18:56:00.000+02:002014-06-05T23:07:48.762+02:00De Anima (Aristotele) / Sentencia libri De anima (S. Tommaso) / La struttura della persona Umana, II (Edith Stein).<b style="line-height: 18.399999618530273px;"><span lang="IT" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 16.866666793823242px;">De Anima, A,1 402a 1-7; 403a 10-28; 403a 25-b 19 (Aristotele)</span></b><br />
<b style="line-height: 18.399999618530273px;"><span lang="IT" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 16.866666793823242px;">Sentencia libri De anima, brani paralleli (S. Tommaso)</span></b><br />
<b style="line-height: 18.399999618530273px;"><span lang="IT" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 16.866666793823242px;">La struttura della persona Umana, II (Edith Stein).</span></b><b style="line-height: 18.399999618530273px;"><span lang="IT" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 16.866666793823242px;"><br /></span></b><br />
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-JqEtPlrBwkk/U5CZHM3M-xI/AAAAAAAABQw/VoRHA4vkYII/s1600/Arist%C3%B3teles+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-JqEtPlrBwkk/U5CZHM3M-xI/AAAAAAAABQw/VoRHA4vkYII/s1600/Arist%C3%B3teles+2.jpg" height="200" width="175" /></a> <b style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 15px; line-height: 16.866666793823242px; text-align: justify;"> </b><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Le tre testi ci presentano informazioni
importanti su come studiare o considerare la cognizione umana, più ancora,
l’anima umana. Evidentemente ognuno ci porta a una visione specifica dell’uomo d’accordo
con il loro tempo. Aristotele raccoglie tutta la visione precedente dell’anima
umana, specialmente quella di Platone e presenta la sua, particolarmente nuova
e originale attraverso la dialettica, come vedremo specialmente nel commento di
S. Tommaso, che oltre essere uno dei più importanti commenti già fatti su </span><i style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 115%; text-align: justify;">De Anima</i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 115%; text-align: justify;">, la principale peculiarità sia
il fatto di essere anche il primo commento fatto dal dottore angelico di un’opera
di Aristotele. È dunque a partire dell’elaborazione di questo primo commento
che possiamo vedere formarsi lo stilo definitivo utilizzato da lui per i suoi
altri commenti di Aristotele. Edith Stein, anche cerca di analizzare la
struttura della persona umana con uno sguardo che sia più d’accordo con il
mondo contemporaneo, e trova una definizione abbastanza profonda, come corpo,
anima e spirito, attraverso la distinzione tra i diversi atteggiamenti antropologici
e, penso che il suo grande contributo sia soprattutto portare all’attualità
quella visione aristotelico tomista, però attraverso un nuovo sguardo, che è
quello fenomenologico. </span><br />
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 11pt; line-height: 115%; text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-bgYBO0skGoM/U5CZHOyMAEI/AAAAAAAABQ8/xE_I10Xmxpc/s1600/edithstein.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-bgYBO0skGoM/U5CZHOyMAEI/AAAAAAAABQ8/xE_I10Xmxpc/s1600/edithstein.jpg" height="200" width="160" /></a><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> I
commenti medievali avevano due funzioni principali: spiegare il testo di un
autore e fare quel conoscimento continuare avanti. Il commento di S. Tommaso a <i>De Anima</i>, specialmente del libro I, non
è totalmente originale, porta prestiti di Temistio e di S. Alberto magno ma
dato la brevità di questo elaborato, lasciamo fuori questi aspetti storici e
fermiamoci sul suo contenuto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> S.
Tommaso comincia con un riferimento a una parte del libro <i>De Animalibus</i> in cui Aristotele dice essere necessario anzitutto
considerare ciò che è comune in ogni cosa per solo dopo considerare quello che sia
proprio di ognuno di quel genero, essendo ciò necessario – come nella
metafisica – affinché non si venga ripetere sempre lo stesso. Allora applicando
questo metodo nell’analisi che si deve far sugli esseri animati, abbiamo: 1. Il
comune a tutti gli esseri animati (il comune è proprio l’anima) e 2. Il proprio
di ogni essere animato. Così dice Tommaso, Aristotele per arrivare alla
conoscenza delle cose animate prima studia quello che è comune a loro, ossia,
l’anima, trattando di ciò che è proprio di ognuna di loro soltanto dopo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Dopo
di questo, l’Aquinate passa a dire sul proemio di Aristotele e i suoi tre
oggettivi di studio che devono fare parte di qualsiasi proemio: <b>1. Diventare lo studio benevolo, attraverso
la dimostrazione dell’utilità; 2. Diventare docile lo studio, stabilendo
l’ordine e divisione del lavoro; 3. Diventare attento lo studio, attestando la
difficoltà del testo</b>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<a href="https://3.bp.blogspot.com/-E3KyisVJmTI/U5CZHLyjVOI/AAAAAAAABQ0/IEPlDV7ulYk/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-E3KyisVJmTI/U5CZHLyjVOI/AAAAAAAABQ0/IEPlDV7ulYk/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" height="200" width="151" /></a><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Sul
primo scopo Tommaso afferma che il filosofo diventa lo studio benevolo
dimostrando la dignità e l’utilità. Così passa a dire proprio sulla dignità
della scienza, essendo che ognuna buona e di gran valore, però attraverso l’esposizione
dei beni, alcuni sono degni soltanto di lode e altre invece sono anche di
grande valore, così lui fa una relazione tra i beni dell’uomo e la scienza: i
beni che sono ordinati a qualche fine e quelle che sono per sé stessi, che
corrispondono alle scienze pratiche e quelle speculative rispettivamente. Così
le scienze speculative sono dette buone e di grande valore, già che sono in sé
stessi, le scienze pratiche invece sono dette soltanto lodevoli, perché sono in
vista dell’azione, ma anche nelle scienze speculative ci sono graduazione, che
posso essere viste a partire dell’azione, allora le scienze speculative sono
graduate d’accordo con l’oggetto (è più onorevole la scienza che è meglio e di
maggiore valore) e con la qualità (è più onorevole quella che è più certa).
Allora conclude che la migliore è quella che tratta delle cose più onorevoli,
ancora che siano meno certe e in questo senso la scienza dell’anima è la più
onorevole in sé stessa, tra le tutte le altre, più nobile nel suo modo e
qualità e la più certa e evidente per tutti.
L’utilità di questa scienza si può vedere nella metafisica (f. prima),
morale e nelle scienze naturali.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Nel
che riguarda alla seconda parte del proemio, l’ordine, Tommaso dice che abbiamo
l’intenzione di considerare e conoscere l’anima di due forme: la sua natura o
sostanza e le sue accidenti (solo dell’anima, intelligenza – per causa
dell’anima, tristezza, piacere, fantasia ecc.)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Infine
tratta della difficoltà che consistono in: conoscere la sostanza dell’anima e
anche conoscere gli accidenti. La difficoltà di stabilire una definizione si da
perché bisogna sapere la sostanza dell’anima, le parti dell’anima e l’ausilio a
partire degl’accidenti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Sostanza </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: "Times New Roman"; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;">
potenza o atto<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> Sostanza </span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: "Times New Roman"; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> genero
</span><span lang="IT" style="font-family: Wingdings; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-char-type: symbol; mso-hansi-font-family: "Times New Roman"; mso-symbol-font-family: Wingdings;">à</span><span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> quantità<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 115%; text-align: justify; text-justify: inter-ideograph;">
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%;"> dell’anima qualità<o:p></o:p></span></div>
<span lang="IT" style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "MS Mincho"; mso-fareast-language: IT; mso-fareast-theme-font: minor-fareast;"> Presenta ancora le difficoltà
riguardo alle potenze dell’anima (intellettiva, sensitiva e vegetativa ecc. E
già alla fine del primo capitolo Tommaso ci presenta le difficoltà che emergono
in quanto ciò che è utile alla definizione dell’anima., cioè, i suoi principii
essenziali e quelle accidentali.</span>
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F3.bp.blogspot.com%2F-E3KyisVJmTI%2FU5CZHLyjVOI%2FAAAAAAAABQ0%2FIEPlDV7ulYk%2Fs1600%2Fsanto_tomas_de_aquino.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://3.bp.blogspot.com/-E3KyisVJmTI/U5CZHLyjVOI/AAAAAAAABQ0/IEPlDV7ulYk/s1600/santo_tomas_de_aquino.jpg" -->Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-27307973683948646992014-06-05T18:55:00.000+02:002014-06-05T18:55:02.090+02:00Aristóteles - De Anima - Livro II<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: auto; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
</div>
<br />
<div style="-webkit-text-stroke-width: 0px; color: black; font-family: 'Times New Roman'; font-size: medium; font-style: normal; font-variant: normal; font-weight: normal; letter-spacing: normal; line-height: normal; orphans: auto; text-align: center; text-indent: 0px; text-transform: none; white-space: normal; widows: auto; word-spacing: 0px;">
<div style="margin: 0px;">
<b>Resumo</b></div>
<div style="margin: 0px;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
livro B, capítulo 1, Aristóteles começa o discurso buscando uma definição de
alma que abranja a sua realidade mais profunda que se constrói gradualmente até
chegar a enunciação de que é substância e o primeiro ato de um corpo natural
que possui vida em potência, assim afirma o filósofo, <i>“a alma, portanto, tem de ser necessariamente uma substância, no
sentido de forma de um corpo natural que possui vida em potência”</i><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a> em
seguida trata da organicidade deste corpo para finalmente falar da
inseparabilidade da alma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-k0LSoV6zuPs/U5CWAuLj57I/AAAAAAAABQk/nN8khQZHfew/s1600/aristoteles+(1).jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://2.bp.blogspot.com/-k0LSoV6zuPs/U5CWAuLj57I/AAAAAAAABQk/nN8khQZHfew/s1600/aristoteles+(1).jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" width="400" /></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Sua definição surpreende seja pela
originalidade, seja pela profundidade exemplificada através da analagia entre o
olho e a visão, pois para ele se o olho fosse um corpo a visão seria sua a
alma, isto para exemplificar como a alma é a forma do corpo e seu ato primeiro<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">A
definição da inseparabilidade da alma em relação ao corpo também vem explicada
através da analogia, <i>“como o olho é a
pupila e a visão, assim também o animal é a alma e o corpo. Que a alma não é
seperável do corpo, ou pelo menos certas partes dela não são – se é que a alma
por natureza é divisível em partes – isso não levanta dúvidas, pois o ato de
algumas (partes da alma) é o ato das partes mesmas (do corpo)”</i><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a><i>, </i>termina o capítulo admitindo uma certa
separabilidade em outros aspectos, nos livros posteriores. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Já
no Livro B, capítulo 3, Aristóteles trata da relação e definição da alma pelas
suas faculdades, primeiramente considerando a relação de sucessão entre as
faculdades presentes na alma dos seres vivos, considera faculdades da alma a
parte nutrutiva, perceptiva, desiderativa, de deslocação e discursiva. Em
seguida parte para a análise da relação de sucessão entre as faculdades
presentes na alma dos seres vivos, destacando a quais faculdades compete cada
um, das plantas até o ser humano, sendo que somente a este último compete todas
as faculdades ou, se existir, a outro ser a ele semelhante ou superior<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>. O
processo de relação de sucessão pode ser facilmente identificado quando afirma
que das faculdades sensitivas se chega as mais intelectivas, por exemplo,
relaciona o tato ao desejo. A necessidade de investigação do tipo de alma de
cada ser vivo se torna importante para identificar como se dá a relação das
suas dferentes faculdades em cada um. Como se sabe, falar da alma não é fácil,
o autor constata que o estudo de cada faculdade é a melhor estratégia de
abordagem da alma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Neste
trecho especialmente fica claro o método realista do filósofo, que parte sempre
da realidade e da abstração advinda da natureza, do cotidiano e de concepções
facilmnte compreendidas pelo senso comum, ainda que as leve a uma compreensão
mais precisa e profunda. O próprio processo de abstração vem explicado por
Aristóteles, tendo como condição fundamental os dados colhidos pelos sentidos,
bem como a capacidade de raciocínio, que apenas é possível ao ser humano, como
foi dito, se existe, a algum ser a ele semelhante ou superior.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: left;">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Aristóteles, <i>De Anima</i>, B, 1, 412a
19-20.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: left;">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Cfr. <i>Ibidem</i>, 412b, 19. <o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: left;">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a> <i>Ibidem</i>, 413a, 4-6.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn4">
<div class="MsoFootnoteText" style="text-align: left;">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles.%20De%20Anima,%20Livro%20II%20(antiga).docx#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8pt; line-height: 115%;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;">Aristóteles, <i>De Anima</i>, B, 3, 414a 19.<o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
</div>
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F2.bp.blogspot.com%2F-k0LSoV6zuPs%2FU5CWAuLj57I%2FAAAAAAAABQk%2FnN8khQZHfew%2Fs1600%2Faristoteles%2B" with "https://2.bp.blogspot.com/-k0LSoV6zuPs/U5CWAuLj57I/AAAAAAAABQk/nN8khQZHfew/s1600/aristoteles+" -->Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-72138563464213831942014-06-05T18:53:00.000+02:002014-06-05T18:53:52.358+02:00Aristóteles - De Anima - Livro I<div style="text-align: center;">
<b>Resumo</b></div>
