XXXIII Domenica del Tempo Ordinario
>> domingo, 17 de novembro de 2013 –
HOMILIAS
(Ml
3,19-20 a; Sl 97(98); 2Ts 3,7-12; Lc 21, 5-19)
“Avrete allora occasione di dare
testimonianza” (Lc 21,13)
Carissimi fratelle e sorelle, la liturgia di questa domenica ci fa pensare
specialmente nei fini dei tempi, nella parusia, la seconda e ultima venuta del
Signore Gesù, quando dovrà restaurare la creazione decaduta per il peccato. La
seconda e definitiva venuta di Gesù è un importante articolo della nostra credenza
cattolica come preghiamo solennemente ogni santa messa quando facciamo la
professione di fede: aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
Quando si parla di questo
tema generalmente si può cadere in un certo sensazionalismo oppure in un
sentimento diverso a quello che dobbiamo avere difronte a questa importante
realtà della nostra fede, che anzitutto deve essere motivo di speranza perché
appartiene al compimento di una promessa di Nostro Signore.
Ci sono diverse false
profezie dicendo quando e come sarà la parusia, quando in realtà Gesù mai ci ha
rivelato una data per queste eventi, ma non dobbiamo lasciarsi impressionare nemmeno
ingannare perché lo stesso Gesù ci rivelato che dovrebbe essere cosi, “molti
infatti verranno nel mio nome dicendo: “sono io”, e: “il tempo è vicino”. Non
andate dietro a loro” (Lc 21, 9). Allora cosa dobbiamo fare se la
parusia è propriamente una realtà importantissima della nostra fede e non
dobbiamo semplicemente ignorarla?
Nel Vangelo d’oggi Gesù ci
lascia chiaro i segni che precederanno la sua venuta e soprattutto l’attitudine
che dobbiamo avere davanti ad essa. I segni sono: “quando sentirete di guerre e di
rivoluzioni (…) Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi
saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze.” (cfr. Lc
21, 10-11). Si ci fermiamo e mettiamo l’attenzione giusta, vedremmo che queste
segni sono molto presenti nei tempi odierne, ma si allarghiamo i nostri orizzonti
vedremmo che in un certo senso queste segni sempre sono state presenti nella
storia. Questo non vuoi dire che dobbiamo relativizzare la profezia di Gesù e
non darle credito, ma anzitutto che dobbiamo cercare di capire quale deve
essere il nostro atteggiamento difronte ad essa, anche cosa il Signore aspetta
di noi.
Quello che normalmente
succede davanti a questa realità, un certo sensazionalismo come ho detto, di solito
è accompagnato anche di un certo spirito si curiosità vana che vuoi sapere il
“quando” questo succederà semplicemente per sodisfarsi e peggio ancora, per
ritardare la propria conversione lasciandola per il momento più vicino.
Carissimi fratelle e
sorelli, non relativizzare la data di questo evento e non lasciarsi condurre
per lo spirito di curiosità non significa non pensare in questa realità, si
fossi cosi non succederebbe di rinnovare questa nostra speranza ogni santa
messa come ci ricorda la santa liturgia. Significa anzitutto cercare di capire
cosa questo vuoi dire nella storia di salvezza dell’umanità e nella nostra
propria storia personale e anche cercare il vero atteggiamento e che dobbiamo
avere davanti a questa realità della nostra fede.
Penso che già ho dato la
chiave di lettura per trovare la risposta, prima di tutto, la parusia è per noi
una SPERANZA, perché come ci dice la prima lettura “Per voi, che avete timore del mio
nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” (Ml 3, 20a).
Mi ricordo sempre di una
risposta data dal mio parroco quando ero un adolescenti che frequentava il corso
di cresima, lui ha detto cosi: “nel momento in cui o il peccato sarà presente
in tutte le realità temporali, e profondamente radicato nel mondo, anche in
quelle realità dove si aspetta che sia luogo di fede e di salvezza, questo sarà
il momento in cui Gesù dovrà tornare per ristabilire ogni cosa.”
La venuta di una persona
amata alla nostra casa mai ci lascia tristi, oppure disperate, ma ansiosi e
felici. Dunque in realtà dobbiamo stare sempre vigilanti, perché non sappiamo
il giorno nemmeno l’ora della seconda e gloriosa venuta del Signore, ma
sappiamo che viene per portare a compimento la sua promessa e per dare la
ricompensa a quelle che hanno creduto nella sua parola e che hanno cercato di
vivere nella sua presenza.
