Messa di Santa Lucia
>> sábado, 14 de dezembro de 2013 –
HOMILIAS
(Is 48,17-19 - Sl 1 - Mt 11,16-19)
(anniversario di 5
anni di sacerdozio)
Carissimi Fratelli, oggi
celebriamo la memoria di Santa Lucia, anche la nostra festa di ringraziamento a
Dio per più un ano qui nella Città Eterna, nel nostro collegio veramente
sacerdotale, anche preparandoci per il Natale del Signore.
I
testi della liturgia d’oggi sono lamenti di Dio per la durezza di cuore di
coloro che dovevano essere i primi nell’amore, perché hanno ricevuto dipiù dal
Signore. Nella prima lettura il Signore parla attraverso il profeta Isaia al
suo popolo scelto e nel Vangelo Gesù si riferisce proprio a una generazione
insensibile, che spesso vedendo le sue opere, ascoltando le sue Parole di Vita,
non erano in grado di cambiare il loro schemi mentali, il loro cuore (Mt
11, 16-19).
Santa Lucia - Caravaggio |
Lungo
il Vangelo vediamo che tutte le volte in cui Cristo si mostra triste, oppure
insoddisfatto è sempre per lo stesso motivo, per l’insensibilità, la durezza di
cuore, specialmente di coloro che erano autorità religiose, uomini che
conoscevano la legge, la Scrittura, ma avevano più fiducia nella proprio
pensiero, volleavano modellare il piano di Dio secondo il loro schema. Infatti
questa chiusura interiore fa una persona perdersi incarcerata nelle sue idee e
sappiamo per rivelazione che “Il signore dispersa i superbi nei pensieri del
loro cuore” (Lc 1, 51).
Carissimi,
penso che uno dei principali problemi quelle uomini “religiosi” che ci parla i
testi liturgici d’oggi, di era il “abituarsi” al sacro, la perdita del primo amore, oppure
l’incapacità di vedere aldilà delle apparenze. Questo rischio , sappiamo tanto
bene, abbiamo anche noi, ministri di Dio, specialmente scelti secondo l’amore
di Dio, non per i nostri meriti, ma per la nostra salvezza e di tutte quelle
peccatori che il confida a ognuno di noi. Verrei chiamare l’attenzione a questo
rischio dell’insensibilità al sacro.
Abbiamo
una grazia molto speciale, che alle volte, altre sacerdoti, tante volte più
santi di noi, non hanno. Vivere qui in Roma, acanto al Santo Padre, dove si
sente cosi forte l’universalità della chiesa e unità della fede, specialmente
qui in nostro collegio, siamo da diversi parte del mondo, da diversi realtà
culturale, anche spirituale, maturità di vita ecc. abbiamo un’opportunità unica
di scambiare esperienze, compartire
gioia, consigli, anche delle difficoltà. Ma penso che la grazia più grande è
quella di poter dedicarsi un periodo della nostra vita sacerdotale
all’approfondimento della nostra fede, attraverso lo studio e se, da un lato
alle volte è difficile stare lontane dalla nostra Patria, dei nostri cari,
d’altro lato è una grazia di stare da sole con Dio, sperimentando veramente la
comunione dei santi.
Infatti
queste cose non possono fare di noi burocrate della fede, la gente aspetta con
preghiera e ansiosi dalla sapienza che stiamo acquistando. Quante di noi
riceviamo tante messaggi, chiedendoci preghiera, chiedendo di portare le sue intenzione
all’altare di Pietro. Come ha detto il Papa Francesco nel Giovedì Santo, “la
gente che ci ruba l’unzione”. Quelle che erano qui durante il conclave
sicuramente hanno fato un’esperienza bellissima e molto sacerdotale di vedere
che la gente si sentiva proprio rappresentata per noi li in piazza San Pietro.
Già
che siamo alla fine dell’anno, penso che è buono ricordare queste fatti vissute
che non possono passare inosservate, non possiamo diventare ministri
insensibili al soprannaturale, alla grazia di Dio. Come uomini sappiamo che il
nostro conoscimento comincia dai sensi, infatti grandi sbagli filosofiche, ma
anche teologiche stanno nel disprezzo assoluto dei sensi, e diventano ideologie.
Non possiamo fare astrazione senza i dati dai sensi, dunque non possiamo
metterci all’interno del Vangelo, senza una sensibilità curata, docile fedele a
Dio. Il proprio Dio si serve dei nostri sensi per venire al mondo, attraverso
le nostre intenzioni, le nostre parole e delle nostre mani nella santa messa.
Carissimi,
un modo di non diventare duri di cuore, insensibili alla grazia di Dio è
proprio meditare tutte i benefici ricevute. E soprattutto ringraziare tanto a
Dio, perché dal ringraziamento, viene la lode e dalla lode viene l’amore.
Questo
tempo di Avvento è anche speciale nel senso di fomentare nell’anima
l’aspettativa di Gesù, Lo stesso Gesù che è venuto una volta, che viene ogni
giorno attraverso l’eucaristia che fra poco riceveremo, e che verrà un giorno
nella gloria.
Dunque
preghiamo, specialmente oggi, a Santa Lucia, che ci aiuti a purificare la
vista, affinché siamo in grado non soltanto di guardare, ma anche di vedere,
contemplare Dio attraverso le realtà ordinarie. E alla Madonna preghiamo
specialmente di non cadere nel meccanicismo sacro, nell’insensibilità
soprannaturale e nella durezza di cuore.
Che possiamo dire in spirito di preghiera come il salmista
….
"Chi ti segue, Signore, avrà la luce della vita".