<div style="text-align: center;">
<b><br /></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
terceiro capítulo de <i>De Anima</i>
Aristóteles continua a tratar a natureza da alma em diálogo com os filósofos
precedentes. A perspectiva da análise da alma humana é o <i>movimento</i>, na verdade o filósofo se propõe a investigar a
possibilidade ou não de movimento da alma, destancando a quais tipos de
movimento se refere: deslocação, alteração, perecimento e crescimento,
verificando se alguns deles se aplica a alma. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Assim,
primeiramente relata as opiniões dos outros filósofos mostrando quais deles
mantiveram um método para investigar a alma e posteriormente mostra de que modo
diversos filósofos chegaram a diferentes opiniões sobre a alma.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 2pt;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-k0LSoV6zuPs/U5CWAuLj57I/AAAAAAAABQk/nN8khQZHfew/s1600/aristoteles+(1).jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-k0LSoV6zuPs/U5CWAuLj57I/AAAAAAAABQk/nN8khQZHfew/s1600/aristoteles+(1).jpg" height="265" width="400" /></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif";">Aristóteles
procura verificar se o movimento é caraterística da alma, e se sim, se é por
essência que a alma se move ou faz mover o corpo, bem como as consequências
dessa constatação, como por exemplo, no caso do movimento pertencer a alma por
natureza, implica que esta ocupe um lugar, espacial. Não concorda com a
concepção de que a alma se move a si mesma por essência, bem como não está de
acordo em ser a alma a mover o corpo, dadas as consequências de tais
afirmações, como por exemplo o fato de que em tal caso a alma ao se mover ou
mover o corpo e deslocar-se implicaria, sair e entrar novamenteno corpo, porém
ao sair implicaria a morte do “animal” e ao re-entrar a sua ressurreição, o que
resulta a tese absurda, ao mesmo tempo nos faz pensar a profundidade de sua
análise que como pano de fundo traz uma certa ideia de que a alma seja um
princípio que informa ou dá a vida ao corpo. Então conclui que a alma não
possui um movimento próprio por natureza, mas por acidente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
que se refere ao método, nos fica evidente a abordagem dedutiva do filósofo,
partindo da observação, contemplação da realidade, bem como o sua forma
dialógica de fazer filosofia, sempre considerando a opinião dos filósofos
anteriores. Podemos notar, como em suas outras obras, como Aristóteles é um
modelo de filósofo como também de mestre, considerando sempre o contexto em que
se movia seus discípulos.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";">No
capítulo quarto do primeiro livro de <i>De
Anima</i>, Aristóteles considerando a doutrina dos filósofos precedentes,
apresenta como inconsistente a teoria segundo a qual a alma seria uma perfeita
harmonia, analisando suas consequências, como a impossibilidade da alma
mover-se a si mesma, retoma ainda o problema do movimento da alma, tendo que a
teoria de que a alma seria um número que se move a si mesmo é a menos razoável
das doutrinas. Podemos apreciar, especialmente o quanto o filósofo se esforçou
por pensar de forma original os problemas herdados da tradição, ficando ainda
mais claro que foi o primeiro a elaborar um pensamento inserido historicamente
em diálogo com seus predecessores, julgando suas propostas e tendo presente que
o seu próprio pensamento deveria ser desenvolvido a partir dos eventuais
equívocos deles. Por isso observamos neste capítulo, mais uma vez de modo
claro, que se discorre na análise da doutrina de seus predecessores, e em
especial Platão.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Como podemos também apreciar ao
longo de toda a obra, para saber o que é a alma, Aristóteles parte sempre do
passado, constatando inicialmente o que ela não é, isso não nos parece apenas
uma questão de método, mas um aspecto central do seu pensamento sobre a alma
humana, pois mantendo o ideal epistemológico do platonismo, Aristóteles segue
em busca de uma teoria explicativa da alma que estabeleça a justa relação entre
sensação e pensamento, porém sem se vincular a teorias metafísicas que ele
mesmo rejeita. Com certeza tudo isso ficará mais claro no decorrer dos próximos
capítulos. Então apesar de falar em probabilidade, me parece que Aristóteles
realmente refuta completamente a tese sobre a harmonia da alma, afirmando que <i>“uma harmonia é uma mistura e uma composição
de contrários e o corpo é composto de contrários”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles%20de%20anima,%20Livro%20I%20cc.1-4%20(antiga).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[1]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i> sobretudo porque refuta completamente as suas
consequências, que seria a alma não poder mover-se talvez, penso que sua
refutação se dá por influência de sua formação platônica, ainda que no decorrer
dos outros capítulos se distanciará da noção platônica acerca da alma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> Ainda no quarto capítulo vamos
indentificando um certo ilemorfismo em Aristóteles, quando passo a passo vai
chegando a conclusão daquilo que depois S. Tomás chamou de unidade substancial entre
alma e corpo, como podemos observar neste trecho <i>“Seria melhor, sem duvida, não dizer que a alma se apieda, ensina ou
discorre, mas sim o homem com a sua alma”</i><a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles%20de%20anima,%20Livro%20I%20cc.1-4%20(antiga).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>.
As consequências desse textos são profundas e podemos desenvolver uma profunda
concepção de pessoa humana a partir dela.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles%20de%20anima,%20Livro%20I%20cc.1-4%20(antiga).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Aristóteles, <i>De Anima</i>, 407b 30.<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/Aristoteles%20de%20anima,%20Livro%20I%20cc.1-4%20(antiga).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 10.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a> <i>Ibidem</i>, 408b 14.<o:p></o:p></div>
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-11323893269906858522014-05-15T23:39:00.000+02:002014-05-16T00:07:22.248+02:00Edith Stein - As Estruturas da Pessoa Humana - Parte IV<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" height="320" width="237" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Edith
Stein, no capítulo quarto de sua obra <i>As
Estruturas da Pessoa Humana</i>, segue à risca a metafísica
aritotélico-tomista, tratando de explicá-la em modo profundo através do seu
método fenomenológico. No que segue, parte da análise do movimento do animal e
o caráter da sensibilidade que garante o seu “ser interior”, para em seguida
tratar da relação entre alma e corpo.
Segundo a santa católica uma das caraterísticas fundamentais que
difenciam o ser humano dos outros animais é justamente a modalidade de relação
que este pode estabelecer com os outros seres humanos e com o mundo, o que
garante lhe uma dignidade única e fundamental.
Através de uma escala ascencional que vai dos vegetais, animais até
chegar ao ser humano, a análise da interiodade caraceterística destes últimos
aparece como mais uma garantia da sua individualidae regulada pela razão e pela
intencionalidade, pois possui um <i>telos</i>
próprio que nenhum outro ser mundano apresenta.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A autora segue então para análise da
estrutura da alma, vida psíquica e suas potências. Os animais se diferem do ser
humano quanto a capacidade sensível que são vindas exclusivamente do ambiente
externo, ao passo que o ser humano possui também a capacidade de estabelecer
relaçoes de senbilidade a partir de si mesmo, que podem ser geradas a partir de
impressões vindas do externo. Seguindo a metafísica tomista indica modalidades
destas sensações, classificadas sobre categorias fundamentais polares de <i>prazer</i> e <i>desprazer</i>, o que para o doutor angélico é o <i>appetitus, </i>que diferentemente dos animais podem influenciar as
ações do ser humano, mas não a determinam em absoluto, uma vez que são regulads
também pela razão. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Apresenta ainda uma crítica bem
fundamentada das ciências psicológicas de seu tempo que buscam considerar os
fenômenos psíquicos considerando apenas a experiência, pois o ser humano está
para além de um mero corpo vivente, antes, o corpo somente é vivente se
informado por uma alma que não somente o determina como também coordenada todo
o seu organismo vivo em todas as suas partes sem perder jamais sua unidae
substancial.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> É evidente que falar da alma não é
uma coisa fácil, sobretudo quando se parte de conceitos muito abstratos como
forma substancial, ato, potência, o que chama atenção ao leitor em Edith Stein
é justamente a simplicidade que consegue conduzir seu leitor a pensar a alma
através de um método ascensional baseado na fenomenologia facilmente
observável. Recorda-se ainda que esta obra são apontamentos de um curso que deu
aos seus estudantes que somente depois se torna um livro, o que impressiona
ainda mais, dada sua liberdade e desenvoltura com que desenvolve seu
raciocínio.<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> Em Ato e Pessoa, Karol Wojtyla,
parece seguir um método muito similar ao de Edith Stein, buscando aplicar a
fenomenologia à metafísica aristotélico-tomista numa tentativa realmente
profunda e sincera de estabelecer um diálogo com a cultura e filosofia
contemporânea a respeito da dignidade da pessoa humana.</span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://padregilberto.blogspot.com.br/2014/05/edith-stein-as-estruturas-da-pessoa_7338.html"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-AVTWO9hZQq0/U3U4d31VM_I/AAAAAAAABOw/StwREEKyJfc/s1600/proximo.png" /></a></div>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span>Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-1286739787979534362014-05-15T23:37:00.000+02:002014-05-16T00:06:56.378+02:00Edith Stein - As Estruturas da Pessoa Humana - Parte II<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" height="320" width="237" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ainda
na linha de investigação sobre o ser humano, buscando uma visão antropológica
que seja adequada para a educação da pessoa humana, Edith Stein, depois de
propor uma antropologia filosófica que considere todos os aspectos essenciais
do ser humano, sem prescindir do dado fundamental de que este possui um
espírito. Propõe que o método escolhido para tal antropologia seja aquele
fenomenológico, isto é, que parte das coisas em si mesmas, como foi dito no
resumo anterior. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Consideremos
que os problemas desde sempre levantados pela filosofia, no que se refere a
concepção do ser humano, levemos em consideração por exemplo <i>De anima</i> de Aristóteles e o respectivo
comentário de S. Tomás de Aquino, são levantados com atualidade na santa
carmelita, porque de certa forma, o tema da pessoa humana e suas
características constituivas são sempre relevantes em qualquer concepção
filosófica. Uma justa e adequada concepção do ser humano aparece entao, não
como um ponto periférico da reflexão filosófica, mas como uma questão central.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A partir de então, a santa doutora
apresenta o ser humano partindo do fato que este possui um corpo material, mas
que é também ser vivente, animado e espiritual, o que se resume com o termo
“microcosmo”. É a partir dessa consideração que afirma que a alma humana não
pode ser analisada meramente de uma “cadeira”, ou seja, é necessário
contemplá-la e considerar sua interioridade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> O ser humano aparece, então, para
Edith Stein como uma pessoa espiritual, ou seja, que possui uma interioridade e
capacidade de interação com a alteridade, constituindo uma posiçao social, sem
deixar de manter sua própria individualidade como ser histórico, comunitário e
cultural. Isso impilica que o ser humano é capaz de agir, e esse agir contitui
uma história, um destino vivido na medida em que se relaciona com um contexto,
através do qual interage e desenvolve condicionando-se reciprocamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> É então a partir disso que o ser
humano experimenta a existência, pois nesse confrontar-se com o outro, encontra
não apenas a própria existência como também a humanidade enquanto tal, como
também se depara com sua própria interioridade, assim se percebe outro aspecto
fundamental do ser humano, a abertura, seja ao mundo exterior como também ao
interior. <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A partir de tal abertura, uma
análise profunda e adequada do ser humano deve se deparar que ele é capaz
também de perceber e estabelecer relação com o que é para além de si mesmo, ou
seja, o transcendente. Sendo capaz não apenas de perceber tal existência como
também sua radical dependência. Então a pergunta sobre quem é este Ser
Transcendente, pertence também ao homem e estabelecer o meio pelo qual se pode
conhecer naturalmente a Deus, é também dever da filosofia, e nessa perspectiva
é que a antropologia e a teoria do conhecimento se encontram, seja para
estabelecer e conhecer os meios, seja também para conduzir e definir os limites
do conhecimento natural.</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://padregilberto.blogspot.com.br/2014/05/edith-stein-as-estruturas-da-pessoa_7964.html"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-AVTWO9hZQq0/U3U4d31VM_I/AAAAAAAABOw/StwREEKyJfc/s1600/proximo.png" /></a></div>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"><br /></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-74628339216632770322014-05-15T23:29:00.002+02:002014-05-16T00:07:41.001+02:00Edith Stein - As Estruturas da Pessoa Humana - Parte VI<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"> </span><span style="font-family: 'Times New Roman', serif;"> </span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-Prze4AwxSbo/U3UwsbM_uYI/AAAAAAAABOk/awFpZReSSSM/s1600/edith-stein-8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-Prze4AwxSbo/U3UwsbM_uYI/AAAAAAAABOk/awFpZReSSSM/s1600/edith-stein-8.jpg" height="320" width="237" /></a></div>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"> </span><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Edith Stein, no
sexto capítulo, que é o coração da obra, parte da análise do comum entre o ser
humano e os outros animais, para depois tratar do que é especificamente humano.