Come ho detto prima
dobbiamo cercare anche quale l’atteggiamento dobbiamo avere difronte a questa
aspettativa. Qui penso che la risposta è molto semplice, cosi dice il Signore
nel Vangelo d’oggi: “Avrete allora occasione di dare
testimonianza.” (Lc 21, 13) Ossia, la instabilità di questo mondo,
anche le tribolazioni che costituiscono i segni della seconda venuta di Gesù
sono anzitutto opportunità di testimoniare la nostra fede e la nostra speranza.
Sappiamo molto bene che quando le cose sono favorevole non abbiamo bisogno di
mettere a fuoco le nostre credenze, ma soltanto ringraziare, ma quando le cose
non sono favorevole oppure quando la paura, l’incertezza, la solitudine e tutto
quanto sono presente la nostra fede è principalmente provata.
Mi ricordo sempre di un
figlio mio spirituale che è stato molto provato nella sua vita, quando tutto
sembrava in collasso nella sua vita, aveva perso quasi tutto, era perseguitato
nel lavoro, nella fede, la famiglia gli era lontana in quel momento, la
nostalgia presente nel cuore, la paura del futuro anche e la menzogna degli
nemici di Dio sembrava regnare e lui mi diceva cosi, sono sicuro che il Signore
è con me, che c’è un piano e che mi vuoi parlare attraverso tutto questo.
Infatti lui ha fatto questo, ha testimoniato la sua fede, non ha perso la
speranza, ha pregato più, ha cercato di uscire da sé stesso e cercato di
aiutare le altre e quanto ha cresciuto con tutto, quanto ha fatto tantissimi
persone avvicinarsi di Dio e quel momento! Dopo che tutto ha passato
completamente lui ha riconosciuto che quello è stato per lui la sua grande
opportunità di aspettare meno delle altre e più di Dio, di mettere la sua
sicurezza in Dio e non nelle cose transitori.
Carissimi fratelli e
sorelle se siamo attenti vedremmo che il tempo presente non è molto diverso da
quello detto da Gesù nel Vangelo d’oggi, tante volte abbiamo l’impressione che
la cattiveria regna nel mondo, i valori sembrano persi, la famiglia ogni volta
più distrutta, catastrofi di ogni tipo presenti nel mondo e forse il peggiore
di tutto, tantissime persone che dovevano esseri esempi de fede, vivendo
sporcamente. Cosa fare?
“Avrete allora occasione di dare
testimonianza” (Lc 21,13), vi lo ripeto questo. Se da un lato è vero
che il mondo non va bene, dobbiamo ricordare che la storia è stata sempre piena
di momenti cosi, e giustamente in questi periodi abbiamo avuto tanti santi,
basta pensare negli apostoli, nei miliari di martiri dall’inizio del cristianesimo,
dei primi padri della chiesa, di S. Francesco, S, Teresa, Santa Catarina da
Siena, in questi ultimi anni Padre Pio, Giovanni Paolo II, Santa Gemma per dire
soltanto alcuni.
Il Signore è sempre con
noi e come ci ricorda oggi “Nemmeno un capello del vostro capo sarà
perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21,
19), la grazia non ci manca mai, quando per disanimo, debolezza, mancanza di
salute, oppure semplicemente quando la paura, l’incertezza e la speranza ci
mancare dobbiamo ricordare sempre questo “Il Signore giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine” (Sl 97(98), 9b).
Allora tutto diventa per
noi occasione di cercare più il Signore, di testimoniare più che l’amore sta
vivo, che la fede illumina il nostro camminare terreno e che l’amore vince
l’odio, la fede vince le tenebre, il perdono vince il rancore.
Carissimi non sappiamo
quando sarà la seconda e gloriosa venuta del Signore, ma siamo sicuri che viene
adesso nell’eucaristia che fra poco riceveremo, per visitarci, per darci la
forza che bisognammo, per rinnovare la nostra speranza, per guarire e curare le
nostre ferite.
Finiamo la nostra
meditazione pregando insieme alla Madonna, madre e consolatrice degli afflitti
e ripetendo insieme il salmo 97(98).
con la cetra e al suono di strumenti a corde;
con le trombe e al suono del corno
acclamate davanti al re, il Signore.
Risuoni il mare e quanto racchiude,
il mondo e i suoi abitanti.
I fiumi battano le mani,
esultino insieme le montagne
davanti al Signore che viene a giudicare la terra:
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine