XXXIII Domenica del Tempo Ordinario

(Ml 3,19-20 a; Sl 97(98); 2Ts 3,7-12; Lc 21, 5-19)

Avrete allora occasione di dare testimonianza” (Lc 21,13)




            Carissimi fratelle e sorelle, la liturgia di questa domenica ci fa pensare specialmente nei fini dei tempi, nella parusia, la seconda e ultima venuta del Signore Gesù, quando dovrà restaurare la creazione decaduta per il peccato. La seconda e definitiva venuta di Gesù è un importante articolo della nostra credenza cattolica come preghiamo solennemente ogni santa messa quando facciamo la professione di fede: aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà.
            Quando si parla di questo tema generalmente si può cadere in un certo sensazionalismo oppure in un sentimento diverso a quello che dobbiamo avere difronte a questa importante realtà della nostra fede, che anzitutto deve essere motivo di speranza perché appartiene al compimento di una promessa di Nostro Signore.
            Ci sono diverse false profezie dicendo quando e come sarà la parusia, quando in realtà Gesù mai ci ha rivelato una data per queste eventi, ma non dobbiamo lasciarsi impressionare nemmeno ingannare perché lo stesso Gesù ci rivelato che dovrebbe essere cosi, “molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “sono io”, e: “il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro” (Lc 21, 9). Allora cosa dobbiamo fare se la parusia è propriamente una realtà importantissima della nostra fede e non dobbiamo semplicemente ignorarla?
            Nel Vangelo d’oggi Gesù ci lascia chiaro i segni che precederanno la sua venuta e soprattutto l’attitudine che dobbiamo avere davanti ad essa. I segni sono: “quando sentirete di guerre e di rivoluzioni (…) Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze.” (cfr. Lc 21, 10-11). Si ci fermiamo e mettiamo l’attenzione giusta, vedremmo che queste segni sono molto presenti nei tempi odierne, ma si allarghiamo i nostri orizzonti vedremmo che in un certo senso queste segni sempre sono state presenti nella storia. Questo non vuoi dire che dobbiamo relativizzare la profezia di Gesù e non darle credito, ma anzitutto che dobbiamo cercare di capire quale deve essere il nostro atteggiamento difronte ad essa, anche cosa il Signore aspetta di noi.
            Quello che normalmente succede davanti a questa realità, un certo sensazionalismo come ho detto, di solito è accompagnato anche di un certo spirito si curiosità vana che vuoi sapere il “quando” questo succederà semplicemente per sodisfarsi e peggio ancora, per ritardare la propria conversione lasciandola per il momento più vicino.
            Carissimi fratelle e sorelli, non relativizzare la data di questo evento e non lasciarsi condurre per lo spirito di curiosità non significa non pensare in questa realità, si fossi cosi non succederebbe di rinnovare questa nostra speranza ogni santa messa come ci ricorda la santa liturgia. Significa anzitutto cercare di capire cosa questo vuoi dire nella storia di salvezza dell’umanità e nella nostra propria storia personale e anche cercare il vero atteggiamento e che dobbiamo avere davanti a questa realità della nostra fede.
            Penso che già ho dato la chiave di lettura per trovare la risposta, prima di tutto, la parusia è per noi una SPERANZA, perché come ci dice la prima lettura “Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” (Ml 3, 20a).
            Mi ricordo sempre di una risposta data dal mio parroco quando ero un adolescenti che frequentava il corso di cresima, lui ha detto cosi: “nel momento in cui o il peccato sarà presente in tutte le realità temporali, e profondamente radicato nel mondo, anche in quelle realità dove si aspetta che sia luogo di fede e di salvezza, questo sarà il momento in cui Gesù dovrà tornare per ristabilire ogni cosa.”
            La venuta di una persona amata alla nostra casa mai ci lascia tristi, oppure disperate, ma ansiosi e felici. Dunque in realtà dobbiamo stare sempre vigilanti, perché non sappiamo il giorno nemmeno l’ora della seconda e gloriosa venuta del Signore, ma sappiamo che viene per portare a compimento la sua promessa e per dare la ricompensa a quelle che hanno creduto nella sua parola e che hanno cercato di vivere nella sua presenza.