Podemos observar com facilidade a influência da metafísica aristotélico-tomista
expressa em <i>De Anima</i>, na qual os
níveis inferiores da alma, como a sensibilidade são absoutamente essenciais
para os superiores, especificamente a vida psíquica. Especialmente interessante
é sua análise da analogia inerente a natureza humana, pela qual se distingue o
que é lhe estranho a partir do que é próprio e o que é próprio a partir do que
lhe é próprio.<o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> As diferentes partes da alma, vem
analisadas a partir de sua unidade fundamental, <i>“é propriamente na relação entre as potências, os habitus, e os atos
tornam evidente a unidade da alma”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[1]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i>,
bem como a força de tal unidade, que torna o ser humano um ser único onde o
corpo e a alma estão articulados de tal forma que qualquer influxo de um incide
no outro, sem jamais perder a unidade substancial. As condições de
desenvolvimento tanto nos animais quanto no ser humano dependem em grande parte
das condições advindas do ambiente externo, porém no ser humano existe uma
interioridade que o faz dominar e conduzir os estímulos de uma maneira diversa
aos outros animais, é o aspecto essencial da liberdade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A santa apresenta a liberdade
fenomenológicamente, dado que o ser humano possui uma estrutura pessoal que o
permite abrir-se ou não a alteridade não
apenas percebe que o seu “eu” é diverso do “outro”, como também é consciente do
seu viver, ou seja, sua existência, tem sempre o poder de decidir entre o “eu
posso”, o “eu devo”, de tal modo que o <i>poder</i>,
o <i>dever</i>, o <i>querer</i> e o <i>agir</i>, entram
sempre em relação no jogo interior e exterior da liberdade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Sua linha de investigação vem de
encontro com o personalismo, especialmente na concepção de Karol Wojtyla, na
qual o ser humano, por ser livre, tem sempre a responsabilidade de formar-se,
bem como interagir e transformar o mundo de forma positiva, uma vez que a
alteridade (outros seres e o mundo) apresentam para ele uma condição
fundamental de existência e de felicidade nesse processe de auto-formação. A
intencionalidade, constatada na razão e no intelecto, sao os sinais mais
evidentes da liberdade, e a relação de interdependência entre a vontade e a
razão demonstram aspecto também essencial do espírito humano, que pode e deve
ser conduzido segundo um ou mais <i>valores</i>,
que realmente orientam o ser do homem e todo o seu agir.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Os valores constituem os motivos que
norteiam a conduta humana, e <i>“como
resultado provisório dessa visão de conjunto podemos constatar umaa formação de
vida psíquica humana movendo-o a partir de um ‘eu’”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[2]</span></b></span><!--[endif]--></span></a></i>.
E o que é este “eu”? É a pessoa espiritual e livre, a qual podemos chamar
apenas por pessoa humana, de tal modo que esta não é apenas um corpo vivente,
mas um ser que domina esse corpo e pode ser dito vivente nele, podendo
observá-lo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A alma humana então não pode
exisitir sem este “eu”, ao mesmo tempo que este “eu” não pode exisitir sem uma
alma humana. Assim vem explicada de forma muito simples e facilmente
compreensível a relação de dependência e mútua relação entre alma e corpo, pois
que este corpo formado de diversas partes necessita de uma alma como sua forma
substancial e orienta, coordena e determina a sua existência e forma de viver,
ao mesmo tempo que o ser psíquico-espiritual adquirem forma neste corpo vivente
através de todos esses aspectos, o que podemos constatar ainda quando algo não
vai bem, como certas doenças, má formações do corpo, que determinam
necessariamente o eu espirtual do ser humano. Por fim a santa termina o sexto
capítulo o aspecto importante do dever e sua respectiva relação com a
consciência, nesse jogo interior do ser humano<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a>.</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://padregilberto.blogspot.com.br/2014/05/edith-stein-as-estruturas-da-pessoa_4852.html"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-AVTWO9hZQq0/U3U4d31VM_I/AAAAAAAABOw/StwREEKyJfc/s1600/proximo.png" /></a></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 7pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt; mso-ansi-language: IT;"> <span lang="IT" style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Edith Stein,<span class="apple-converted-space"> </span><i>La
struttura della persona umana</i>, trad. di M. D’Ambra, Città Nuova, Roma 2000.
p</span><span lang="IT">. 122. (tradução pessoal)<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 7pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"> Ibidem, p. 128.</span><o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20VI%20(Contemp).docx#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 7pt; line-height: 115%;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 7.0pt;"> Cfr. <i>Ibidem</i>, pp. 135-139.<o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-15349498567089603932014-05-15T23:29:00.001+02:002014-05-16T00:07:08.834+02:00Edith Stein - As Estruturas da Pessoa Humana - Parte III<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-pqvH7EKlgpo/U3UvZMNV73I/AAAAAAAABOc/Q8EQrrYzQnI/s1600/edith-stein-8.jpg" height="320" width="237" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Analisando
agora o terceiro capítulo da obra de Edith Stein, encontramos uma descrição e
análise profunda do ser humano a partir de sua materialidade, mas o mesmo tempo
considerando sua unidade enquanto organismo. A materialidade do corpo guarda
uma estreira relação com os outros aspectos essencias já citados nos capítulos
precendente e que ainda será aprofundados nos capítulos posteriores, que são a
alma e o espírito, estes garantem um aspecto fundamental da corporeidade, a sua
singularidade. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Tal
individualidade do corpo humano, facilmente constatada revela também a sua
forma, pois que não é apenas uma parte da espécie humana, mas um autêntico
exemplar da mesma, e ao mesmo tempo em que consideramos a sua extrema harmonia,
funcionamento, movimento notamos a sua unidade profunda, que não se perde mesmo
se em constante transformação. Isso nos mostra sem dúvidas, o quanto o método
de Edith Stein, se apresenta razoável e profundo na análise da pessoa humana,
de tal modo que a partir de uma análise profunda, mesmo considerando somente as
realidads em si mesma, se pode chegar às suas questões mais reveladoras e
profundas, tão de acordo com a visão cristã.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A profundidade da análise da santa
carlmelitana pode ser percebida ainda através da sua rica análise sobre os
sentidos humanos, em especial a audição, que revelam o aspecto de interioridade
espiritual do ser humano, pois “<i>tudo isso
que caracteriza o corpo humano e o distingue dos outros corpos é uma ponte para
o nosso modo de ver que vai além do dato puramente sensorial e percebe sempre
mais do que um corpo puramente espiritual</i>”.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20III%20(contemp).docx#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Assim, mais do que um corpo, o ser
humano é um organismo vivente, de tal modo que sua forma é determinada, fechada
em si mesma, e sua forma exterior vem de uma forma interior, que segundo ela,
S. Tomás de Aquino chamou de forma interior ou alma, enquanto Aristóteles a
chama de enteléquia, tal processo, assim tão harmonioso e determinado segundo
um fim permite também contemplar a unidade substancial entre a corpo e alma,
sendo que esta o determina e informa.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> O movimento orgânico do corpo
humano, sua capacidade de apreender o necessário à sua própria subsistência, a
capacidade de gerar outros membros da mesma espécie são aspectos que não podem
ser ignorados, segundo a doutora carmelitana, no que chamamos por vida,
atividade, movimento.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20III%20(contemp).docx#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 11pt; line-height: 115%;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Na parte final do capítulo, tendo
presente a cosmologia aristotélico-tomista, ela considera ainda a linha de
separação entre o orgânico e o animal, isto é, a distinção entre o “eu” da
pessoa humana com o mundo que o cerca, bem como sua natural integração e
relação. Termina analisano o tender do processo vital que vai além do próprio
indivíduo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> Longa a leitura do texto e
considerando especialmente o contexto histórico de Edith Stein, de um empirismo
forte, nos vai ficando cada vez mais clara a sua tese de que se não
consideramos também os aspectos interiores do homem o risco e consequência não
é simplesmente não entender o que é o homem, como também toda a realidade.</span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://padregilberto.blogspot.com.br/2014/05/edith-stein-as-estruturas-da-pessoa_4852.html"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-AVTWO9hZQq0/U3U4d31VM_I/AAAAAAAABOw/StwREEKyJfc/s1600/proximo.png" /></a></div>
<span style="font-family: "Times New Roman","serif";"><br /></span></div>
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20III%20(contemp).docx#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8pt; line-height: 115%;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></span></a><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt; mso-ansi-language: IT;"> <span lang="IT" style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Edith Stein,<span class="apple-converted-space"> </span><i>La
struttura della persona umana</i>, trad. di M. D’Ambra, Città Nuova, Roma 2000.
p</span><span lang="IT">. 76. (tradução pessoal)<o:p></o:p></span></span></div>
</div>
</div>
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/Filosofia/As%20%20Estruturas%20da%20Pessoa%20Humana%20III%20(contemp).docx#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 8.0pt;"><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: 8pt; line-height: 115%;">[2]</span></span></span></span></a><span lang="IT" style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 8pt;"> Cfr. <i>Ibidem</i>,
p. 77.</span>Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-49306603988537582352014-05-15T23:29:00.000+02:002014-05-16T00:06:42.555+02:00Edith Stein - As Estruturas da Pessoa Humana - Parte I<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://4.bp.blogspot.com/-vDGizWSv1MU/U3Uu5lnAauI/AAAAAAAABOU/44KnhHq8OMI/s1600/edith-stein-8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://4.bp.blogspot.com/-vDGizWSv1MU/U3Uu5lnAauI/AAAAAAAABOU/44KnhHq8OMI/s1600/edith-stein-8.jpg" height="320" width="237" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Edith Stein, busca nesta obra
analisar a estrutura da pessoa humana com uma perspectiva que seja mais
adequada ao mundo contemporâneo e encontra uma definição muito profunda de
pessoa humana, como sendo corpo, alma e espírito, e a faz através da distinção
entre as diversas posturas antropológicas, assim penso ser de grande contributo
seja sobretudo trazer para a atualidade uma visão aristotélica e tomista, porém
através de um novo prisma, que ´aquele fenomenolígico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ainda na linha de investigação
sobre o ser humano, buscando uma visão antropológica que seja adequada para a
educação da pessoa humana, Edith Stein, depois de propor uma antropologia
filosófica que considere todos os aspectos essenciais do ser humano, sem
prescindir do dado fundamental de que este possui um espírito. Propõe que o
método escolhido para tal antropologia seja aquele fenomenológico, isto é, que
parte das coisas em si mesmas, como foi dito no resumo anterior. <span lang="IT" style="mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Consideremos
que os problemas desde sempre levantados pela filosofia, no que se refere a
concepção do ser humano, levemos em consideração por exemplo <i>De anima</i> de Aristóteles e o respectivo
comentário de S. Tomás de Aquino, são levantados com atualidade na santa
carmelita, porque de certa forma, o tema da pessoa humana e suas
características constituivas são sempre relevantes em qualquer concepção
filosófica. Uma justa e adequada concepção do ser humano aparece entao, não
como um ponto periférico da reflexão filosófica, mas como uma questão central.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A partir de então, a santa doutora
apresenta o ser humano partindo do fato que este possui um corpo material, mas
que é também ser vivente, animado e espiritual, o que se resume com o termo
“microcosmo”. É a partir dessa consideração que afirma que a alma humana não
pode ser analisada meramente de uma “cadeira”, ou seja, é necessário
contemplá-la e considerar sua interioridade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> O ser humano aparece, então, para
Edith Stein como uma pessoa espiritual, ou seja, que possui uma interioridade e
capacidade de interação com a alteridade, constituindo uma posiçao social, sem
deixar de manter sua própria individualidade como ser histórico, comunitário e
cultural. Isso impilica que o ser humano é capaz de agir, e esse agir contitui
uma história, um destino vivido na medida em que se relaciona com um contexto,
através do qual interage e desenvolve condicionando-se reciprocamente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> É então a partir disso que o ser
humano experimenta a existência, pois nesse confrontar-se com o outro, encontra
não apenas a própria existência como também a humanidade enquanto tal, como
também se depara com sua própria interioridade, assim se percebe outro aspecto
fundamental do ser humano, a abertura, seja ao mundo exterior como também ao
interior. <o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"> A partir de tal abertura, uma
análise profunda e adequada do ser humano deve se deparar que ele é capaz
também de perceber e estabelecer relação com o que é para além de si mesmo, ou
seja, o transcendente. Sendo capaz não apenas de perceber tal existência como
também sua radical dependência. Então a pergunta sobre quem é este Ser
Transcendente, pertence também ao homem e estabelecer o meio pelo qual se pode
conhecer naturalmente a Deus, é também dever da filosofia, e nessa perspectiva
é que a antropologia e a teoria do conhecimento se encontram, seja para
estabelecer e conhecer os meios, seja também para conduzir e definir os limites
do conhecimento natural.</span><br />
<span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://padregilberto.blogspot.com.br/2014/05/edith-stein-as-estruturas-da-pessoa_15.html"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-AVTWO9hZQq0/U3U4d31VM_I/AAAAAAAABOs/9r6Ul4qp5xU/s1600/proximo.png" /></a></div>
<div style="text-align: right;">
<br /></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-38450841270896264412014-04-06T01:13:00.002+02:002014-04-06T01:13:42.639+02:00V Domenica di Quaresima <div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">(Ez 37,12-14; Sl 129(130); Rm 8,8-11; Gv 11,1-45)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-BeGfHVVRchY/U0CMuXRtyHI/AAAAAAAABN8/RVrj3VLfB1w/s1600/ress+lazaro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-BeGfHVVRchY/U0CMuXRtyHI/AAAAAAAABN8/RVrj3VLfB1w/s1600/ress+lazaro.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Carissimi
fratelli e sorelle, siamo nella camminata penitenziale un mese fa, e in questa
quinta domenica quaresimale siamo invitati a domandarci come sta la nostra
preparazione per la Pasqua: abbiamo già fatto una buona confessione? Il nostro
spirito sta veramente sperando ansioso la celebrazione della vittoria di Gesù sul
peccato e sulla morte? È proprio questo l’invito della liturgia d’oggi sulla
risurrezione di Lazaro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> La
prima lettura della messa ci porta al contesto dell’esilio di Israele, è una
parola di consolazione e rinvigorimento, perché quel popolo stava lontano della
loro terra e oppressi in una terra pagana, la Babilonia sotto la loro legge e
tortura, perciò dice il Signore <b><i>“Ecco io apro i vostri sepolcri, vi faccio
uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele”
(Ez 37,12). </i></b>Due cose ci salta alla vista, primo il Signore chiama quello
popolo come SUO POPOLO, secondo, promette una liberazione delle tombe, che qui
non deve essere vista nel senso letterale, ma interiore, il Signore vuole non
soltanto ricondurre il suo popolo alla terra promessa, ma soprattutto al vero
senso della loro religione, perdonando le loro infedeltà, ossia dopo la
penitenzia dell’esilio il Signore non lascerà senza compimento la sua promessa,
perché per Dio, ricondurre Israele alla propria Terra, più di una liberazione
politica, rappresentava un rinnovamento interiore, <b><i>“farò entrare in voi il mio
spirito e rivivrete” (Ez 37, 14a)</i></b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> È
esattamente questo il senso della confessione sacramentale per noi cristiani,
un rinnovamento interiore, molto più grande che un bagno spirituale, è un
rincominciare con più forza e grazia di Dio il nostro camminare terreno. Quando
facciamo una buona confessione, attualizziamo in noi il mistero pasquale,
perché usciamo dalla morte e siamo nuovamente inseriti alla vita della grazia,
all’unione con Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> La
seconda lettura presenta la doppia possibilità di vita terrena, una secondo la
carne, che sarebbe la vita nel peccato, nell’infelicità e l’altra che è quella
secondo lo Spirito, che è la vita nella grazia di Dio, nella felicità. San
Paolo non è troppo romantico, è molto cosciente dell’influenza del peccato
nella nostra vita, però ci ricorda la forza dello Spirito Santo, che è sempre
più forte che le nostre debolezze, allo stesso tempo che ci esorta a aprirci
alla grazia di Dio, perché non siamo più sotto l’influsso del peccato, <b><i>“Voi
però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che
lo Spirito di Dio abita in voi” (Rm 8, 9)</i></b> questa presenza dello
Spirito, sappiamo bene, è venuta per il battesimo, e soltanto il peccato ci può
far allontanarci, e tante volte ci lasciamo portare dal peccato, abbiamo tanto
il bisogno del perdono di Dio per poter trovare nuovamente lo Spirito, e il
dono di Dio è così grande che non impone limiti al perdono, come tanto ci
ricorda il Santo Padre Francesco, “<i>Dio
non si stanca mai di perdonarci</i>”, quindi cari amici, è tempo di tornare a
Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Non
possiamo negare, che qualche volte pensiamo essere impossibile lasciare
determinati peccati, ma la nostra fede è in Dio e non nella nostra esperienza
personale. Infatti il beato, quasi santo, Giovanni Paolo II ci ricordava sempre
questo, nessuno può vivere della propria esperienza personale, ma della grazia
di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Questo
messaggio è molto profondo, perché dimostra che il peccato non ci definisce
davanti a Dio, non importa quale sia, Dio ci contempla nella gloria, e non si
compiace dalla morte del peccatore, ma che egli ritorni alla vita. È proprio
per questo che Gesù versa le sue lacrime nella tomba di Lazaro e lo risuscita
dai morti, sente la mancanza del suo amico e vuole abbracciarlo nuovamente e
come Lui c’è il potere sulla morte, da nuovamente la vita al suo amico.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> È
vero che in tanti momenti della nostra vita ci lasciamo portare dai vizi, ma il
messaggio della Parola di Dio è fondamentalmente questo: non importa l’abisso
in cui il peccato ci può fare sperimentare, mai sarà più profondo che il grande
amore di Dio versato su di noi. Per questo possiamo dire come il salmista, <b><i>“dal
profondo a te grido Signore; Signore ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi
attenti alla voce della mia supplica” (Sl 129(130) 1-2)</i></b>. È sempre tempo
di conversione e non siamo mai in ritardo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Il
Vangelo ci mostra anche com’è bella l’umanità di Gesù che non nasconde il suo
dolore, così dice S. Giovanni, <b><i>“Gesù scoppiò in pianto” (Gv 11, 35). </i></b>Perché
dico che questo pianto ci rivela l’umanità di Gesù? Perché lui sapeva molto
bene che avrebbe di risuscitare il suo amico con la sua vittoria sulla morte,
comunque non lascia di sentire il dolore di una perdita. Siamo così anche noi,
abbiamo fiducia nella risurrezione, ma anche piangemmo la morte di una persona
amata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> La
certezza dell’umanità di Gesù è per noi consolazione non soltanto perché ci da
la certezza di che Egli ci comprende, ma anche che la nostra sofferenza è umana
e molto normale. Non possiamo soltanto rimanere nel pianto, nel dolore, ma
aprirci alla vita della grazia che il Signore ha per noi.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Se
il peso del peccato ci opprime e alle volte ci fa pensare che è l’ultima parola
per la nostra vita, però dobbiamo ricordare <b><i>“che se il nostro cuore ci
condanna, Dio è maggiore che il nostro cuore” (1Jo 3,20)</i></b>. Non esiste
errore oppure peccato più grande che l’amore di Dio. L’invito è per fare la
grande esperienza dell’amore di Dio, la confessione sacramentale, che veramente
ci fa uscire dal dolore e dalla mancanza di speranza per portarci alla vera
vita e alla comunione con Dio attraverso l’eucaristia.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> Finiamo
chiedendo alla Madonna, Rifugio dei peccatori, gemendo e piangendo in questa
valle di lacrime, che ci possa portare nelle sue braccia alle braccia del
Nostro Padre, Dio Misericordioso. <o:p></o:p></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-84266586162275909262014-04-06T01:13:00.001+02:002014-04-06T01:13:32.517+02:00V Domingo da Quaresma<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">(Ez
37,12-14; Sl 129(130); Rm 8,8-11; Jo 11,1-45)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-csDW8B18rdM/U0CM7as97EI/AAAAAAAABOE/mGxTuVa0860/s1600/ress+lazaro.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-csDW8B18rdM/U0CM7as97EI/AAAAAAAABOE/mGxTuVa0860/s1600/ress+lazaro.jpg" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caríssimos irmãos e irmãs, há um mês
estamos na caminhada penitencial, e neste quinto domingo quaresmal somos
convidados a nos questionar como está a nossa preparação para a Páscoa: já
fizemos uma boa confissão? O nosso espírito está esperando ansiosamente a
celebração da vitória de Jesus sobre o pecado e a morte? É exatamente este o
convite da liturgia de hoje sobre a ressurreição de Lázaro.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">A primeira leitura da missa nos leva
ao contesto do exílio de Israel, é uma palavra de consolação e renovação,
porque aquele povo estava longe da sua terra e oprimido numa terra pagã, a
Babilônia, submetidos às suas leis e torturas, por isso diz o Senhor: <b><i>“Ó
meu povo, vou abrir as vossas sepulturas e conduzir-vos para a terra de Israel”</i></b>
(Ez 37, 12). Duas coisas saltam aos olhos, a primeira, o Senhor chama aquele
povo de “SEU POVO”, a segunda, promete abrir as sepulturas, que aqui não
devemos interpretar no sentido literal, mas interior, o Senhor deseja não só
reconduzir o seu povo à terra prometida, mas principalmente ao verdadeiro
sentido da sua religião, perdoando suas infidelidades, ou seja, após a
penitência do exílio o Senhor não os deixará sem o cumprimento da sua promessa,
porque para Deus, reconduzir Israel à própria Terra, mais do que uma libertação
política, representava um fortalecimento interior, <b><i>“Porei em vós o meu espírito para
que vivais”</i></b> (Ez 37, 14a).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">É exatamente este o sentido da
confissão sacramental para nós cristãos, uma renovação interior, muito mais que
um banho espiritual, é um recomeçar com mais força e graça de Deus o nosso
caminhar terreno. Quando fazemos uma boa confissão, atualizamos em nós o
mistério pascal, porque saímos da morte e somos novamente inseridos na vida da
graça, à união com Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">A segunda leitura nos mostra duas
possibilidades de vida terrena, uma segundo a carne, que seria a vida no
pecado, na infelicidade e outra segundo o Espírito, a vida na graça de Deus, na
felicidade. São Paulo não é um romântico, é muito consciente da influência do
