III Domenica di Avvento
>> domingo, 27 de janeiro de 2013 –
HOMILIAS
Oggi celebriamo la
terza Domenica dell'avvento, anche chiamato Domenica Gaudete, che
vieni dal Latin Gaudium, che significa Gioia. Cosi il messaggio
principale della liturgia è questa, la Gioia.
Però da quale gioia
ci parla il Vangelo? Questa è per noi la domanda fondamentale.
Viviamo in un tempo
che presenta una gioia che è di breve durata, fugace, transitoria, e
per questo motivo, non conosciamo spontaneamente questa Gioia che ci
parla il Vangelo.
Quanti di noi, non
conosciamo una persona o piu, che ha depressione, che ha per alcun
motivo una vita con quello vuoto esistenziale che parlano i filosofi
contemporanei, Heidgeer, Sartre e altri tanti e che senza aver
bisogno de fare qualche forza vediamo anche noi, nelle persone che
amiamo o nella nostra stessa vita?
Abbiamo bisogno di
domandarci, siamo veramente felici? Ho io questa gioia che parla il
Vangelo? Che cosa manca per averla?
Mettiamo i nostri
occhi e i nostri cuori nelle parole delle Sacre Scritture e cosi
vedremo che cosa è questa gioia da quale parla la liturgia di oggi.
Veddiamo in prima
lettura il profeta Sofonia dicendo “rallegrati, figlia di Sion,
Israele, esulta e acclama con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!”
e nella seconda lettura sembra ancora più chiaro la chiamata di San
Paolo: “Fratelli, siate lieti nel Signore, ve lo ripeto, siate
lieti”
Tuttavia questa
chiamata puoi sembrare più difficile per noi, o stesso senza sentito
se la ascoltiamo senza la trascendenza necessaria, perché tante
volte permettiamo che i problemi qui cercano la nostra vita sembrano
più grandi che il Dio nostro.
Questa Figlia di
Gerusalemme da quale parla Sofonia è il popolo scelto dal Signore,
questi Fratelli che parla San Paolo sono i cristiani, e qui vieni una
domanda fondamentale, chi siamo noi? Non siamo noi questo popolo
scelto dal Signore, non siamo noi i cristiani, quelle che portano una
vita nuova data da Cristo Gesù?
Fratelli, vediamo un
momento se è una di questi cose che rubano la nostra pace: “Forse
tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la mancanza materiale”
(Rom 8, 35), io diria anche, la solitudine, la paura del futuro, la
nostalgia di qualcuno che è già morto o che è lontano da noi...
Però io vi ricordo
quello che dice San Paolo dopo di chiedere questa gioia agli
cristiani: “il Signore è vicino!”. Dunque sta qui il motivo
della gioia, “Il Signore è vicino a noi”, è vicino nella
preghiera, è vicino nei sacramenti, specialmente nell'eucaristia e
nella confessione. Colui che sperimenta queste realtà sappi questo.
Il Signore mai abbandona nessuno.
Non è motivo di aver
paura “Ma in tutte queste cose noi siamo piu che vincitori grazie a
colui che ci ha amati” (Rom 8,37) Gesù, lo stesso Gesù che sarà
nato in questo Natale, quel stesso che riceviamo nella comunione,
quel stesso che ci perdona nella confessione.
Per non estendere
troppo questa meditazione, como ho imparato qui in Italia, una buona
predica è una predica piccola e intima. Io finisco domandando a
ognuno di voi: “Chi venite cercare in questa Santa Messa? Sono
sicuro che veniti cercare una Parola di speranza, una parola di
fortezza e vi dico con sicurezza, tutto questo troviamo in Gesù,
questo stesso Gesù qui troviamo sempre tra le braccia della Vergine
Maria e che como dice San Paolo, è vicino a noi.