            Come ho detto prima dobbiamo cercare anche quale l’atteggiamento dobbiamo avere difronte a questa aspettativa. Qui penso che la risposta è molto semplice, cosi dice il Signore nel Vangelo d’oggi: “Avrete allora occasione di dare testimonianza.” (Lc 21, 13) Ossia, la instabilità di questo mondo, anche le tribolazioni che costituiscono i segni della seconda venuta di Gesù sono anzitutto opportunità di testimoniare la nostra fede e la nostra speranza. Sappiamo molto bene che quando le cose sono favorevole non abbiamo bisogno di mettere a fuoco le nostre credenze, ma soltanto ringraziare, ma quando le cose non sono favorevole oppure quando la paura, l’incertezza, la solitudine e tutto quanto sono presente la nostra fede è principalmente provata.
            Mi ricordo sempre di un figlio mio spirituale che è stato molto provato nella sua vita, quando tutto sembrava in collasso nella sua vita, aveva perso quasi tutto, era perseguitato nel lavoro, nella fede, la famiglia gli era lontana in quel momento, la nostalgia presente nel cuore, la paura del futuro anche e la menzogna degli nemici di Dio sembrava regnare e lui mi diceva cosi, sono sicuro che il Signore è con me, che c’è un piano e che mi vuoi parlare attraverso tutto questo. Infatti lui ha fatto questo, ha testimoniato la sua fede, non ha perso la speranza, ha pregato più, ha cercato di uscire da sé stesso e cercato di aiutare le altre e quanto ha cresciuto con tutto, quanto ha fatto tantissimi persone avvicinarsi di Dio e quel momento! Dopo che tutto ha passato completamente lui ha riconosciuto che quello è stato per lui la sua grande opportunità di aspettare meno delle altre e più di Dio, di mettere la sua sicurezza in Dio e non nelle cose transitori.
            Carissimi fratelli e sorelle se siamo attenti vedremmo che il tempo presente non è molto diverso da quello detto da Gesù nel Vangelo d’oggi, tante volte abbiamo l’impressione che la cattiveria regna nel mondo, i valori sembrano persi, la famiglia ogni volta più distrutta, catastrofi di ogni tipo presenti nel mondo e forse il peggiore di tutto, tantissime persone che dovevano esseri esempi de fede, vivendo sporcamente. Cosa fare?
            “Avrete allora occasione di dare testimonianza” (Lc 21,13), vi lo ripeto questo. Se da un lato è vero che il mondo non va bene, dobbiamo ricordare che la storia è stata sempre piena di momenti cosi, e giustamente in questi periodi abbiamo avuto tanti santi, basta pensare negli apostoli, nei miliari di martiri dall’inizio del cristianesimo, dei primi padri della chiesa, di S. Francesco, S, Teresa, Santa Catarina da Siena, in questi ultimi anni Padre Pio, Giovanni Paolo II, Santa Gemma per dire soltanto alcuni.
            Il Signore è sempre con noi e come ci ricorda oggi “Nemmeno un capello del vostro capo sarà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Lc 21, 19), la grazia non ci manca mai, quando per disanimo, debolezza, mancanza di salute, oppure semplicemente quando la paura, l’incertezza e la speranza ci mancare dobbiamo ricordare sempre questo “Il Signore giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine” (Sl 97(98), 9b).
            Allora tutto diventa per noi occasione di cercare più il Signore, di testimoniare più che l’amore sta vivo, che la fede illumina il nostro camminare terreno e che l’amore vince l’odio, la fede vince le tenebre, il perdono vince il rancore.
            Carissimi non sappiamo quando sarà la seconda e gloriosa venuta del Signore, ma siamo sicuri che viene adesso nell’eucaristia che fra poco riceveremo, per visitarci, per darci la forza che bisognammo, per rinnovare la nostra speranza, per guarire e curare le nostre ferite.
           Finiamo la nostra meditazione pregando insieme alla Madonna, madre e consolatrice degli afflitti e ripetendo insieme il salmo 97(98).

Cantate inni al Signore con la cetra,
con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno 
acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude, 
il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani, 
esultino insieme le montagne

davanti al Signore che viene a giudicare la terra: 
giudicherà il mondo con giustizia
e i popoli con rettitudine 
           
           


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