pecado na nossa vida, contudo nos recorda a força do Espírito Santo, que sempre
é mais forte que a nossa fraqueza, ao mesmo tempo que nos exorta a nos abrirmos
à graça de Deus, porque não estamos mais sob a influência do pecado, <b><i>“vós
não viveis segundo a carne, mas segundo o Espírito de Deus que mora em vós”</i></b>
(Rm 8, 9), esta presença do Espírito, bem o sabemos, veio pelo batismo e
somente o pecado pode nos afastar, e como tantas vezes nos deixamos levar pelo
pecado, necessitamos sempre do perdão de Deus para poder reencontrar o
Espírito, e o dom de Deus é tão grande que não impõe limites ao perdão, como
tantas vezes nos lembra o Santo Padre Francisco, <i>“Deus não se cansa nunca de perdoar”,</i> então caros amigos, é tempo
de voltar a Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Não podemos negar que por vezes
pensamos que é impossível deixar determinados pecados, mas a nossa fé é em Deus
e não na nossa experiência pessoal. De fato o beato, quase santo, João Paulo II
nos lembrava sempre disso, ninguém pode viver da sua experiência pessoal, mas
da graça de Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Esta mensagem é muito profunda,
porque demonstra que o pecado não nos define diante de Deus, não importa qual
seja, Deus nos contempla na glória, e não se compraz com a morte do pecador,
mas que ele retorne à vida. É exatamente por isso que Jesus chora no túmulo de
Lázaro e o ressuscita da morte, sente a falta do seu amigo e quer abraçá-lo
novamente e como Ele tem poder sobre a morte, devolve a vida ao seu amigo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">É verdade que em muitos momentos da
nossa vida, nos deixamos levar por vícios, mas a mensagem da Palavra de Deus é
fundamentalmente esta: não importa o abismo que o pecado nos faça cair, nunca
será mais profundo que o grande amor de Deus derramado sobre nós. Por isso
podemos dizer como o salmista, <b><i>“das profundezas eu clamo a vós, Senhor,
escutai a minha voz! Vossos ouvidos estejam bem atentos ao clamor da minha
prece”</i></b> (Sl 129(130) 1-2). Sempre é tempo de conversão e nunca estamos
atrasados.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">O Evangelho nos mostra também como é
bela a humanidade de Jesus que não esconde a sua dor, São João diz assim: <b><i>“Jesus
chorou”</i></b> (Jo 11, 35). Por que digo que esse pranto nos revela a
humanidade de Jesus? Porque ele sabia muito bem que iria ressuscitar o seu
amigo com a vitória sobre a morte, contudo não deixa de sentir a dor de uma
perda. Nós também somos assim, temos fé na ressurreição, mas também choramos a
morte de uma pessoa amada.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">A certeza da humanidade de Jesus
para nós é uma consolação, não só porque nos dá a certeza de que Ele nos
compreende, mas também que o nosso sofrimento é humano e muito normal. Contudo,
não podemos permanecer no pranto, na dor, mas nos abrirmos à vida da graça que
o Senhor tem para nós.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Se o peso do pecado nos oprime e por
vezes nos faz pensar que é a última palavra para a nossa vida, devemos nos
lembrar <b><i>“que se o nosso coração nos condena, Deus é maior que o nosso coração”</i></b>
(1Jo 3,20). Não existe erro ou pecado maior que o amor de Deus. O convite é
para fazer a grande experiência do amor de Deus, a confissão sacramental, que
realmente nos faz sair da dor e da falta de esperança à verdadeira vida e à
comunhão com Deus através da Eucaristia.<o:p></o:p></span></div>
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif"; font-size: 11.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-bidi-language: AR-SA; mso-bidi-theme-font: minor-bidi; mso-fareast-font-family: Calibri; mso-fareast-language: EN-US; mso-fareast-theme-font: minor-latin;">Terminemos pedindo a Nossa
Senhora, Refúgio dos Pecadores, gemendo e chorando neste vale de lágrimas, que
possa nos levar em seus braços aos braços do Nosso Pai, Deus Misericordioso.</span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-15897346775746170592014-03-30T00:36:00.001+01:002014-03-30T00:37:47.956+01:00IV Domenica di Quaresima <div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">(1Sam 16,1.4.6-7.10-13; Sl 22; Ef 5.8-14; 9, 1-41)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"><br /></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-2nYPBqQWQJY/UzdX8gTwvRI/AAAAAAAABNs/7OG9iaLzYJo/s1600/greco-ciego.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-2nYPBqQWQJY/UzdX8gTwvRI/AAAAAAAABNs/7OG9iaLzYJo/s1600/greco-ciego.jpg" height="251" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Carissimi fratelli e Sorelle la quaresima è un tempo di
rinnovamento spirituale in cui siamo chiamati a meditare sulla nostra fede
anche sulla nostra condotta, affinché possiamo purificarci e contemplare con
cuore nuovo la Pasqua del Signore. La liturgia ci propone in ogni domenica
quaresimale un tema alla nostra meditazione e in questa chiamata Domenica, <i>laetare</i> (allegria), dobbiamo fare una piccola
pausa per meditare due aspetti importanti: prima, la Pasqua è ormai vicina,
come sta il nostro cuore? Secondo, sono uscito dalle tenebre, rimango nella
luce?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">È proprio questo il nostro itinerario in questa
riflessione, che anzitutto deve essere personale e in dialogo con Dio. La
quaresima, senza dubbio è un periodo in cui siamo chiamati ad un austerità
spirituale, ma non nel senso legalista e si nel senso di cercare con più forza
la presenza di Dio e la liberazione dei nostri peccati e vizi, e non possiamo
pensare che questo itinerario di austerità sia incompatibile con l’allegria,
proprio perché tutta la nostra lotta interiore ha un bello scopo, diventare più
amici di Dio, non c’è altra meta, ogni nostro combattimento interiore e
esteriore cerca soltanto questo, purificarci, togliere il peccato e
l’inimicizia della nostra vita, affinché i nostri occhi possono vedere l’amore,
possono contemplare la vita così come la vita deve essere vista, ossia, come un
dono meraviglioso dato da Dio per la nostra felicità.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Allora siamo ormai vicini alla Pasqua, abbiamo percorso
quattro settimane e questo è già un buon punto di riferimento per la nostra
analisi. Sto cercando veramente purificarmi? Sto veramente portando più a serio
la mia vita con Dio? La penitenza quaresimale veramente mi sta portando ad
amare più le altre, a perdonare più coloro che mi hanno offeso nel passato?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Non c’è nessun problema se la risposta a queste domande sia
no, perché ancora è tempo di conversione e non siamo mai in ritardo, la
chiamata di Dio è quotidiana, e questa Domenica <i>laetare</i> (allegria) deve essere una pausa felice, perché ci rendiamo
conto che la Pasqua di Gesù è molto vicina, ossia, la sua vittoria sul male e
sul peccato è già presente e è questo il motivo per il quale non dobbiamo stare
tristi se vediamo che le nostre opere non sono ancor convertiti. Però questa
visione della Pasqua vicina deve essere Allegria e motivo di conversione,
poiché <b><i>“un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore”. (Ef 5,8)<o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Il Vangelo ci presenta un bel modello di conversione
interiore e esteriore. Sappiamo che la visione è un aspetto che riguarda al
nostro interiore ma anche all’esteriore, e pensare a questo cieco di nascita
che ha ricevuto il dono della visione da Gesù è proprio forte. Andiamo a quel
contesto…<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Come si può vedere nella domanda dei discepoli, essere
cieco implicava non soltanto una condizione di malattia corporale, mas anche un
stato sociale e soprattutto religioso, era come un segno di peccato<i>, <b>“Rabbì,
chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?” (Gv 9, 2), </b></i>possiamo
immaginare l’umiliazione per il cieco anche per la sua famiglia, poiché non era
un male che si poteva nascondere, ma una cosa che saltava alla vista di tutti.
Però la risposta di Gesù è rivelatrice, <b><i>“Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è
perché in lui siano manifestate le opere di Dio” (Gv 9, 3</i></b>) e aggiunse <b><i>“Finché
io sono nel mondo, sono la luce del mondo” (Gv 9, 5), </i></b>infatti la prima
visione di quell’uomo dopo tante anni ciechi è stato proprio Gesù.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Cari fratelli e sorelle, non importa la nostra
condizione, forse in questo momento della nostra vita possiamo stare un po’
ciechi, in questo o quell’aspetto, forse sia una stanchezza che non finisce mai
o un disanimo spirituale, forse siano ancora le passioni che si mostrano
potenti e tante volte ci fa soccombere, non c’è problema! Il tempo è proprio
questo, e la nostra esperienza di fallimento ci deve mostrare soltanto una cosa,
non possiamo camminare da soli, solo la grazia di Dio ci può fare uscire dal
peccato per una vita nuova.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Un dettaglio molto forte e bello che non può passare
inosservato è che quel cieco, disprezzato dall’autorità religiose e dalla
società in generale, fu la persona a dare una grande e coraggiosa testimonianza,
senza paura nemmeno vergogna. Interessante che i suoi genitori si, queste che
erano persone normali hanno avuto paura di dire la verità e hanno trasferito la
responsabilità di dare testimonianza al proprio figlio, <b><i>“chiedetelo a lui: ha l’età,
parlerà su di sé. Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei
Giudei.” (Gv 9, 21-22)</i></b>. Invece il loro figlio, ancora gradito dal
miracolo ricevuto non ha avuto paura e dopo una vita tutta intera nella cecità,
dopo fare l’esperienza dell’incontro con Gesù, lo proclama suo Signore. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">E non la fa con timidezza, infatti lui conosceva molto
bene l’atteggiamento di quelle che passavano ogni giorno davanti a sé senza dimostrare nessun amore,
la sua risposta alla domanda dei Giudei è veramente degna di attenzione, <b><i>“Che
cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?. Rispose loro: ve l’ho già detto
e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare
anche voi suoi discepoli?” (Gv 9, 27)</i></b>.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Appunto, quando ha avuto l’opportunità lui stesso di
diventare discepolo di Gesù, l’ha fato prontamente senza oscillare, <b><i>“Tu,
credi nel Figlio dell’uomo? Egli rispose: e chi è, Signore, perché io creda in
lui? Gli disse Gesù: Lo hai visto: è colui che parla con te. Ed egli disse:
Credo, Signore” (Gv 9, 35-36).<o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Fratelli e sorelle, non abbiate paura di cambiare di
vita, e non lasciatevi disanimare dal peccato che infatti ci stanca tanto
tanto! Non importa la nostra situazione attuale, lo che importa è che questa Domenica
è un’opportunità nuova di incontro con Cristo, per farci uscire dalla nostra
cecità. La logica di Dio è diversa dalla logica umana, non importa se
l’esperienza del peccato è stata grande, sicuramente non è più grande che
l’amore di Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">La prima lettura ci mostra che la chiamata di Dio non
segue mai criteri umani, e tra i figli di Iesse, Davide era lo che meno
chiamava l’attenzione, però lo sguardo del Signore era su di lui, <b><i>“io
l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede
l’apparenza, ma il Signore vede il cuore” (1Sam 16, 7) </i></b>e come bene
sappiamo Davide è stato grandissimo davanti a Dio, sicuramente non è stato
impeccabile, la Sacra Scrittura infatti ci rivela qualche peccati suoi, però ci
rivela più, che la sua esperienza con il Signore è stata così profonda che
ritornava sempre al suo Dio.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Finiamo così, non importa se siamo ancora ciechi oppure
se siamo piccoli e senza nulla di speciale come Davide, l’importante è che <b><i>“il
Signore sia il nostro Pastore, che non ci lascia mancare di nulla, che su
pascoli erbosi ci fa riposare e ad acque tranquille ci conduce” (cfr. Sl 22,
1-2). </i></b>Allora, l’allegria di questa Domenica è proprio questa, sapere
che la vittoria di Gesù sulla morte è vicina e che per la nostra cecità abbiamo
sempre la grazia di Dio che ci fa diventare luce nel Signore.<b> <o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Chiediamo alla Madonna che ci aiuti sempre a avvicinarci
del suo Figlio con allegria e speranza di trovare la nuova visione e la luce.<o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-64528184825467262872014-03-30T00:36:00.000+01:002014-03-30T00:38:46.820+01:00IV Domingo da Quaresma <div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">(1Sam
16,1.4.6-7.10-13; Sl 22; Ef 5.8-14; 9, 1-41)<o:p></o:p></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-2nYPBqQWQJY/UzdX8gTwvRI/AAAAAAAABNw/hAgOCJjSzI8/s1600/greco-ciego.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-2nYPBqQWQJY/UzdX8gTwvRI/AAAAAAAABNw/hAgOCJjSzI8/s1600/greco-ciego.jpg" height="251" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caríssimos irmãos e
irmãs a quaresma é um tempo de renovação espiritual em que somos chamados a
meditar sobre nossa fé e também sobre nosso comportamento, de forma que
possamos nos purificar e contemplar com o coração restaurado, a Páscoa do
Senhor. A liturgia nos propõe a cada domingo da quaresma um tema para nossa
meditação e neste domingo chamado Domingo <i>Laetare</i>
(alegria)<i>, </i>devemos fazer uma pequena
pausa para meditarmos dois importantes aspectos: primeiro, a Páscoa está mais
perto, como está o nosso coração? Segundo, nós saímos das trevas, mas
permanecemos na luz?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">É exatamente este o
caminho desta nossa reflexão que, sobretudo, deve ser pessoal e um diálogo com
Deus. A quaresma, sem dúvida, é um período no qual somos chamados a uma
austeridade espiritual, mas não no sentido legalista e sim no sentido de buscar
com mais empenho a presença de Deus e a libertação dos nossos pecados e vícios,
e não podemos pensar que esse caminho de austeridade seja incompatível com a
alegria, mesmo porque toda a nossa luta interior tem um bom propósito, nos
tornar mais amigos de Deus, não há outra meta, cada combate interior e exterior
busca apenas isso, nos purificar, retirar o pecado e a inimizade da nossa vida,
de modo que nossos olhos possam ver o amor, possam contemplar a vida assim como
a vida deve ser vista, ou seja, como um dom maravilhoso dado por Deus para a
nossa felicidade.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Agora estamos mais
próximos da Páscoa, percorremos quatro semanas e isso já é um bom ponto de
referência para a nossa análise. Estou buscando verdadeiramente purificar-me?
Estou verdadeiramente levando mais a sério a minha vida com Deus? A penitência
quaresmal está me levando, verdadeiramente, a amar mais o próximo, a perdoar
mais aqueles que me ofenderam no passado?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Não há nenhum problema
se a resposta a essas perguntas for não, porque ainda é tempo de conversão e
nunca estamos atrasados, o chamado de Deus é quotidiano, e este Domingo <i>laetere</i> (alegria) deve ser uma pausa
feliz, porque percebemos que a Páscoa de Jesus está muito perto, ou seja, sua
vitória sobre o mal e sobre o pecado já está presente e este é o motivo pelo
qual não devemos ficar tristes se vemos que nossas ações ainda não estão
convertidas. Porque esta visão da Páscoa próxima deve ser alegria e motivo de
conversão, porque <b><i>“outrora éreis trevas, mas agora sois luz no Senhor”</i></b> (Ef 5,8).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">O Evangelho nos
apresenta um belo modelo de conversão interior e exterior. Sabemos que a visão
é um aspecto que se relaciona tanto ao nosso interior quanto ao exterior, e
pensar nesse cego de nascença que recebeu o dom da visão de Jesus é realmente
muito forte. Vejamos o contexto...<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Como podemos ver na
pergunta dos discípulos, ser cego não implicava apenas numa condição de doença
corporal, mas também num estado social e principalmente religioso, era como um
sinal de pecado, <b><i>“Mestre, quem pecou, ele ou os seus pais, para que nascesse cego?”</i></b>
(Jo 9,2), podemos imaginar a humilhação para o cego bem como para sua família,
porque não era um mal que se pudesse esconder, mas uma coisa que saltava aos
olhos de todos. Mas a resposta de Jesus é reveladora, <b><i>“nem ele pecou, nem seus pais,
mas é necessário que nele se manifestem as obras de Deus” </i></b>(Jo 9,3) e
completou <b><i>“enquanto estou no mundo, sou a luz do mundo”</i></b> (Jo 9,5), de
fato, a primeira visão daquele homem após tantos anos cego foi o próprio Jesus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caros irmãos e irmãs,
não importa a nossa condição, ainda que neste momento da nossa vida estejamos
um pouco cegos, neste ou naquele aspecto, ainda que seja um cansaço que nunca
passe ou um desânimo espiritual, ainda que sejam as paixões que se apresentam
tão fortes e muitas vezes nos fazem sucumbir, não há problema! Esse é o
momento, e a nossa experiência de fracasso deve nos mostrar apenas uma coisa,
não podemos caminhar sós, somente a graça de Deus pode nos tirar do pecado para
uma vida nova.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Um detalhe muito forte
e belo quem não pode passar em branco é que aquele cego, desprezado pelas
autoridades religiosas e pela sociedade em geral, foi a pessoa que deu um
grande e corajoso testemunho, sem medo e nem vergonha. Interessante que os seus
pais sim, esses que eram pessoas normais tiveram medo de dizer a verdade e
transferiram a responsabilidade de dar testemunho ao próprio filho, <b><i>“perguntem
a ele: tem idade, que ele mesmo explique. Seus pais disseram isso porque temiam
os judeus”</i></b> (Jo 9, 21-22). Ao contrário seu filho, ainda grato pelo
milagre recebido, não teve medo e depois de uma vida inteira cego, após ter a
experiência do encontro com Jesus, o proclama seu Senhor.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">E não o faz com
timidez, na verdade ele conhecia muito bem a atitude daqueles que passavam
diariamente diante dele sem demonstrar nenhum amor, e sua resposta à pergunta
dos Judeus é realmente digna de atenção, <b><i>“O que foi que ele te fez? Como te abriu os
olhos? Respondeu-lhes: já vo-lo disse e não me destes ouvido; por que quereis
tornar a ouvir? Quereis vós, porventura, tornar-vos também seus discípulos?</i></b>
(Jo 9,27).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Aliás, quando teve a
oportunidade ele mesmo de se tornar discípulo de Jesus, o fez prontamente sem
titubear, <b><i>“Tu crês no filho do homem? Ele respondeu: e quem é ele, Senhor, para
que eu creia nele? Jesus lhe disse: Tu o vistes: é aquele que te fala. E ele
respondeu: Creio, Senhor”</i></b> (Jo 9,35-36).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Irmãos e irmãs, não
tenham medo de mudar de vida, e não se deixem abater pelo pecado que nos cansa
tanto! Não importa nossa situação atual, o que importa é que este Domingo é uma
nova oportunidade de encontro com o Cristo, para nos tirar da nossa cegueira. A
lógica de Deus é diferente da lógica humana, não importa se a experiência do
pecado foi grande, seguramente não é maior que o amor de Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">A primeira leitura nos
mostra que o chamado de Deus nunca segue critérios humanos, e entre os filhos
de Jesse, David era o que menos chamava atenção, mas o olhar do Senhor estava
sobre ele, <b><i>“O que o homem vê não é o que importa: o homem vê a face, mas o Senhor
olha o coração”</i></b> (1Sam 16,7) e como sabemos, David se tornou grande
diante do Senhor, seguramente não foi irrepreensível, de fato a Escritura nos
revela alguns dos seus pecados, mas nos revela mais, que a sua experiência com
o Senhor foi tão profunda que sempre retornava ao seu Deus.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Terminemos assim, não importa
se ainda somos cegos ou se somos pequenos e sem nada de especial como David, o
importante é que <b><i>“o Senhor seja nosso Pastor, que não nos deixe faltar nada, que em suas
verdes pastagens nos faça repousar e nos conduza às águas tranquilas” </i></b>(cfr
Sl 22, 1-2). Assim, a alegria deste Domingo é exatamente essa, saber que a
vitória de Jesus sobre a morte está próxima e que para a nossa cegueira temos
sempre a graça de Deus que nos transforma em luz no Senhor.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Peçamos a Nossa
Senhora que nos ajude sempre a nos aproximarmos de seu Filho com alegria e
esperança de encontrarmos a nova visão e a luz.<o:p></o:p></span></div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-84539276991930190722014-03-23T01:57:00.001+01:002014-03-23T01:57:49.422+01:00III Domenica di Quaresima<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">(Es 17, 3-7; Sl
94; Rm 5,1-2.5-8; Gv 4,5-42)<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; tab-stops: 373.8pt;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> </span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<b> <o:p></o:p></b><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-oOqxKVErCfg/Uy4wXbetU7I/AAAAAAAABNU/7w1Gz6245Xg/s1600/fuga+dos+hebreus.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-oOqxKVErCfg/Uy4wXbetU7I/AAAAAAAABNU/7w1Gz6245Xg/s1600/fuga+dos+hebreus.jpg" height="320" width="640" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> </span></b><span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;">Carissimi
fratelli e sorelle, oggi celebriamo la terza Domenica di Quaresima e la
liturgia ci invita a meditazione sulla virtù teologale della speranza. La
nostra vita è sempre piena di momenti buoni e difficili che esigono di noi una
sfida, una decisione e la fede anche intesa come speranza soprannaturale deve
essere per noi cristiani il punto di partenza, ossia, non possiamo fare buone
scelte senza considerare ogni pensiero con il Nostro Signore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"> La prima lettura ci mostra
questo in un modo molto chiaro, il popolo di Israele, dopo aver sperimentato il
miracolo della liberazione dell’oppressione egizia si confronta con il deserto,
e con tutte le conseguenze di camminare nel deserto, fame, sete, paura del
futuro, la nostalgia di un passato che ancor che fossi di oppressione, era
sicuro. La nostra vita è anche così perché il cuore umano è così, sempre
inquieto come molto bene traduce Santo Agostino nelle sue Confessioni, <i>“</i></span><i><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">et<span class="apple-converted-space"> </span><em>inquietum</em><span class="apple-converted-space"> </span>est<span class="apple-converted-space"> </span><em>cor</em><span class="apple-converted-space"> </span>nostrum, donec requiescat in te</span></i><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">” (inquieto sta il nostro cuore, in quanto
non riposa in te). Nei momenti di difficoltà abbiamo paura di non trovare una
via di uscita e la nostra tendenza è chiuderci alla speranza a causa della
paura del futuro e in questi momenti siamo incarcerati nel passato.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> È
molto importante considerare questo, si fermiamoci alla esperienza di quel
popolo di Israele troveremo tante somiglianze con la nostra vita personale.
Loro non sono stati persone liberi nell’Egitto, e come la libertà è una
condizione fondamentale della felicità umana, quindi non erano felici, e
sicuramente in quei momenti sognavano con un’autentica libertà, però quando
questa liberta è venuta, si confrontano con il deserto, perché il cammino umano
sempre deve passare per il deserto, inteso qui come incontro con sé stesso, e
già nel deserto, davanti alle difficoltà, hanno paura del futuro e il raccordo
del passato viene come una forte tentazione. Il dettaglio che non ci può
passare inosservato è che non è un passato felice, ma un passato di
oppressione, nonostante si lamentano,<i> <b>“Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per
far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?” (Es 17, 3)</b></i><b><o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></b><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Chiama l’attenzione che molto veloce
loro sono dimenticati dei grandi miracoli che hanno preceduto l’uscita
dall’Egitto e che doveva essere la fonte di speranza per il momento di
difficoltà. Appunto, se il Signore aveva fatto grandi meraviglie per loro
liberare dall’oppressione non doveva anche fare che loro sperimentassero grandi
miracoli nel deserto? Qualcuno ha già sentito parlare di un’opera che il
Signore ha cominciato e non ha finito?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> È
questo il messaggio anche della seconda lettura, l’apostolo Paolo vuole
ricordare i romani della fedeltà di Dio, <b><i>“La speranza non delude, perché l’amore di
Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è
stato dato.” (Rm 5,5)<o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><i><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></i></b><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Cari fratelli e sorelle, tutti noi
abbiamo una esperienza singola con Dio, una vita personale, dove abbiamo
vissuto delle difficoltà e sfide in cui abbiamo pensato non essere in grado di
superare, abbiamo anche l’esperienza di aver superato tante cose attraverso la
fede. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> È
molto comune perderci nei pensieri sul futuro, lasciarci incarcere dalla paura,
dell’insicurezza, dall’angoscia, soprattutto perché abbiamo già fatto
l’esperienza della nostra finitezza dove abbiamo incontrato i nostri limiti
umani, le nostre debolezze, e ancor se
troviamoci in un contesto in che se esige di noi la speranza e il coraggio di portare avanti la sfida
della vita, la falsa sicurezza di un passato ci presenta come un tentazione, e
come conseguenze vengono delle domande senza senso: non sarebbe stato meglio
non aver fatto questa o quella decisione? Non sarebbe meglio non complicarmi la
vita? Non sarebbe meglio cambiare il contesto, lavoro, vocazione ecc?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> È
proprio questo il momento in cui siamo chiamati a fare l’esperienza della
speranza, non qualsiasi speranza, ma quella venuta dalla fede, che ci da la
certezza che la nostra vita non è vissuta da soli, ma che appartiene a Dio, e
completare nella nostra vita la frase di Sant’Agostino e permettere che il
nostro cuore possa trovare consolazione in Dio, come? Presentando ogni
decisione al Signore, non possiamo considerare una scelta importante senza
prima aver parlato con Dio, senza ricordare tutto quanto abbiamo già passato
con il suo aiuto singolo e personale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> La
nostra memoria deve essere educata, e se siamo persone saggie, dobbiamo
meditare sempre con ringraziamento le difficoltà che abbiamo superato con la
grazia di Dio. Se non è così abbiamo il rischio di essere sempre incarcerati
dalla nostra fertile immaginazione. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> Nel
salmo della messa ascoltiamo il Signore che ci esorta a non essere smemorati, <b><i>“Non
indurite il cuore come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi
tentarono i vostri padri: mi mesero alla prova pur avendo visto le mie opere.”
(Sl 94(95) 8-9)<o:p></o:p></i></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<b><i><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></i></b><span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">Cari amici il Signore ci chiama a
quest’attitudine personale, pensare alla propria vita nella sua presenza e
ricordare il suo potere e amore riversato su di noi. Nessuno lo può fare per
noi, non possiamo trasferire la responsabilità della nostra vita alle altre,
nemmeno vivere sempre cercando colpati per i nostri fallimenti, questo lo fa
soltanto coloro che non hanno umiltà do riconoscere le proprie mancanze, in
linea di massima, fanno questo perché sono persone impaurite dalla mancanza di
coraggio di confrontare il proprio deserto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;">No! Non
dobbiamo essere così per un motivo molto semplice: Il Signore è per noi, e la
sua divina Providenza tutto governa, anche la nostra vita e se per qualsiasi
motivo, facciamo una scelta sbagliata, anche quando vogliamo fare il bene, non
siamo mai abbandonati alla sorte. No, il Signore è per noi e può farci imparare
sempre anche negli sbagli, perché alla fine <b><i>“noi sappiamo che, per quelli che
amano Dio, tutto concorre al bene.” (Rm 8,28)</i></b> <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> Finiamo
con le dolci parole di Gesù alla donna samaritana <b><i>“Se tu conoscessi il dono di Dio
e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti
avrebbe dato acqua viva.” (Gv 4, 10) </i></b><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> Facciamo
il proposito sincero di che nel deserto della nostra esistenza umana, chiedere
sempre a Gesù di quest’acqua viva, che è la sua grazia, che fa scomparire la
nostra sete e ogni paura del futuro. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span lang="IT" style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT; mso-bidi-font-family: Arial;"> Nell’offertorio
della messa offriremo a Dio tutte le nostre paure e preoccupazione e l’eucaristia
che fra poco riceveremo sarà per noi il momento di considerare la nostra vita,
e questo dialogo dovrà prolungarsi durante la settimana, presentando a Dio ogni
scelta e attraverso la speranza non lasciarci condurre dalla paura nemmeno
dalla mancanza di coraggio, perché <b><i>“acclamiamo alla roccia della nostra
salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, a lui acclamiamo con canti
di gioia.” (Sl 94(95) 1-2)</i></b></span><b><i><span lang="IT" style="font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></i></b></div>
<br />
<div align="center" class="MsoNormal" style="margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;">
<br /></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-4063056441819624242014-03-23T01:57:00.000+01:002014-03-23T01:57:34.708+01:00III Domingo da Quaresma<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">(Es 17, 3-7; Sl 94; Rm
5,1-2.5-8; Jo 4,5-42)<o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><br /></span></b></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://3.bp.blogspot.com/-oOqxKVErCfg/Uy4wXbetU7I/AAAAAAAABNY/HG6C9AIcV7M/s1600/fuga+dos+hebreus.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://3.bp.blogspot.com/-oOqxKVErCfg/Uy4wXbetU7I/AAAAAAAABNY/HG6C9AIcV7M/s1600/fuga+dos+hebreus.jpg" height="320" width="640" /></a></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="text-align: center;">
<b><span style="font-family: "Verdana","sans-serif";"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caríssimos irmãos e
irmãs, hoje celebramos o terceiro domingo da Quaresma e a liturgia nos convida
a meditarmos sobre a virtude teologal da esperança. A nossa vida está sempre
cheia de momentos bons e difíceis que exigem de nós um desafio, uma decisão e a
fé também compreendida como esperança sobrenatural, deve ser para nós cristãos
o ponto de partida, ou seja, não podemos fazer boas escolhas sem considerar
cada pensamento com Nosso Senhor.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">A primeira leitura nos
mostra isso de modo muito claro, o povo de Israel, após ter experimentado o
milagre da libertação da opressão egípcia, confronta-se com o deserto e com
todas as consequências de caminhar no deserto: fome, sede, medo do futuro, a
saudade de um passado que ainda que fosse de opressão, era seguro. A nossa vida
também é assim, porque o coração humano é assim, sempre inquieto como bem
traduz Santo Agostinho nas suas Confissões: <i>“</i></span><i><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;">et</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></span><em><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold;">inquietum</span></em><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></span><i><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;">est</span></i><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></span><em><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial; mso-bidi-font-weight: bold;">cor</span></em><span class="apple-converted-space"><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;"> </span></span><i><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;">nostrum, donec requiescat in te</span></i><span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;">” (inquieto está nosso coração, enquanto não repousa em Ti).
Nos momentos de dificuldade tememos não encontrar uma saída e a nossa tendência
é fechar-nos à esperança pelo medo do futuro e neste momento estamos presos ao
passado.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="background: white; font-family: "Verdana","sans-serif"; mso-bidi-font-family: Arial;">É muito importante levarmos em consideração que, se
observarmos a experiência do povo de Israel encontraremos muita semelhança com
a nossa própria vida. Eles não eram pessoas livres no Egito, e como a liberdade
é uma condição fundamental da felicidade humana, portanto não eram felizes, e
certamente que naquele momento sonhavam com a verdadeira liberdade, mas quando
essa liberdade chegou, confrontaram-se com o deserto, porque o caminho humano
sempre deve passar pelo deserto, entendido aqui como o encontro consigo mesmo,
e já no deserto, diante das dificuldades, eles têm medo do futuro e a lembrança
do passado vem como uma forte tentação. O detalhe que não pode passar
inobservado é que não é um passado feliz, mas um passado de opressão, contudo
se lamentam: <b><i>“Porque nos fez sair do Egito para nos fazer morrer de sede nós, nossos
filhos e nossos animais?”</i></b> (Ez 17, 3).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Chama a atenção como
rapidamente esqueceram dos grandes milagres que precederam a saída do Egito e
que deviam ser a fonte de esperança no momento de dificuldade. Na verdade, se o
Senhor havia feito grandes maravilhas para libertá-los da opressão, não devia
também fazê-los experimentar grandes milagres no deserto? Alguém já ouviu falar
de alguma obra que o Senhor tenha começado e não tenha terminado?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Essa é a mensagem da
segunda leitura, o Apóstolo Paulo quer recordar aos romanos a fidelidade de
Deus, <b><i>“a esperança não decepciona, porque o amor de Deus foi derramado em
nossos corações pelo Espírito Santo que nos foi dado” </i></b>(Rm 5, 5).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caros irmãos e irmãs,
todos nós temos uma experiência singular com Deus, uma vida pessoal, na qual já
vivemos dificuldades e desafios em que pensamos não estarmos em condições de
superar, mas também temos a experiência de termos superado tantas coisas
através da fé.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">É muito comum nos
perdermos nos pensamentos sobre o futuro, ficarmos presos ao medo, à
insegurança, à angústia, principalmente porque já fizemos a experiência da
nossa finitude onde encontramos nossos limites humanos, nossa fraqueza, e mesmo
se estivermos num contexto que exige de nós a esperança e a coragem de levar
adiante o desafio da vida, a falsa segurança de um passado surge como uma
tentação e, como consequência, vêm os questionamentos sem sentido: não teria
sido melhor não ter tomado esta ou aquela decisão? Não seria melhor não
complicar minha vida? Não seria melhor mudar o contexto, o trabalho, a vocação,
etc?<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">É exatamente nesse
momento que somos chamados a fazer a experiência da esperança, não uma
esperança qualquer, mas aquela que vem da fé, que nos dá a certeza que não
vivemos sós a nossa vida, mas que pertence a Deus, e completarmos na nossa vida
a frase de Santo Agostinho e permitirmos que o nosso coração possa encontrar
consolação em Deus, como? Apresentando a Deus cada decisão, não podemos tomar
uma decisão importante sem primeiro ter falado com Deus, sem lembrar tudo que
já passamos com Sua ajuda singular e pessoal.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Nossa memória deve ser
educada, e se somos pessoas sábias, devemos meditar sempre com agradecimento
pelas dificuldades que superamos com a graça de Deus. Se não for assim,
corremos o risco de estarmos sempre presos na nossa imaginação fértil.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">No salmo da missa
ouvimos o Senhor que nos exorta a não sermos esquecidos, <b><i>“Não endureçais os vossos
corações como em Meriba, como em Massa no deserto aquele dia, em que vossos
pais me provocaram apesar de terem visto as minhas obras”</i></b><i> </i>(Sl 94(95)8-9).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Caros amigos, o Senhor
nos chama a esta atitude pessoal, pensarmos na nossa vida em sua presença e
lembrarmos do seu poder e amor derramado sobre nós. Ninguém pode fazer isso por
nós, não podemos transferir a responsabilidade da nossa vida aos outros, nem
mesmo viver sempre buscando culpados para os nossos fracassos, isto é o que
fazem aqueles que não têm a humildade de reconhecer as próprias falhas, em princípio,
fazem isso porque são pessoas assustadas com falta de coragem para confrontar
seu próprio deserto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Não! Não devemos ser
assim por uma simples razão: O Senhor é por nós, e a sua divina Providência
tudo governa, também nossa vida e se, por qualquer motivo, tomamos uma decisão
errada, assim como quando queremos fazer o bem, nunca somos abandonados à nossa
própria sorte. Não, o Senhor é por nós e pode nos ensinar sempre, mesmo no
erro, porque afinal <b><i>“nós sabemos que tudo concorre para o bem daqueles que amam a Deus”</i></b>
(Rm 8, 28).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Terminemos com as
doces palavras de Jesus à Samaritana: <b><i>“Se tu conhecesses o dom de Deus e quem é
aquele que te pede água, tu pedirias a ele e ele te daria água viva”</i></b>
(Jo 4, 10).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">Façamos o propósito
sincero de que no deserto da nossa existência humana, pedirmos sempre a Jesus
dessa água viva, que é a sua graça, que mata a nossa sede e qualquer medo do
futuro.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify; text-indent: 35.45pt;">
<span style="font-family: "Verdana","sans-serif";">No ofertório da missa
ofereçamos a Deus todos os nossos medos e preocupações e a Eucaristia que
receberemos será para nós o momento de pensarmos na nossa vida, e este diálogo
deverá prolongar-se durante a semana, apresentando a Deus cada escolha e
através da esperança não nos deixarmos levar pelo medo nem pela falta de
coragem, porque <b><i>“aclamemos o rochedo que nos salva. Ao seu encontro caminhemos com
louvores e com cantos de alegria o celebremos”</i></b> (Sl 94(95) 1-2).<o:p></o:p></span></div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-179717973898106027.post-46755132603541865022014-03-15T18:27:00.003+01:002014-03-15T18:28:04.884+01:00O pecado<div class="MsoTitle" style="line-height: 150%;">
<!--[if gte vml 1]><v:line id="_x0000_s1026"
style='position:absolute;left:0;text-align:left;flip:y;z-index:251657728'
from="45pt,-9pt" to="45pt,27pt"/><![endif]--><!--[if !vml]--><span style="mso-ignore: vglayout; position: relative; z-index: 251657728;"><span style="height: 50px; left: 0px; left: 59px; position: absolute; top: -13px; width: 2px;"><img height="50" src="file:///C:/Users/CHANTAL/AppData/Local/Temp/msohtmlclip1/01/clip_image001.png" v:shapes="_x0000_s1026" width="2" /></span></span><!--[endif]--></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-UwzP5bSDbyQ/UySNZyFfocI/AAAAAAAABM8/6ifAA4U2I64/s1600/the-expulsion-of-adam-and-eve-from-paradise-1791.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-UwzP5bSDbyQ/UySNZyFfocI/AAAAAAAABM8/6ifAA4U2I64/s1600/the-expulsion-of-adam-and-eve-from-paradise-1791.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">NOÇÃO
DE PECADO NA BÍBLIA E NA TRADIÇÃO</span></b><b style="line-height: 150%; text-align: center;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> </span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: left;">
<b style="line-height: 150%; text-align: center;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><br /></span></b></div>
<div style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><span style="font-weight: normal;">O termo pecado é usado para indicar
o mal moral, como o desamor e desobediência da criatura livre a Deus. São
inúmeras as pessagens que atestam isso: Gn 18,20; Num, 32,23 ; 1Cor6,18 ; Mt
12,31 e outras.<br /> <o:p></o:p></span></span></span><span style="font-weight: normal; line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">A Bíblia usa também outros termos como ofensa a Deus (Num
17,14) desprezo a Deus (Lv, 26,15) e outros. O NT reafirma explicitamente o
termo pecado, como em Mc 7,20-23 e outras.</span></span><span style="font-weight: normal; line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;">Pecado é um ato humano contrário à lei divina, à ordem do ser
e da graça. Portanto deve atender a 2 critérios:</span></span></div>
<ol>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><span style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">ser
ato humano</span></span></li>
<li><span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: small;"><span style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">ser
contrário à lei de Deus.</span></span></li>
</ol>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-indent: 18.0pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> “Averso a Deo et conversio ad
criaturas” (averso a Deus e converso às cristuras)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Ordinariamente ninguém peca por afã de
transgredir a lei de Deus, mas por amar um bem fora da ordem dessa lei. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b style="line-height: 150%; text-align: center;">A
MALDADE DO PECADO</b></span><br />
<ol start="2" style="margin-top: 0cm;" type="1">
</ol>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">O pecado é uma ofensa a Deus, por isso
é o único mal absoluto e está na orgem de todos os outros males. Assim como
aprofundar no conhecimento de Deus ajuda o homem a O amar, afundar na maldade
do pecado ajuda o homem a se corromper com toda força devida.</span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;"> </span></div>
<h4 style="line-height: 150%;">
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">2.1
Pecado Mortal (grave ) e pecado venial (leve),</span></b></h4>
<div class="MsoBodyText" style="line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O pecado é mortal quando a vontade se
afasta da lei de Deus em matéria grave e o venial é quando a transgressão não
tem essa gravidade, seja por imperfeição do ato, seja por caráter leve da
matéria.</span></span><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%; text-indent: 35.4pt;"> </span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: left;">
<b><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">PECADO MORTAL E PECADO VENIAL<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn1" name="_ftnref1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[1]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></b></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“<i>O pecado mortal
destrói a caridade no coração do homem por uma infração grave da lei de Deus,
afasta o homem de Deus, que é seu último fim e sua bem-aventurança, preferindo
um bem inferior. O pecado venial deixa subsistir a caridade, ainda que a ofenda
e a fira”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn2" name="_ftnref2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[2]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">A diferença fundamental
entre um e outro é que o mortal priva da vida da graça e os veniais não.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn3" name="_ftnref3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: xx-small;"><b>[3]</b></span></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Quando a alma se desordena
pelo pecado, chegando à aversão de seu último fim, que é Deus, a Quem se une
por caridade, então o pecado é mortal. No entanto, a aversão não é querida
enquanto tal e sim enquanto procede de uma conversão gravemente desordenada às
criaturas; o pecador prefere um bem criado, mesmo que se afaste do Criador. ( cf.
Rm 1,23)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Por isso, sempre que <i><u>um
ato gravemente desordenado por seu objeto seja livremente querido,</u></i>
existe uma culpa mortal.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-left: 0cm; mso-list: l1 level2 lfo2; tab-stops: list 0cm; text-indent: 0cm;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>3.1<span style="font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></b><b>Desigual
gravidade dos pecados mortais<o:p></o:p></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-left: 18.0pt; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O fato de que todo pecado
mortal cause a morte espiritual da alma, não significa que todos tenham igual
gravidade. A crucifixão de Cristo, por ex. não teve a mesma gravidade em
Pilatos e nos príncipes dos judeus; <i>“os que me entregaram a ti cometeram
maior pecado” (Jo, 19,11)</i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">A
primeira regra para discernir a gravidade do pecados mortais </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">é grandeza do
bem ao qual se opõe</b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">, por isso os mais graves são os que vão diretamente
contra a Caridade.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">Aos
pecados que vão contra o próximo tanto maior será a gravidade quanto mais lhe
privar de um bem maior, por.ex. o homicídio é pior que a calunia, pois a vida
vale mais que a fama.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">A
segunda regra é analisar </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">a intensidade com que a vontade quer o pecado</b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">,
por isso são piores os pecados por malícia, do que os cometidos por fraqueza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">A terceira
regra é analisar as </span><b style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;">circunstâncias</b><span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;"> que como vimos em bimestres
anteriores podem atenuar ou agravar um pecado.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-left: 0cm; mso-list: l1 level2 lfo2; tab-stops: list -9.0pt; text-align: justify; text-indent: 0cm;">
<!--[if !supportLists]--><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>3.2<span style="font-weight: normal; line-height: normal;"> </span></b><b>Especial
gravidade de alguns pecados</b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; margin-left: 0cm; mso-list: l1 level2 lfo2; tab-stops: list -9.0pt; text-align: justify; text-indent: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;"><br /></span></div>
<div style="line-height: 150%; margin-left: 0cm; mso-list: l1 level2 lfo2; tab-stops: list -9.0pt; text-align: justify; text-indent: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; line-height: 150%;"> Alguns
pecados mortais apresentam uma gravidade especial por sua malícia intrínseca ou
porque são raiz de outros pecados.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>a) Pecados contra o Espírito Santo. </b>Estão em 1º lugar, pois implicam um
desprezo formal do auxílio divino são eles: <u>presunção</u>, <u>deseperação </u>de
salvar-se, <u>a recusa</u> ante a Verdade conhecida, a <u>inveja da graça</u>
que Deus concede a outros, a <u>obstinação </u>no estado de pecado e a<u>impenitência
final</u>. São mortais, não porque sejam irremissíveis, pois Deus tudo por
perdoar, mas porque colocam grandes obstáculos à conversão.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>b) pecados que bradam o céu. </b>Concretamente são: homicídio (aborto e
matança de inocentes inclusive), homossexualidade (Gn19), injustiça com os fracos
e desamparados, defraudação de salário e outros. <span lang="EN-US">(Cf. 1 Cor,
6,9-10; Mt 18,8-9; 25,41ssetc)<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>c) Pecados capitais.</b> São particularmente graves, porque
induzem a muitos outros. São eles: (espirituais) soberba, inveja, avareza, ira,
preguiça; (carnais) luxúria e gula.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoTitle" style="line-height: 150%;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>4. O PECADO SOCIAL </b><o:p></o:p></span></span></div>
<div align="center" class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="MsoBodyText" style="line-height: 150%;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A expressão
“pecado social” é relativamente freqüente e surgiu principalmente a partir do
século XVIII como fruto da novidade das ciências sociais. A Igreja sustém que
existem pecados sociais, mas que este termo exige algumas precisões ou corre-se
o risco de banalizá-lo ou mesmo contrapô-lo à concepção de pecado pessoal.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A
exortação apostólica Reconciliação e penitencia no número 16 é o documento mais
importante a respeito desse tema. Afirma que <i>“o pecado, em sentido verdadeiro
e próprio é sempre um ato da pessoa, porque é um ato livre da pessoa
individual(...) “</i> <a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn4" name="_ftnref4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-size: xx-small;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>como
já foi visto no anteriormente, quando foi tratado sobre o pecado e suas
condições para que realmente seja cometido. (matéria grave, plena consciência e
deliberação<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn5" name="_ftnref5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[5]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>),
portanto o pecado nunca pode ser atribuído somente <i>“(...) a um grupo ou a
uma comunidade”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn6" name="_ftnref6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[6]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></i></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="line-height: 150%;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;"> A Igreja
afirma que se pode falar de pecado social em três aspectos:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBodyText" style="line-height: 150%;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b>1º) Considerando que todo pecado traz
repercussões ou conseqüências sociais,</b>
note-se que o termo social é muito distinto do que se pode constatar
empiricamente. Na verdade, isto é nada mais nada menos que a comunhão dos
santos, que professamos no Credo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 18.0pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Falar de pecado social quer dizer,
antes de tudo, reconhecer que em virtude de uma solidariedade humana tão
misteriosa como real e concreta, o pecado de cada um repercute de certo modo
nos demais. (...) todo pecado repercute com maior ou menor intensidade, com
maior ou menor dano, em todo conjunto eclesial e em toda família humana. Segundo
essa primeira acepção se pode atribuir a cada pecado o caráter de pecado
social”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“(...) Não existe pecado algum, ainda
que mais intimo e secreto, o mais estritamente individual, que afete
exclusivamente a aquele que o comete”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn7" name="_ftnref7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[7]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-left: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">2º) Existem certos
pecados que constituem uma ação direta contra o próximo,</span></b><span style="line-height: 150%;"> contra a justiça,
contra as relações interpessoais, tanto da pessoa para com a comunidade, quanto
da comunidade para com a pessoa, sobre esse aspecto nos diz a Santa Igreja:<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Alguns pecados constituem uma
agressão direta contra o próximo e contra o irmão. São ofensa a Deus, porque
ofendem o próximo. A estes pecados se pode dar o nome de sociais”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn8" name="_ftnref8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[8]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 27.9pt; margin-top: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><b><span style="line-height: 150%;">3º)</span></b><span style="line-height: 150%;"> <b>Pecados que
dizem respeito às relações entre as distintas comunidades humanas </b>(Mal
social), sobre isto diz a Igreja<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“A Igreja quando fala de situações de
pecado, ou denuncia como pecados sociais determinadas situações ou
comportamentos coletivos de grupos sociais mais ou menos amplos ou até de
Nações e blocos de nações, sabe e proclama que estes casos de pecado social são
o fruto, a cumulação e a concentração de muitos pecados pessoais”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn9" name="_ftnref9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[9]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 36.9pt; margin-top: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Percebe-se que a
doutrina do pecado social está muito bem definida pela Igreja, contudo é arma
do inimigo confundir com ambigüidades e muitos, ainda que bem intencionados,
parecem cair em tal erro, quando falando de pecado social, parecem contrapô-lo
ao sentido do pecado pessoal quando, na verdade, um é fruto inevitável do
outro. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Não é legitimo
aceitar um significado de pecado social, que oponha o pecado social ao pecado
pessoal.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 36.9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: -8.1pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">“Segundo esse significado que deriva
de ideologias e sistemas não-cristãos, praticamente todo pecado seria social,
no sentido de ser imputável não tanto à consciência moral de uma pessoa e sim a
uma entidade vaga e uma coletividade anônima, que poderia ser a situação, o
sistema, a sociedade, as estruturas, a instituição.”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: 36.9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Esse erro é
cometido quando se busca interpretar o evangelho apenas de um modo político,
buscando-se uma compreensão do mal em chave de estruturas.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn10" name="_ftnref10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[10]</span></b></span><!--[endif]--></span></a>
Nesse sentido o pecado social seria um pecado anônimo, o que é absurdo de
aceitar.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O grande João Paulo
II falava sim de pecados de estrutura, mas num outro sentido muito mais
profundo, mas como se sabe é arma do inimigo de Jesus tentar confundir, pois é
“pai da mentira”<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">O pecado social deve
ser entendido por uma acumulação e concentração de muitos pecados pessoais ou
as conseqüências externas ou sociais dos mesmo pecados pessoais que chegam a
originar o chamado “pecado de estruturas” ou ainda “estruturas de pecado”<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn11" name="_ftnref11" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[11]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Essas estruturas de
pecado só podem ser vencidas, num primeiro momento, a partir da conversão
pessoal e depois é necessário que essa conversão pessoal esteja acompanhada de
gestos políticos, sociais, econômicos e culturais verdadeiramente decididos e
eficazes.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="line-height: 150%;"><span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Grande parte da perda
do sentido pessoal esteja no fato de que o homem já não seja mais visto como
uma pessoa singular, ou seja, única e com valor transcendente.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;"><span style="line-height: 150%;">Assim Russerl
ridiculariza a importância que os crentes dão à lei natural e afirma que o ser
humano não é outra coisa que </span><span style="line-height: 150%;">“um pequeno parasita de um planeta insignificante”.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn12" name="_ftnref12" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[12]</span></b></span><!--[endif]--></span></a><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoBlockText" style="line-height: 150%; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; margin-left: 0cm; margin-right: .9pt; margin-top: 0cm; text-indent: 35.4pt;">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif;">Hume adota uma atitude parecida para negar a
importância e qualquer tipo de malícia no suicídio “a vida de um homem
não tem não tem mais importância para o universo do que a de uma ostra”.<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftn13" name="_ftnref13" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><span style="line-height: 150%;"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><b><span style="font-size: xx-small;">[13]</span></b></span><!--[endif]--></span></span></a>
No entanto a este respeito já dizia João Paulo
II “Aprenda a chamar por pecado o pecado e a não chamá-lo de libertação e
progresso, ainda que toda moda e propaganda forem opostas”.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div>
<!--[if !supportFootnotes]--><br clear="all" />
<hr align="left" size="1" width="33%" />
<!--[endif]-->
<br />
<div id="ftn1">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref1" name="_ftn1" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[1]</span></span><!--[endif]--></span></a><span lang="EN-US"> Cf. SANTO TOMÄS, Summa Theol.,
I-II, qq 88 y 89; in II sent., q.41, a 2; Quaest. </span><span lang="ES-TRAD">Disp. <i>De malo, </i>q, 7<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn2">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref2" name="_ftn2" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[2]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Catecismo da Igreja Católica, 1855<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn3">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref3" name="_ftn3" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[3]</span></span><!--[endif]--></span></a> cf.
SANTO TOMÄS, In IOB expositio, c. XLI, lect. 2<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn4">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref4" name="_ftn4" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[4]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Reconciliatio et paenitentia, N. 16<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn5">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref5" name="_ftn5" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[5]</span></span><!--[endif]--></span></a> Catcismo
da Igreja Católica, 1857<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn6">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref6" name="_ftn6" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[6]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Reconciliatio et paenitentia, N. 16<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn7">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref7" name="_ftn7" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[7]</span></span><!--[endif]--></span></a> ibidem<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn8">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref8" name="_ftn8" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[8]</span></span><!--[endif]--></span></a>
Reconciliatio et paenitentia, N 16<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn9">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref9" name="_ftn9" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[9]</span></span><!--[endif]--></span></a> ibidem<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn10">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref10" name="_ftn10" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[10]</span></span><!--[endif]--></span></a> Cf. M.
VIDAL, Moral de Atitudes, p. 574<o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn11">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref11" name="_ftn11" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[11]</span></span><!--[endif]--></span></a> JOÃO
PAULO II, Enc. Sollicitudo rei socialis – 30/12/1987 – N 36 <o:p></o:p></div>
</div>
<div id="ftn12">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref12" name="_ftn12" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[12]</span></span><!--[endif]--></span></a><span lang="EN-US"> B. HUSSERL, Why I am Not a
Christian, New York 1957, p. 53<o:p></o:p></span></div>
</div>
<div id="ftn13">
<div class="MsoFootnoteText">
<a href="file:///D:/Pe%20Gilberto/PARA%20POSTAR/PECADO%20(artigos%20e%20palestras).doc#_ftnref13" name="_ftn13" title=""><span class="MsoFootnoteReference"><!--[if !supportFootnotes]--><span class="MsoFootnoteReference"><span style="font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 10.0pt; mso-ansi-language: PT-BR; mso-bidi-language: AR-SA; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: PT-BR;">[13]</span></span><!--[endif]--></span></a><span lang="EN-US"> D. HUME, On Suicide, ethical
choice, New York, 1970<o:p></o:p></span></div>
</div>
</div>
Padre Gilbertohttp://www.blogger.com/profile/10926060360489858382noreply@blogger.com0